Traguardo speciale

Il decano Silvio Donzelli ha spento 100 candeline, festa in famiglia con il sindaco e “Storie”

Dopo la morte a 102 anni di "Murgantì" è il più anziano del paese. Il nipote lo racconta attraverso i ricordi della seconda guerra mondiale, il lavoro da posatore di marmi e la passione per il calcio

Il decano Silvio Donzelli ha spento 100 candeline, festa in famiglia con il sindaco e “Storie”

Ha tagliato il traguardo del secolo di vita Silvio Donzelli, il decano di Mozzanica che lunedì è stato festeggiato da figli e nipoti e ha ricevuto la visita del sindaco Simone Piana che gli ha donato un estratto del suo atto di nascita e un salame e dei ragazzi del gruppo culturale “Storie di Mozzanica” che gli hanno dedicato una targa per il genetliaco.

Grande festa per il decano di Mozzanica Silvio Donzelli

Il sindaco Simone Piana consegna al centenario Silvio Donzelli il suo estratto di nascita

Lunedì ha spento 100 candeline sulla torta di compleanno quello che, dopo la morte ad agosto del 102enne Francesco Degani, detto “Murgantì”, è diventato il decano di Mozzanica. Silvio Donzelli in paese è nato, cresciuto e ancora vive, in una zona residenziale a est del centro storico. Ancora lucido, con qualche acciacco, normale alla sua età, è sempre stato una “buona forchetta” e da appassionato di calcio, e tifoso del Milan, segue in televisione le partite della sua squadra del cuore e non solo.

“Il giorno prima del suo compleanno siamo andati a pranzo in un ristorante di Soresina – ha raccontato il nipote Gianluca Santini -. Tra figli, nipoti, familiari e amici del nonno, eravamo una comitiva di una trentina di persone. Lunedì, nel giorno del suo centesimo compleanno, invece, abbiamo festeggiato a casa, tra parenti stretti. E c’è stata la sorpresa della visita del sindaco Simone Piana e dei ragazzi del gruppo Storie di Mozzanica”.

Il primo cittadino ha donato al decano l’estratto del suo atto di nascita incorniciato ed un salame. “Che è stato molto apprezzato dal nonno”, ha sottolineato Gianluca. I ragazzi di “Storie di Mozzanica”, guidati da Paolo Ghilardi – che hanno registrato con Silvio Donzelli una lunga intervista in cui il centenario ha raccontato la sua vita e presto verrà pubblicata sui canali social del gruppo che promuove la cultura, l’arte e la storia del paese – gli hanno consegnato una targa di auguri per i 100 anni.

I ricordi della guerra, il lavoro e una lunga vita insieme all’amata Giuditta

“Il nonno è nato in casa, a Mozzanica, come accadeva ai tempi. E a Mozzanica è sempre vissuto – ha proseguito il racconto il nipote Gianluca -. Nel periodo della seconda guerra mondiale lavorava come muratore e spesso si recava a Milano in treno. Tra i suoi ricordi ce n’è uno che spesso ci racconta: quando, arrivato in stazione insieme ad altri pendolari, ha visto un bombardiere alleato sganciare, per sbaglio, una bomba che ha colpito una scuola vicino alla ferrovia. Fu impressionato, perché provò un senso di impotenza di fronte a quel fatto tragico che era avvenuto”.

Nel primo dopoguerra Silvio Donzelli ha iniziato un nuovo lavoro, portato avanti sino all’età della pensione negli anni ‘80.

“Negli anni ‘50 ha iniziato a lavorare come posatore di marmi, anche nelle chiese, soprattutto nella zona del lodigiano e del milanese – ha aggiunto il nipote -. Ha lavorato anche in Costa d’Avorio posando il marmo in edifici di pregio in quel paese”.

Sposato da 72 anni con Giuditta Minuti, a giugno di quest’anno è rimasto vedovo. Dal matrimonio sono nati quattro figli: Fiorenza, Giuseppe, Anna ed Ettore, che gli hanno dato quattro nipoti.

“Il nonno è in buone condizioni di salute per la sua età, cammina aiutandosi con il bastone o con il girello in casa, è lucido ed è rimasto una buona forchetta. All’età di 55 anni ha rischiato: andò dal medico lamentando dolori e un senso di nausea. Sintomi che il medico interpretò subito chiaramente. Chiamò la nonna, dicendole di portarlo subito in ospedale, perché aveva in corso un infarto. Lo salvarono – ha concluso il nipote – Oggi la sua grande passione è il calcio. E’ tifoso del Milan, guarda le partite in tv anche delle altre squadre. Quando c’è la bella stagione, esce a fare due passi e di ferma su una panchina. Tutti a Mozzanica lo conoscono e trova sempre qualcuno, naturalmente più giovane di lui, con cui fermarsi e fare quattro chiacchiere”.