Il Comune perde uno dei suoi pilastri: Elisabetta Pezzoli va in pensione

Dopo 42 anni al servizio degli urgnanesi Elisabetta Pezzoli, uno dei volti storici del Comune di Urgnano, si appresta a godere della meritata pensione, che comincerà il primo novembre prossimo.

Elisabetta Pezzoli saluta dopo 42 anni di servizio

Urgnanese doc, cresciuta in piazza in mezzo alla gente, dopo gli studi da segretaria d’azienda ha vinto il concorso ed è stata assunta dal Comune nel 1982. Da allora è diventata un punto di riferimento per i cittadini, un sorriso che accoglie e un aiuto per sbrigare le pratiche più disparate, negli anni infatti ha fatto un po’ di tutto.

"Faccio parte dell’arredamento, matricola 3, quando sono arrivata ero la più giovane di tutti - ha scherzato - ho cominciato nel vecchio Municipio, poi diventato sede della biblioteca, allora eravamo una decina e c’erano quattro uffici, per cui si collaborava molto, al di là delle proprie mansioni. Poi, nel 1984, siamo approdati al Palazzo comunale attuale e sono rimasta in forza alla Segreteria-Protocollo: allora non c’erano i pc, si faceva tutto a mano, libroni immensi e delibere battute a macchina con tre carte carbone, perché c’erano cinque copie di delibere... Seguivo anche la commissione Servizi sociali e si organizzavano le iniziative rivolte agli anziani, anni splendidi. Era bellissimo approcciarsi con loro. Poi, con l’aumento della popolazione e il cambiamento della sua conformazione, le cose sono cambiate, non ci si conosce più tutti come una volta. Ricordo che, quando non c’erano le tessere elettorali, ci si metteva tutti intorno a un tavolo lavorando in catena per mettere insieme i vari certificati in base alla sezione e ai nuclei familiari: lo si faceva ad occhi chiusi perché sapevamo chi abitava in ogni cortile, ci si divertiva. Ho seguito anche l’assegnazione delle case popolari, prima che passasse tutto all’Aler. Adesso seguo gli atti amministrativi. Oggi in Municipio vedo meno anziani e più stranieri, ma anche con un’utenza diversa non ho mai avuto problemi".

Da un Comune "formato famiglia" a quello informatizzato

"Con l’avvento dell’informatica nei primi anni ‘90 il modo di trasmettere i documenti è cambiato, non si chiede più ai colleghi - ha affermato - per me il Municipio era una seconda famiglia. Oggi siamo molto più numerosi, contando il nido 35, e stiamo dietro allo schermo ognuno nel suo ufficio per cui l’attività si svolge un po’ più a compartimenti stagni ma comunque si va avanti. Mi sono sempre trovata bene con tutti, ne ho visti passare davvero tantissimi di colleghi e tra loro ho trovato un’amica a cui sono legata da 40 anni. Tutto bene anche con le diverse Amministrazioni che si sono susseguite".

"Il futuro? Certo non mi annoierò"

"Questo è stato il mio primo e unico lavoro, nessun problema con l’Inps - ha sorriso - Fino al 31 ottobre sono qui, poi vedremo: il mondo del volontariato mi sta contattando, certo non farò la pensionata che sta in casa tutto il giorno, ho anche intenzione di viaggiare un po’ con mio marito Giovanni Ratti. Lui peraltro è volontario in Croce rossa da 46 anni. Non credo che però lo seguirò, ho fatto il corso e mi è servito, ma non penso di essere portata per quel tipo di attività. Quel che è certo è che non mi annoierò. Un saluto di cuore ai cittadini: mi riconoscono ed è una grande soddisfazione quando ricevo anche un semplice “grazie” per averli aiutati a compilare un documento, per la disponibilità. Se tornassi indietro rifarei tutto, sprono i giovani a tentare i concorsi, se non va bene il primo non bisogna scoraggiarsi. Una volta nella Pubblica Amministrazione ci si può spostare e migliorare ed è comunque un lavoro gratificante".

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