Heysel, 40 anni dopo: la notte che macchiò il calcio di sangue
Il 29 maggio 1985, durante Juventus-Liverpool, la furia degli hooligans provocò una strage: 39 morti, tra cui il giovane Franco Galli di Calcio. Una ferita ancora aperta nella memoria del calcio europeo.

Il 29 maggio 1985, durante Juventus-Liverpool, la furia degli hooligans provocò una strage: 39 morti, tra cui il giovane Franco Galli di Calcio. Una ferita ancora aperta nella memoria del calcio europeo.
La tragedia annunciata: caos e violenza allo stadio di Bruxelles
La notte che macchiò di sangue lo sport. Era il 29 maggio 1985, e lo stadio Heysel di Bruxelles si preparava a ospitare una delle finali più attese della Coppa dei Campioni: Juventus contro Liverpool. Ma ciò che avrebbe dovuto essere una serata di sport e passione si trasformò in un incubo. A un’ora dal fischio d’inizio, il settore Z, occupato perlopiù da tifosi juventini, fu assaltato dagli hooligans inglesi. Le barriere furono abbattute, la folla si riversò nel panico e centinaia di persone tentarono di fuggire dalla calca. Un muro crollò, schiacciando decine di spettatori. Il bilancio fu tragico: 39 morti e oltre 600 feriti. La UEFA, temendo conseguenze ancora più gravi in caso di sospensione, decise di far giocare comunque la partita. La Juventus vinse, ma quella coppa è ricordata da tutti come “la coppa insanguinata”.
Franco Galli, una vittima simbolo: la storia di un tifoso qualunque
Tra le 39 vittime, 32 erano italiane. Uno di loro era Franco Galli, 25 anni, carpentiere di Calcio. Ultimo di undici fratelli, Franco era un ragazzo semplice, con una grande passione: il calcio. Giocava la domenica con gli Amatori Kals, ma il suo cuore batteva solo per la Juventus. Aveva finalmente coronato un sogno: partire per Bruxelles con alcuni amici per vedere la Juve in una finale europea. Era nel settore Z, e per vedere meglio la partita si era spostato verso il basso delle gradinate. Ma in quel punto si scatenò la tragedia. Appena uscito da un infortunio alla gamba, Franco non riuscì a fuggire. Fu tra i primi a essere travolti.bA casa, i familiari seguirono le immagini scioccanti in televisione, sperando che lui si fosse salvato. Ma nella notte arrivò la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: Franco era tra le vittime.
Una ferita aperta: memoria, giustizia e le conseguenze per il calcio
L’Heysel rappresenta ancora oggi uno dei momenti più bui nella storia del calcio. L’impatto fu enorme: le squadre inglesi furono escluse per cinque anni dalle competizioni europee, su proposta del governo britannico, e Margaret Thatcher varò misure durissime contro gli hooligans. Michel Platini, protagonista in campo quella sera, ha spesso dichiarato che ricordare fa male, ma dimenticare è impossibile. Quella notte cambiò per sempre la percezione del calcio europeo: non era più solo uno sport, ma un luogo dove poteva morire la gente. Oggi, a quarant’anni dalla strage, resta il dovere della memoria. Per Franco Galli e per tutti coloro che persero la vita, affinché il calcio non sia mai più teatro di morte.