Il caso

Hospice di Treviglio, Porta Est: "Dimissioni di massa degli infermieri", Anni Sereni: "E' falso"

E' scontro tra il Comitato e il Consiglio di amministrazione della fondazione che gestisce la struttura

Hospice di Treviglio, Porta Est: "Dimissioni di massa degli infermieri", Anni Sereni: "E' falso"
Pubblicato:
Aggiornato:

Non si placano le polemiche per la situazione dell’Hospice di Treviglio gestito dalla Fondazione Anni Sereni, dopo le dimissioni dei due medici palliativisti Riccardo Valente e Sarina Angiolillo.

Hospice a rischio?

Ed è mistero sulle presunte dimissioni di massa del personale infermieristico dell’Unità di cure pallative domiciliari. Secondo il Comitato Porta Est, per voce dei referenti Roberto Fabbrucci e Francesco Gatti, i servizi domiciliari sarebbero stati sospesi. Un’affermazione che è stata però smentita con forza dal Cda della Fondazione, che dietro queste affermazioni vede "giochi" politici in vista delle prossime elezioni amministrative.
L’allarme è stato lanciato lunedì pomeriggio nel corso di una conferenza stampa. I membri del Comitato hanno tracciato la cronistoria delle motivazioni che hanno portato l'Hospice, a loro dire, a un passo dal collasso, con le dimissioni in sequenza di Valente e Angiolillo.

"Tutto è iniziato con la nomina, dall’esterno, di una nuova figura referente della domiciliarità hospice - ha spiegato Fabbrucci e Gatti - La mancanza di condivisione e chiarezza in questa scelta ha provocato una frattura irreparabile. Questa non è una “normale rotazione di personale”. È un fatto straordinario e grave, paragonabile alle dimissioni simultanee di un intero reparto ospedaliero. Un evento che non può essere minimizzato".

Comitato Porta Est preoccupato

Una situazione quella dell'Hospice che, secondo quanto riferito da Porta Est, avrebbe portato alla sospensione dei servizi domiciliari.

"Niente più prelievi del sangue a domicilio, né interventi infermieristici o fisioterapici - accusano dal Comitato - L’Assistenza Domiciliare Integrata, fondamentale per anziani e malati gravi, è di fatto bloccata. Le richieste che arrivano alla Casa di Comunità non trovano più risposta. È già in atto una crisi concreta, che colpisce le fasce più fragili: malati terminali, anziani non autosufficienti, famiglie che si trovano sole, senza sostegno".

Addirittura, secondo quanto riferito da Francesco Gatti "potrebbe configurarsi il reato di interruzione di pubblico servizio".

"La legge è chiara - ha spiegato - se un ente accreditato per l’erogazione di cure domiciliari non è più in grado di garantire i servizi, possono emergere responsabilità gravi. In casi simili, la giurisprudenza italiana parla di interruzione di pubblico servizio. Se si accertasse un nesso tra decisioni gestionali e sospensione delle cure, si entrerebbe in un ambito che non riguarda più solo la sanità, ma anche la giustizia penale".

Il caso del parcheggio

Il Comitato Porta Est ha infine richiamato l’attenzione sul fatto che non c’è più a disposizione l’area parcheggio accanto all'Hospice.

"E’ un requisito richiesto dalla Regione Lombardia per mantenere l’accreditamento - hanno spiegato - Senza parcheggio, l’Hospice potrebbe perdere il contratto con Ats e con esso la possibilità di operare nel sistema sanitario regionale. Il risultato? Niente più fondi pubblici, cure non più gratuite, struttura inutilizzabile per la gran parte della cittadinanza".

La conferenza stampa si è conclusa con la richiesta ai tre Comuni consorziati della Fondazione Anni Sereni (Treviglio, Caravaggio e Fara d’Adda) di rompere il silenzio e assumersi la responsabilità di salvare il prezioso servizio.

La replica di Anni Sereni

Come detto, non si è fatta attendere la replica del Cda della Fondazione che gestisce l'Hospice.

"Nel prendere atto delle affermazioni di Francesco Gatti e Roberto Fabbrucci, infondate e prive di nesso con la realtà, visto che nessun servizio é sospeso, ci chiediamo quale sia la fonte a cui si siano rivolti per avere informazioni, visto che nessuna richiesta è mai giunta agli amministratori o al personale amministrativo della Fondazione - è scritto in una nota di Anno Sereni - Ci amareggia il sospetto che tale campagna sia condotta per motivi che nulla hanno a che fare con la qualità del servizio, ma piuttosto con la ricerca affannosa di visibilità per le prossime scadenze elettorali".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali