Il Comune è pronto a sacrificare Villa Pagnoni, ma l'ex sindaco promette di opporsi
L'Amministrazione di Paolo Arcari ha inserito l'appartamento del Comune nella lista dei beni da alienare, ma l'ex sindaco Cerea non ci sta.

L’appartamento comunale di Villa Pagnoni sacrificato sull’altare del Bilancio, l’Aula ha deliberato all’unanimità l’alienazione dell’immobile, valutato 350mila euro. L’ex sindaco Gianmaria Cerea - attore principale dell’acquisto quattro anni fa - però, promette battaglia.
La decisione di alienare l'immobile
La decisione è stata ratificata dal Consiglio comunale di Canonica d'Adda, che a inizio luglio si è riunito e ha votato all’unanimità per l’inserimento dell’immobile nel Piano delle alienazioni, con l’intento di recuperare così risorse utili al bilancio. Un atto scriteriato, però, secondo l’ex sindaco Cerea, che non ha usato mezzi termini contro la decisione dell’Amministrazione Arcari. "Di solito si dice “Buona la prima”, ma in questo caso andiamo molto male - ha esordito - Non si capisce perché, senza aver detto nulla a riguardo in campagna elettorale, uno dei primi atti della nuova Amministrazione sia stato quello di deliberare la vendita dell’immobile. Con quali motivazioni, poi? Il pretesto è quello di pagare gli anticipi di cassa, ma è come se qualcuno decidesse di vendere la casa per pagare da mangiare. Il tutto, tra l’altro, nella stessa seduta in cui si è approvato un mutuo da 110mila euro per saldare la quota comunale del bando “Illumina”, come se non si potesse fare un accordo con Ates". Amareggiato, Cerea ha parlato chiaramente di come la decisione unanime di maggioranza e opposizione vada a rendere vani i progetti di recupero della passata Amministrazione, che intendeva realizzare una biblioteca e un polo culturale nella residenza storica.
"Leggerezza e interessi più privati che pubblici"

"Fa specie la leggerezza con cui si è presa la decisione - ha proseguito l’ex sindaco - un gruppo pieno di laureati e persone che dovrebbero avere una cultura sopra la media, che invece calpesta un bene storico e culturale di tale pregio senza pensarci due volte. Con il sindaco Paolo Arcari che tra l’altro aveva curato la vendita dell’edificio da membro degli affari economici della parrocchia e che ora lo rivende come Comune... senza contare che c’è anche un consigliere comunale con un appartamento nello stabile. In tutto questo, sinceramente, non vedo alcun interesse pubblico ma tanti, legittimi o pseudo legittimi, interessi privati. Sicuramente ci metteremo del nostro, anche a costo di arrivare un referendum, perché si riveda questa decisione - ha concluso - dopo tutti i passaggi già fatti, è inammissibile vedere buttato all’aria tutto così".