La Bassa e il Cremasco celebrano la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate
Celebrazioni in tanti Comuni, questa mattina, con studenti, associazioni e Forze dell'ordine
Celebrazioni in tutta la Bassa e nel Cremasco, questa mattina, per ricordare il 4 novembre, Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Un appuntamento sempre molto partecipato e che da anni cerca e trova il coinvolgimento degli studenti.
Il 4 novembre a Treviglio
Questa mattina per le vie della città un lungo corteo aperto dal Corpo musicale "Città di Treviglio" ha accompagnato autorità civili e militari nei luoghi simbolo del sacrificio e della memoria. Da piazza Insurrezione a piazza del Popolo, per lasciare le corone d'alloro in memoria di quanti sono caduti per la libertà.
"È una data che porta con sé il ricordo di sacrifici e di speranze e anche il significato profondo di ciò che è accaduto più di un secolo fa, durante la Prima Guerra Mondiale - ha esordito il sindaco di Treviglio JuriImeri - Quella guerra segnò la fine di un’epoca e ridisegnò i confini dell’Europa e del mondo, trasformando per sempre la nostra identità nazionale. Nacque allora un’Italia più unita, almeno sulla carta, ma il prezzo pagato fu altissimo. L’idea delle terre irredente, territori che gli italiani sentivano culturalmente e storicamente parte della patria, ha portato a lotte che hanno coinvolto non solo chi combatteva al fronte, ma anche popolazioni innocenti e civili. Quelle terre, quei confini per i quali si combatté, ci ricordano ancora oggi quanto i concetti di patria e identità siano semplici e solidi, ma contemporaneamente complessi e fragili".
E il pensiero non può non andare alle guerre di oggi.
"Ci troviamo di fronte a confini che hanno diviso e dividono non solo territori, ma anche popoli e famiglie, radici comuni e storie condivise. La divisione tra “amici” e “nemici” diventa un’etichetta che spesso non rispecchia la realtà, ma semplifica tragicamente situazioni complesse - ha proseguito - Quello di oggi è un giorno di memoria. E a 70 anni dalla morte, vorrei ricordare Alcide De Gasperi di cui ho visto una bellissima mostra questa estate. Il 4 novembre del 1950 pronunciò le seguenti parole che oggi risuonano con una forza nuova, ma attuale, e particolarmente necessaria: 'Noi vogliamo veramente la pace e, mentre diciamo di volerla, lavoriamo per unire l’Europa'. In quel tempo, il territorio europeo usciva ferito e ancor più diviso dalla Seconda Guerra Mondiale, e gli ideali di unità e di pace erano i fari di speranza per ricostruire un futuro migliore. De Gasperi, con il suo sguardo profondo e lucido, ci insegnava l’importanza della collaborazione e della solidarietà tra popoli. Oggi ci troviamo nuovamente a confrontarci con le tensioni dei confini e delle divisioni, sebbene con scenari e sfide diverse. E la pace sembra ancora una conquista lontana. Da un lato, la guerra in Ucraina ha riportato drammaticamente il conflitto ai margini dell’Europa, provocando dolore e distruzione. Dall’altro, il Medio Oriente continua a vivere una crisi senza fine, come dimostra il recente conflitto in Israele e Palestina, che ha riacceso timori e divisioni profonde".
Poi un pensiero per le Forze Armate simbolo della nostra difesa e della nostra sovranità, "ma anche una testimonianza del nostro impegno per la pace e per la sicurezza urbana, perché lavorano incessantemente per la stabilità, non solo sul nostro territorio". Infine un compito: "quello di guardare oltre i nostri confini per credere nel valore di una comunità unita dai valori di libertà e rispetto reciproco" ricordando che "la nostra identità si fonda anche sulla consapevolezza di cosa significhi essere stati, in passato, una nazione divisa, con sogni di libertà che hanno animato tante battaglie e sacrifici".
Celebrazioni a Romano
Grande partecipazione questa mattina, anche a Romano di Lombardia per la celebrazione del 4 novembre. Il corteo ha percorso le vie della città, accompagnato dalle note patriottiche del Corpo Civico Musicale “G.B. Rubini” e dalle voci degli studenti. Tra i momenti di grande importanza, l’alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro presso il monumento dei Caduti, seguiti dalla celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giacomo Apostolo.
"Un ringraziamento speciale va alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, al Consiglio comunale dei Ragazzi e alle Scuole, per il loro contributo e la loro presenza, e alla cittadinanza, che con il tricolore esposto ha reso omaggio a questa giornata di memoria e unità", ha commentato l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianfranco Gafforelli.
Caravaggio, 4 novembre con gli studenti
Associazioni d'arma, Forze dell'ordine, autorità civili insieme al sindaco Claudio Bolandrini e a tanti studenti hanno preso parte, questa mattina, alle celebrazioni del 4 novembre a San Bernardino. Tra i tanti momenti, spicca il messaggio di pace, portato avanti dagli alunni e le alunne della scuola elementare "Merisi".
"Per la ricorrenza del 4 novembre abbiamo preparato due canzoni scritte e cantate durante la Prima guerra mondiale: Ta-pum e Sul cappello. Vogliamo onorare le persone che hanno donato la propria vita e ricordare quanto sia importante vivere nella pace. Noi bambini e bambine chiediamo la pace in ogni parte della Terra".
Il 4 novembre a Martinengo
Dopo le polemiche dei giorni scorsi anche Martinengo si è fermata per celebrare il 4 novembre. Il cambio di itinerario che ha depennato il passaggio alla Rsa "Balicco" inserendo invece un momento di raccoglimento al monumento “in ricordo del prefetto e Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente della scorta Domenico Russo” non ha fermato le celebrazioni. In tanti, associazioni, Forze dell'ordine, autorità civili e famiglie hanno partecipato per rendere omaggio ai caduti.
Agnadello festeggia l'Unità Nazionale
“Una cosa però deve essere chiara: nulla si fa cancellando il passato. Impariamo dal passato, non disperdiamo la lezione della storia e la saggezza dei nostri padri - ha detto questa mattina il sindaco StefanoSamarati - Ci dobbiamo impegnare perché il nostro paese ha bisogno di tutti noi. Ecco perché celebriamo queste ricorrenze. Ecco perché in questi cinque anni, quasi sei, questa Amministrazione ha sempre cercato di sfruttare ogni occasione ed ogni cerimonia per riunirci e “stringerci a coorte”, come ci ricorda il nostro inno. Perché siamo convinti, oggi più che mai, occorra fare squadra e riscoprirci Comunità, alimentando continuamente in ciascuno di noi – specie nei più giovani – quella passione e quel sentimento di appartenenza ad una storia e ad un percorso comune, e che questi non vadano mai dati per scontati”.
Boltiere omaggia i caduti
Corteo, accompagnato dal Corpo musicale San Giorgio, e aperto dal sindaco Osvaldo Palazzini con le Forze dell'ordine ha deposto, questa mattina in occasione della celebrazione del 4 novembre, corone d'alloro in memoria dei Caduti. Sotto la Torre civica i discorsi delle autorità e i pensieri degli studenti della scuola media "Piana".
Le celebrazioni a Fara
Anche Fara d'Adda si ferma per commemorare i caduti di tutte le guerre e rinnovare l'impegno di pace.
“Alla grande guerra è stato versato un enorme tributo di sangue - ha esordito il sindaco Raffaele Assanelli - dobbiamo fare in modo che l'eco di quell'orrore non si spenga. Non è un caso che, dopo la grande guerra, la memoria di quell'evento abbia prodotto il modo di rielaborare questo grande lutto di massa. Ed è così che sono nati anche i cimiteri e memoriali di guerra con quelle distese di croci tutte uguali, come un'espressione plastica della massificazione prodotta dalla carneficina della guerra. Ma se la storia insegna, noi uomini non impariamo. Non solo qualche anno dopo la grande guerra, sulle macerie ancora fumanti, è scoppiato il secondo conflitto. Ma l'orrore è tornato di recente nel cuore dell'Europa con la guerra tra Russia e Ucraina. Così come è riesploso l'odio, la violenza, tra Israele e Palestina, con conseguenze che vediamo ogni giorno scorrerci attraverso immagini insostenibili. Si contano circa 50 guerre nel mondo, ad oggi, di cui si parla troppo poco".