Il murales inglese di Treviglio: così è nato il progetto "anonimo" per le vittime Covid
Il retroscena dell'opera comparsa sul muro del sottopasso di via Redipuglia, e ancora "anonimo"
Su chi siano gli autori del murales realizzato in via Redipuglia a Treviglio, e inaugurato ieri, sabato 18 marzo, dall'Amministrazione comunale e dalla ProLoco, ancora non ci sono certezze, anzi. Sono stati gli stessi giovani artisti, alcuni inglesi, a chiedere di lavorare sotto anonimato, probabilmente proprio per concentrare l'attenzione di visitatori e media sul significato dell'opera.
Com'è nato il murales per i morti Covid di Treviglio
A raccontare l'interessante retroscena dell'opera, ieri, è stato Marco Guerini, il trevigliese che tramite un gallerista di Milano si è fatto da "intermediario" e da promotore in città del progetto poi sposato da Comune e ProLoco. Con lui c'era anche Greta, la bimba di otto anni, di Treviglio, che ha "prestato il volto" come modella della ragazzina che nel murales è raffigurata china mentre pianta dei semi, simbolo di rinascita e di ripartenza.
Nel video sopra, un'intervista rilasciata ieri mattina da Guerini durante l'inaugurazione, cui segue il discorso del sindaco Juri Imeri in memoria delle circa 200 persone trevigliesi che hanno perso la vita nella "primavera nera" del Covid, e quello del vicepresidente della ProLoco Stefano Cerea.