Capralba

Il bar della stazione riapre, grazie all'idea di due imprenditrici

Irene Casazza ed Agostina Nichetti vengono dal mondo della cosmetica. Ma poi "abbiamo capito che dovevamo provare a fare qualcosa di diverso, qualcosa di nostro"

Il bar della stazione riapre, grazie all'idea di due imprenditrici
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C’era una volta un bar chiuso da anni alla stazione di Capralba. Oggi quel locale è tornato a vivere grazie all’energia, alla determinazione e all’amicizia di due donne che non si sono fermate davanti a nulla. Si chiama «Expresscafè» e ha aperto da pochi giorni, ma è già un punto di riferimento per pendolari e residenti.

L'idea di Irene Casazza ed Agostina Nichetti

A gestirlo sono Irene Casazza, di Ripalta Arpina, e Agostina Nichetti, di Casaletto Vaprio: due amiche «conosciute per puro caso in un’azienda di cosmetica – ha raccontato Agostina – e da lì non ci siamo più staccate». Un’intesa immediata, fatta di risate e sogni condivisi.

«Avevamo idee simili su molti aspetti ed era come se ci conoscessimo da una vita - racconta - Poi ci hanno divise di turno ma la voglia di andare a lavorare era molta e il motivo era semplice: sapevano che c’era l’altra. Così abbiamo capito che dovevamo provare a fare qualcosa di diverso, insieme, insomma qualcosa di nostro».

L’idea è nata quasi per gioco.

«I nostri compagni ci hanno parlato di questo bar abbandonato alla stazione di Capralba, paese che entrambi conoscono bene perché ci hanno abitato e lavorato in passato. Così ci siamo dette: perché no?». La decisione di provarci è arrivata in un attimo, ma il percorso non è stato semplice. La burocrazia, i lavori, l’incertezza. «Non sempre è stato tutto rose e fiori – ammettono – ma passo dopo passo abbiamo ridato vita al locale. E ora, ogni volta che qualcuno entra e ci fa i complimenti, ci emozioniamo davvero. Perché significa che la gente apprezza tutto il lavoro svolto».

I capralbesi, e non solo, hanno risposto con entusiasmo, accogliendo il nuovo bar come un segnale di rinascita per un luogo pubblico che per troppo tempo era rimasto in silenzio. Leggi l'intervista completa su CremascoWeek in edicola

 

 

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