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I ragazzi stranieri che hanno finito le scuole dell’obbligo ora sono colognesi “onorari”

La suggestiva cerimonia di conferimento della cittadinanza, dal valore simbolico, è stata organizzata venerdì 21 novembre sotto Porta Rocca

I ragazzi stranieri che hanno finito le scuole dell’obbligo ora sono colognesi “onorari”

E’ stata una cerimonia all’aperto suggestiva quella organizzata dall’Amministrazione comunale di Cologno al Serio venerdì 21 novembre, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria ai minori stranieri residenti in paese che hanno terminato il ciclo delle scuole dell’obbligo.

Cittadinanza onoraria: un gesto simbolico di accoglienza

Il conferimento della cittadinanza onoraria è stato un’iniziativa dal puro valore simbolico che l’Amministrazione Drago, alfiere nella Bassa, ha voluto portare avanti nonostante le non poche polemiche nate in Consiglio comunale. La serata, programmata all’interno della settimana in cui è caduta la ricorrenza della “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, nonostante il sapore invernale ha regalato forti emozioni capaci di riscaldare tutti i presenti: gli studenti di prima superiore destinatari del riconoscimento, i loro compagni del Consiglio comunale dei ragazzi con la docente Silvia Carne, i familiari, qualche cittadino, la sindaca Chiara Drago e gli assessori Lara Maccarini e Renato De Franceschi. Sotto una delle maestose porte d’ingresso del borgo, allestita con una miriade di candeline disposte al suolo e alcune installazioni lungo il fossato medievale inneggianti alla pace, i cinque ragazzi provenienti da Egitto, Costa d’Avorio, Senegal, India e Myanmar si sono sentiti un po’ più italiani.

“Questa iniziativa nasce principalmente dal Consiglio comunale dei ragazzi – ha esordito Maccarini – una delle nostre chiacchierate è stata sul tema della pace, alla luce di quello che sta succedendo intorno a noi, e i ragazzi hanno scelto di organizzare un momento di raccoglimento comunitario e con la sindaca abbiamo scelto di conferire in questa serata anche la cittadinanza onoraria agli studenti che hanno concluso il ciclo scolastico obbligatorio”.

Dopo una toccante lettura, Maccarini ha lasciato spazio ai pensieri dei membri del Consiglio dei ragazzi, con in testa il sindaco Tommaso Ubbiali, che ha letto una poesia sulla pace, seguito via via dalla vice e dagli altri consiglieri, che hanno esposto anche un cartellone dal titolo eloquente: “La guerra distrugge, la pace ricostruisce”. Infine è arrivata una profonda riflessione della docente, che ha preceduto il tanto atteso momento del conferimento.

“Abbiamo scelto questo luogo per l’adesione alla campagna Ripudia contro la guerra e le installazioni che sono state preparate sul tema della pace – ha esordito la prima cittadina – e questo giorno perché è a ridosso della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ci ricorda che tutti i bambini e i ragazzi hanno diritto alla sicurezza, all’istruzione, alla libertà e alla felicità. Non esiste pace senza giustizia, senza opportunità e la possibilità di sentirsi parte di una comunità. Ringrazio tantissimo il Consiglio comunale dei ragazzi e l’Istituto comprensivo per il lavoro che hanno svolto: l’energia, le idee, i brani e i pensieri che hanno condiviso ci ricordano che si può sempre scegliere la via della solidarietà anziché quella della paura e della distruzione. Oggi è importante non stancarci di parlare di pace – ha continuato – ci è sembrato importante inserire in questa serata anche il conferimento della cittadinanza onoraria, un gesto simbolico approvato quest’anno dal Consiglio comunale. Questo perché i bambini e le bambine in classe sono tutti uguali: nella loro diversità hanno gli stessi diritti e lavorano tutti insieme cercando di andare d’accordo, pur confrontandosi e a volte litigando. Appartenere a una comunità per noi significa partecipare, contribuire, sentirsi responsabili e costruire insieme un futuro che non lasci indietro nessuno, quello che già succede a scuola e deve accadere anche nella società, nel nostro paese. Siamo qui per chiedere a gran voce pace e fare in modo che possa camminare sulle gambe e nelle vite dei nostri bambini e ragazzi”.

“Da oggi sento questa città come una casa”

Poi ha chiamato a uno a uno i destinatari: Su Yadanan Htwe, di origine birmana, nata in Italia, Kadidjia Koubra Kone di origine ivoriana, Serigne Fallou Ndong , di origine senegalese,  PrabhsimranSingh di origine indiana e ⁠Basmala Soliman Arm  di origine egiziana. Quest’ultima ha voluto leggere un breve messaggio di ringraziamento.

“E’ un onore grandissimo, un’emozione difficile da descrivere, penso per tutti – ha detto sorridendo l’adolescente – essere accolta come parte di questa comunità significa molto per me, vuol dire sentirsi riconosciuti e ascoltati. Voglio ringraziare l’Amministrazione, il Consiglio comunale e tutte le persone che hanno reso possibile questo momento. Per me rappresenta anche un incoraggiamento a continuare a impegnarmi con i miei studi, sentendo responsabilità, rispetto e gratitudine”.

La ragazza ha poi accennato ai venti di guerra che soffiano nel mondo.

“Viviamo in un mondo fatto di guerre, divisioni e sofferenze, per questo è ancora più importante essere qui: questo riconoscimento rappresenta un messaggio forte, e cioè che l’inclusione, l’amicizia e la pace sono valori fondamentali e ogni persona può contribuire a costruire un futuro più umano e più sereno per tutti – ha affermato – La pace non è solo l’assenza di guerra, ma la capacità di vivere insieme, di rispettarsi ed ascoltare. Ed è proprio questo che sento oggi, che una comunità può accogliere, unire e dare speranza. Prometto di onorare questo gesto continuando a portare avanti i valori che ora mi avete riconosciuto e da oggi sento questa città come una casa, un luogo in cui crescere e contribuire a costruire ponti, non muri. Grazie alle persone che mi hanno sostenuto, soprattutto i miei genitori, grazie di cuore a tutti”.

Parole che hanno toccato il cuore di tutti e suscitato un caloroso applauso.