Artiglieri

Gli artiglieri celebrano 25 anni di storia ed è festa grande con un raduno provinciale

Il vescovo emerito di Fidenza monsignor Carlo Mazza: "La sezione tiene vivo l'amor patrio, il senso di appartenenza al nostro Paese"

Gli artiglieri celebrano 25 anni di storia ed è festa grande con un raduno provinciale

La sezione degli artiglieri dedicata al sergente Luigi (Gino) Benedetti mancato nel 2000, capopezzo e croce al merito di guerra per la partecipazione alle operazioni belliche tra il 1940 e il 1945 nelle campagne di Francia e Russia, compie 25 anni e festeggia con un raduno provinciale.

Artiglieri in festa sfilano in centro

Un traguardo importante quello celebrato domenica 28 settembre in grande stile, con un raduno provinciale che ha visto sfilare per le vie del centro, insieme alle autorità civili, uno stuolo di labari al vento, a rappresentare le sezioni comunali presenti, le federazioni di Bergamo e Brescia e le associazioni combattentistiche e d’arma locali e provinciali, a cui si sono unite le bandiere di svariate associazioni di volontariato. La cerimonia, dopo l’ammassamento alle Aie, è iniziata in Rocca al Monumento dell’Artigliere, con l’alzabandiera. Ascoltate le note dell’Inno nazionale e di quello dell’Artigliere, i presenti hanno deposto un omaggio floreale per poi passare la parola, per i saluti, al presidente di sezione Claudio Aceti, alla madrina Anita Benedetti, figlia del compianto militare, e al presidente provinciale degli Artiglieri, Giuseppe Invernizzi. 

“Fu di Benedetti l’idea di costituire una sezione ma purtroppo non fece in tempo perché venne a mancare a fine gennaio dello stesso anno – ha esordito Aceti – Ringrazio il cavaliere Gianfranco Passera, che ha saputo cogliere e realizzare in breve tempo il suo desiderio. Ricordo la sottoscrizione dell’atto costitutivo con altri circa 50 artiglieri in congedo, proprio qui in sala rossa della rocca. Un quarto di secolo di vita associativa, di partecipazione attiva ai raduni, manifestazioni pubbliche, ricorrenze nazionali e locali spesi per mantenere e diffondere i fini patriottici e sociali stabiliti dallo Statuto dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, con la costante opera silenziosa di volontariato dei soci per la nostra comunità, nell’ambito civico, sociale, culturale e assistenziale”.

Poi ha ricordato gli artiglieri deceduti e il presidente onorario di eezione Guido Maffeis, scomparso nel 2019 ed espresso gratitudine ad Anita e Giusi Benedetti, figlie di Gino, oltre ais soci che si sono impegnati per organizzare l’evento di questo evento, l’Amministrazione comunale e le associazioni d’arma locali per la proficua collaborazione, oltre a tutti i presenti.

Il vescovo emerito: “La sezione tiene vivo l’amor patrio”

Il corteo si è mosso sulle note del Corpo musicale parrocchiale e, dopo aver deposto un omaggio floreale ai Caduti, ha fatto il suo ingresso in chiesa per partecipare alla messa solenne celebrata dal vescovo emerito di Fidenza monsignor Carlo Mazza. Nell’omelia il vescovo ha ricordato la figura del sergente Benedetti, che ha definito candida, e l’importanza delle attività della sezione a lui intitolata.

“Una presenza significativa in paese, che opera nella socialità, nella solidarietà e si occupa della cultura e di tener vivo l’amore patrio – ha sottolineato – Questo vuol dire formare ed educare le persone, soprattutto i giovani , al senso dell’appartenenza al nostro Paese. L’inno è importante per crescere in una mentalità che stima, apprezza, lavora e contribuisce al suo bene. L’amore di patria è qualcosa che appartiene alla nostra civiltà, non è appannaggio di qualche gruppo, appartiene alla nostra storia e cultura, ai nostri sacrifici, ai morti e ai vivi. Quindi la festa di oggi è straordinaria, per gli artiglieri ma anche per tutta la comunità: siamo un unicum, in sé diverso e conflittuale, eccome, ma sempre un’unica cosa. Vi auguro di proseguire, fare adepti, in senso positivo e non militaresco perché non serve a nessuno, ma per la pace, la giustizia e la fraternità. Ciascuno ha il suo modo di essere attivo e presente e il vostro motto è straordinario: ‘Sempre e dovunque’ e vale per tutti, è un grande principio di comportamento civile, è un atteggiamento importante dal punto di vista sociale e solidaristico. Allora andate avanti, sempre e dovunque!”.

Il sindaco: “Un impegno che dura da un quarto di secolo”

Al termine del rito religioso, tutti si sono diretti nelle aie della maestosa rocca albani dove il primo cittadino Marco Gastoldi, il presidente di sezione e vicepresidente provinciale Claudio Aceti, il vicesindaco di Grassobbio e membro del collegio dei probiviri della presidenza nazionale dell’associazione Artiglieri d’Italia Yuri Tartari e l’assessore di Cologno al Serio Renato De Franceschi hanno tenuto i discorsi ufficiali e si sono scambiati omaggi, con il sindaco che ha mostrato orgogliosamente il dono di una statuetta della patrona degli artiglieri, santa Barbara.

“È con profondo onore e sincera emozione che oggi, a nome dell’Amministrazione comunale, prendo la parola in occasione di una ricorrenza tanto importante quanto sentita: il raduno provinciale e il 25esimo anniversario di fondazione della sezione – ha esordito – Il 25esimo non è soltanto una tappa simbolica, ma la testimonianza concreta di un impegno che dura da un quarto di secolo: onore, memoria e servizio. In un’epoca spesso segnata da incertezze e smarrimenti, la presenza attiva degli artiglieri sul territorio è stata – ed è – un faro di appartenenza, di rispetto, di amore per la Patria e di dedizione civica. Il mio auspicio è che da questa giornata parta un messaggio chiaro: pace e libertà sono i beni più preziosi da custodire e difendere, sempre e dovunque”.

Poi i ringraziamenti, i saluti agli ospiti e il ricordo dei Caduti, infine la consegna del gagliardetto commemorativo del Comune con incisa una frase significativa: “Nel segno dell’onore, della memoria e del servizio, avete custodito e trasmesso, nel nostro territorio e per un quarto di secolo, “sempre e dovunque”, lo spirito degli artiglieri d’Italia, con orgoglio e stima”.

“L’augurio è che questa giornata non rappresenti solo un traguardo da celebrare, ma anche un nuovo slancio per continuare ‘sempre e dovunque’, nel solco dei valori che ci rendono più forti, più uniti e più consapevoli del nostro passato – ha concluso – Sappiamo che il ruolo delle associazioni d’arma e combattentistiche sul territorio oggi fondamentale, perché custodiscono la memoria, trasmettono valori, rafforzano il senso di comunità e contribuiscono a costruire una società più coesa, giusta e solidale”.

Attestati di merito

La cerimonia si è conclusa con l’assegnazione di attestati di merito: il primo al fondatore della sezione di Urgnano e presidente onorario di quella di Bergamo, cavalier Passera, che purtroppo non ha potuto essere presente, il secondo alla memoria di Guido Maffeis, presidente onorario della sezione urgnanese, e il terzo all’alfiere della medesima Franco Bonardi, tra gli applausi dei presenti. Un aperitivo e il pranzo conviviale hanno chiuso in bellezza la mattinata.