Il campione azzurro Oney Tapia a Treviglio: "Fidatevi delle persone che vi aiutano"

di Fabiola Graziano

"Fidarsi delle persone che possono e vogliono aiutarci può spingerci a fare il salto di qualità". Oney Tapia non poteva scegliere messaggio più bello da lanciare al pubblico del Teatro Nuovo Treviglio durante l’inaugurazione della Giornata del Volontariato organizzata lo scorso sabato dall’Amministrazione comunale.

Il campione azzurro a Treviglio

In un interessante e simpatico botta e risposta con il sindaco Juri Imeri, l’atleta paralimpico italiano di origini cubane, neo-vincitore della medaglia d’oro nel lancio del disco a Parigi 2024, ha emozionato la platea di piazza Garibaldi con il racconto dei suoi traguardi sportivi, soffermandosi sulle difficoltà incontrate con l’improvviso stato di cecità irreversibile e sottolineando l’importanza delle persone che lo hanno aiutato in questo percorso, in perfetta sintonia con i valori di inclusione e rispetto delle diversità che da sempre ispirano il mondo del volontariato locale.

"Dopo l’incidente del 25 maggio 2011, che mi ha fatto perdere la vista, ho dovuto imparare a fidarmi delle persone per poter raggiungere determinati risultati e ritrovare la mia dimensione – ha riferito Tapia – Per lasciarmi guidare da un altro, ho dovuto imparare a mettermi in discussione in prima persona, in modo da iniziare insieme un nuovo percorso. Ovviamente questo mi ha spaventato all’inizio, ma con il tempo ho imparato a mettere da parte la paura per crescere. Grazie alla fiducia che ho riposto nelle persone dopo l’incidente e a quella che loro hanno riposto in me, io sono cresciuto a livello umano, tecnico e atletico".

La rinascita nello sport

Una tale crescita ha consentito a Oney di tagliare innumerevoli traguardi. Prima dell’oro di Parigi infatti, ci sono stati l’argento di Rio 2016 e i due bronzi di Tokyo 2021, a cui si aggiungono gli ori agli Europei 2016 e 2018, l’argento al Mondiale 2019 e l’oro al Mondiale 2024.

"Tutte le medaglie che ho vinto hanno un valore per me – ha aggiunto – Ma quella di Parigi è importante perché è arrivata dopo la squalifica di un anno che mi è stata imposta dalla Procura Nazionale Antidoping per le tre mancate comunicazioni della mia residenza temporanea dove effettuare i controlli antidoping a sorpresa. È stato un anno molto difficile perché, oltre al fermo nello sport, la polizia penitenziaria di cui faccio parte mi ha trasferito a Viterbo, lontano dalla mia casa e dalla mia famiglia. Sapevo però, di dover trarre forza da tutto quello che stavo passando e, quando sono salito in pedana alle Olimpiadi, ho lanciato il disco più forte che potevo in modo da risollevarmi il morale, oltre a conquistare il titolo. L’ho fatto di prepotenza e alla fine i miei sforzi e i miei sacrifici sono stati ripagati".

Un viaggio interiore

Tutto merito non solo dell’allenamento fisico, ma anche del lavoro interiore che Tapia è stato costretto a intraprendere da quando ha perso la vista.

"Prima dell’incidente, ero molto distratto, poco riflessivo, testardo, e non concludevo mai niente. L’incidente, che io chiamo benedizione, è stato per me il punto di svolta. Se mi procurassero una bacchetta magica per tornare indietro a prima dell’incidente, io la rifiuterei perché sto meglio adesso e perché le sensazioni che provo ora sono davvero fortissime e indescrivibili. Dopo l’incidente ho dovuto per forza trovare il tempo per stare con me stesso e imparare ad apprezzare quello che di buono era rimasto nel mio corpo. Invece di guardare verso l’esterno, ho dovuto girare l’obiettivo verso l’interno. Ed è proprio lì dentro di me che ho trovato più luce che fuori. Per questo amo ripetere che prima dell’incidente ci vedevo ed ero cieco, mentre ora sono cieco e ci vedo. Tutti abbiamo dentro di noi questa fiamma eterna e inesauribile, che purtroppo impariamo a tirare fuori soltanto quando ci succede qualcosa di grave, ma quando lo facciamo, diventiamo migliori di ciò che eravamo prima, diventiamo invincibili, diventiamo più forti del buio".

Più forte del buio

"Più forte del buio". Proprio come il titolo che Oney ha scelto per il suo libro edito nel 2018, con cui in chiusura ha omaggiato il primo cittadino Imeri.

"Oltre all’atleta – ha chiosato quest’ultimo – c’è l’uomo che da anni sta portando una testimonianza di speranza, entusiasmo ed energia in giro per l’Italia e non solo. Oggi Treviglio gli consegna tre medaglie simboliche: quella delle emozioni che ci ha regalato con il racconto del suo vissuto, quella della consapevolezza che se si sta bene con se stessi si può far stare bene anche gli altri, e quella della vita che è una sola e va difesa fino in fondo, anche in mezzo a tante difficoltà e anche con l’aiuto prezioso dei volontari, che ogni giorno si mettono a disposizione delle persone più fragili. Avere qualcuno accanto che ci aiuta ha tanti risvolti positivi, sia sulle disabilità fisiche che sulle fragilità mentali, e Oney ce l’ha dimostrato".

Giornata del Volontariato

"Con ospiti significativi come Tapia – gli ha fatto eco il vicesindaco Pinuccia Prandina - la nostra Amministrazione vuole sottolineare e ringraziare il contributo altruistico che molti cittadini volontari offrono quotidianamente per il benessere della nostra comunità, dando sempre più voce a un volontariato di qualità. Oltre ad aver istituito convenzioni e bandi per sostenere il loro operato, con questa giornata, che ormai è diventata un appuntamento fisso del primo sabato di ottobre, vogliamo ringraziare tutte le associazioni e le cooperative che operano sul nostro territorio prodigandosi soprattutto per le persone più fragili".

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