La moda può essere terapeutica: lo dimostra con la propria tesi la barianese Giada Muscarella
Giada Muscarella, barianese da un anno residente a Romano, ha dimostrato che anche la moda può aiutare a superare traumi e momenti difficili.
Nella tesi per il proprio diploma accademico di primo livello, la giovane barianese ha dimostrato tramite un laboratorio l'utilità terapeutica della moda e del fashion design.
Giada Muscarella
Si chiama Giada Muscarella la 24enne barianese dalla cui tesi potrebbe presto nascere un nuovo progetto accademico presso l’accademia di Belle Arti LABA Brescia. La giovane, infatti, insieme alla propria relatrice Silvia Casagrande ha coinvolto l’Acli Servizi e condotto un laboratorio con degli adolescenti con difficoltà.
Sono sempre stata vicina all'arte e alla moda, sin da bambina - ha raccontato - Mia madre dipinge e mia nonna è stata una sarta, mentre mia sorella Rosalia è una modella. Mi sono diplomata al liceo artistico Simone Weil di Treviglio e poi mi sono iscritta alla Accademia delle Belle Arti LABA di Brescia. Qui ho avuto la fortuna di conoscere la docente Silvia Casagrande, coordinatrice del mio corso accademico. Per la tesi mi stavo interrogando già da tempo sul modo in cui l’arte ha sempre avuto effetti benefici sulle persone. Mi sono interessata all’arte-terapia, che però ad oggi non è ancora molto riconosciuta, e partendo da questo mi sono chiesta se anche il fashion design possa avere un effetto terapeutico. Al termine del percorso condotto a Bariano credo di poter dire di sì.
Il laboratorio barianese
Per dimostrare la propria ipotesi, infatti, Giada ha collaborato con Acli Servizi, ottenendo l’autorizzazione per realizzare, tra maggio e settembre 2021, un laboratorio con alcuni ragazzi tra i 16 e i 24 anni, culminato con delle sedute di shooting. Il laboratorio, il cui obiettivo è stato quello di dimostrare che anche la moda possa essere utilizzata a fine terapeutico, è stato gestito in prima persona da Giada e dall’educatore di Acli Danio Lupi, mentre per gli shooting finali è intervenuto il fotografo e Michele Barbieri di Cividate. La professoressa Casagrande ha seguito il tutto, pur a distanza, passo dopo passo.
Abbiamo chiesto ai ragazzi che hanno partecipato al laboratorio, che in passato avevano affrontato dei traumi o delle patologie particolari, di liberarsi dai propri demoni interiori e sfogarsi su alcuni abiti scelti da loro all’inizio dell’attività - racconta sempre Giada - Ci hanno portato dei vestiti che non amavano più, o li facevano stare male per diversi motivi, e abbiamo lavorato su questi indumenti sia per sfogare le loro emozioni che per modificarli e "dare loro una nuova vita". All’inizio è stato difficile, ma col tempo, di settimana in settimana si è creato un legame bellissimo, tanto che i ragazzi saranno presenti alla discussione della mia tesi e mi faranno da modelli. Ascoltando i loro feedback al termine dell’attività abbiamo compreso come siano riusciti, attraverso il laboratorio, a canalizzare le proprie emozioni e liberarsi da alcuni pesi che si portavano dietro, vivendo la moda come una valvola di sfogo, una vera e propria terapia per stare meglio con sé stessi.
Giada Muscarella
Giada Muscarella.
Ora uno sguardo al futuro
Il grande successo del laboratorio è stato dimostrato dal desiderio, sia da parte dei ragazzi coinvolti che di Acli Servizi, a riproporne il contenuto. La stessa Accademia LABA - racconta Muscarella - sta ora organizzando diverse conferenze ed eventi per far riconoscere la moda-terapia e, dall’anno prossimo, potrebbe far partire sotto la cura della professoressa Casagrande un progetto dedicato proprio alla moda-terapia, al quale parteciperà anche Giada raccontando la propria esperienza. Prima, però, il pensiero va alla discussione della propria tesi, fissata per l'1 marzo.
Puoi leggere l'intervista completa a Giada su PrimaTreviglio e RomanoWeek in edicola questa settimana.