Castel Rozzone

In chiunque lasciava un segno: addio a padre Livio Pagani

Castelrozzonese, 69 anni, passionista, ha trascorso un'intera vita nella predicazione e nel sostegno spirituale dei giovani

In chiunque lasciava un segno: addio a padre Livio Pagani
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Addio a padre Livio Pagani, una vita spesa nella predicazione e nel sostegno spirituale dei giovani e degli ultimi in Italia e nel mondo. Era originario di Castel Rozzone, dove ieri è stato sepolto.

Castel Rozzone dice addio a padre Livio Pagani

Il religioso passionista, che da 15 anni si trovava e insegnava, pur viaggiando ancora, nella casa dell'Ordine a Erba (Co), si è spento dopo una lunga malattia affrontata con coraggio, serenità e determinazione nel voler continuare a lavorare e operare fino agli ultimi giorni. «Andava alle cose, non amava girare intorno alle questioni, era energico e vibrante, elegante e colto ma capace di parlare a chiunque, senza timore alcuno - ha detto la cugina Marina - Era un oratore, un predicatore che godeva di grande apprezzamento e che univa una forte appartenenza all'Ordine a un’indipendenza di pensiero non certo comune, era attento al sociale».

Aveva 69 anni

Padre Livio Pagani era nato nel 1952 e aveva studiato, dagli undici ai 14 anni, nel collegio di Calcinate, gestito dai Padri Passionisti, poi la decisione, imprevista e imprevedibile in famiglia, di rimanere all'interno dell’Ordine (aveva preso la licenza magistrale a Carpesino, vicino a Como) e diventare un religioso.

"Nel corso degli anni Settanta aveva conseguito prima il noviziato, poi gli studi teologici e infine aveva preso i voti, a Torino, nel 1979, continuando ad alternare l'intenso impegno nell'Ordine, il lavoro quotidiano nella predicazione e nella formazione spirituale delle suore, allo studio e la riflessione sul Vangelo, che lo hanno accompagnato sempre - ha detto il fratello Giovanni Battista, il maggiore dei tre figli della famiglia Pagani; l'ultimo è Pietro - Ha raggiunto varie destinazioni, in Italia e all'estero. Ovunque lo mandassero, lui diceva sempre sì, nonostante le perplessità, perché l'obbedienza alla causa dell'Ordine era imprescindibile. Ricordo che da ragazzi, le nostre visioni del mondo erano molto diverse, e anche in casa, in famiglia, le sue scelte non furono sempre accolte con favore, nei primi momenti, ma poi ci rendemmo conto che lui era felice, che quello era il suo ambiente, che le sue doti era ben spese: nostro padre Paolo e noi siamo sempre stati orgogliosi di lui, di quello che ha fatto e della stima di cui godeva. Qui, e altrove".

In chiunque lasciava un segno

Padre Livio si è spento domenica 5 all'ospedale Valduce di Como, dove da anni era seguito per le cure periodiche. A ricordarlo oggi, in particolare, la madre, Antonia Pecchenini, di 96 anni, oltre ai due fratelli, al nipote Cesare, e ai cugini e alle cugine Marina e Sara.
"Era molto conosciuto e ricordato in paese, dove tornava spesso negli ultimi anni, anche per la vicinanza geografica - hanno aggiunto sia Giovanni Battista sia la cugina Marina - Sapeva parlare con chiunque e in chiunque lasciava un segno, una traccia: il suo parlare insieme aperto e franco, ma anche sottile e abile nel descrivere le cose, il mondo, e a insegnare i valori, nessuno lo potrà mai dimenticare. Le sue prediche, anche aspre e dure, in varie occasioni, sono ancora nella memoria di tantissime persone che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo". Martedì si erano tenuti i funerali di padre Livio nella chiesa conventuale di Erba. Ieri, poi, giovedì 9 dicembre, nella parrocchiale di San Bernardo di Castel Rozzone si sono tenute le seconde esequie. Padre Livio è stato poi tumulato nella tomba di famiglia nel cimitero.

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