Il presepe vivente è una tradizione molto sentita sia a Casirate che ad Arzago e quest’anno la rappresentazione della Natività di Gesù Cristo, insieme ad altre scene prese dalle scritture sono state proposte da parte delle due parrocchie, guidata da don Matteo Pini, nella splendida cornice di villa Giulia in pieno centro storico a Casirate. Grazie all’impegno dei volontari figuranti e ai bellissimi costumi d’epoca utilizzati per le scene.
La tradizione del presepe vivente fa rivivere la Natività
C’era la Natività di Gesù Cristo, insieme a tante altre scene bibliche nella rappresentazione del presepe vivente che le parrocchie di Casirate e Arzago hanno inscenato nel pomeriggio di domenica 21 dicembre nel cortile della storica villa Giulia, in centro a Casirate. Una tradizione di fede, quella del presepe vivente che a Casirate si ripete da decenni ormai e che ha coinvolto anche la parrocchia “sorella” di Arzago d’Adda. Raffaele Ferrucci, la moglie Roberta Bonizzoni e il loro piccolo Dario di appena 2 mesi hanno interpretato la Sacra Famiglia, insieme a Matteo, l’altro figlio della coppia di 4 anni, nelle vesti di angioletto. L’allestimento del presepio è stato fatto nel giardino di Villa Giulia, una parte rilevante di quello che era il castello Curletti. Si tratta di un giardino storico di notevole interesse per la posizione, le piante, la struttura e l’attenzione con cui i proprietari lo curano. Il giardino non è visibile dalla strada e negli anni passati ha conservato un che di misterioso e di inaccessibile. Per l’occasione la famiglia Fedrici, proprietaria di Villa Giulia e del giardino, ha messo generosamente il tutto a disposizione del presepe vivente. In un angolo del giardino è stata allestita la capanna che la Sacra Famiglia e i visitatori hanno dovuto cercare e trovare dopo un bel percorso tra scene di vita quotidiana che raccontavano la civiltà contadina. Nella parte alta del giardino, invece, le scene parlavano di attività vicine alla civiltà mediorientale e drappi rossi e oro hanno creato la corte di re Erode.
Luci e bracieri hanno creato un’atmosfera suggestiva
I volontari hanno sapientemente posizionato luci e bracieri, con il buio della sera tutto è diventato più suggestivo e coinvolgente. I più piccoli erano affascinati dal fuoco vivo e avrebbero fatto notte intorno ai bracieri. Per chiudere, tutti vicino alla capanna, è stato intonato un canto tradizionale fatto dai bambini e dalle bambine, il parroco don Matteo ha lasciato l’attività di materassaio e ha guidato una breve preghiera, fatto i ringraziamenti di rito, in particolare alla famiglia Fedrici per la calorosa accoglienza al presepe vivente e a tutti i visitatori.
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