Giada e Luca 4.200 km in bicicletta sino a Capo Nord
Entrambi triatleti residenti a Inzago, lei è tesserata per il Triathlon Treviglio, hanno raggiunto la Norvegia in bicicletta in 19 giorni. Il racconto dell'avventura
Dall'Italia a Capo Nord, in Norvegia, in bicicletta pedalando circa 4.200 chilometri, attraversando sette nazioni. Il tutto in 19 giorni. Un'impresa come solo atleti ben allenati posso compiere. E loro lo sono: Giada Cananzi, 29 anni di Inzago, è tesserata per il Triathlon Treviglio, e anche Luca Papetti, 35 anni, si dedica al triathlon. Giada ci ha raccontato la loro vacanza... estrema.
Una ultra-race in bicicletta sino a Capo Nord
Una vacanza estrema, una sfida con se stessi e le proprie capacità fisiche arrivando a percorrere in bicicletta 4.200 chilometri, attraversando sette nazioni, sino alla meta di Capo Nord in Norvegia. Il tutto in... soli 19 giorni. Non certo un’impresa da tutti. Infatti, a compierla sono stati due triatleti, abituati a duri allenamenti per preparare appuntamenti che spingono il proprio corpo al limite come l’Ironman, gara di triathlon che prevede 3,8 chilometri a nuoto, 180 chilometri in bicicletta e 42,2 chilometri di corsa a piedi: stiamo parlando di Giada Cananzi, 29 anni, dal 2019 tesserata per il Triathlon Treviglio, e del compagno Luca Papetti, 35 anni, che vivono a Inzago, nel milanese.
"La competizione “NorthCape 4000” è partita il 20 luglio da Rovereto - ha raccontato Giada -. C’era un percorso ben definito da oltre 4mila chilometri da seguire, monitorati con il GPS, entro 21 giorni. Il tutto da percorrere in bicicletta. La particolarità di questo evento e che non sei supportato in alcun modo per problemi meccanici, di documenti o di salute. Ciascun partecipante doveva cavarsela da solo. La cosa bella è stata l’aver conosciuto un sacco di gente che come noi ha condiviso questa impresa: ci si ritrovava in un supermercato disperso in Svezia, la sera, e ci si confrontava sul viaggio oppure stanchi la mattina alla ripartenza di un’altra giornata e ci si dava la forza per pedalare altri 200 e passa chilometri quel giorno. E’ stata una sfida tosta, entrambi veniamo dal triathlon e pensavamo fosse una cosa fattibile...".
Giada e Luca per viaggiare "leggeri" si sono portati lo stretto necessario.
"Dovendo pedalare tra i 230 e i 260 chilometri al giorno non ci siamo portati molto con noi. La sera lavavi i capi tecnici che ci ha fornito Danilo Frigerio, che ringraziamo così come un ragazzo di Roma che ha realizzato su misura le borse da bicicletta. Abbiamo portato in giro per l’Europa un po’ di made in Italy".
Un viaggio che ha rischiato di finire al secondo giorno
E dire che il viaggio dei due triatleti ha rischiato di interrompersi dopo poco più di 48 ore.
"Da Rovereto, passato il Brennero, siamo transitati a Innsbruck in Austria, lungo l’est della Germania arrivando a Monaco di Baviera. Qui siamo rimasti bloccati quasi due giorni per aggiustare il telaio della bici di Luca. Non trovavamo nessuno in grado di farlo sin quando un tedescone ci ha risolto il problema. Avevamo le lacrime agli occhi - ha proseguito il racconto la Cananzi -. Ripartiti, in un paio di giorni abbiamo ripreso gli altri partecipanti, attraversando la Repubblica Ceka sino a Berlino. Qui in traghetto siamo giunti in Danimarca, saliti sino a Copenaghen ci siamo reimbarcati alla volta della Svezia. In Svezia abbiamo pedalato per 2.500 chilometri, tra salite e discese che ti spezzano le gambe. Complessivamente abbiamo affrontato quasi 30mila metri di dislivello nei 19 giorni di viaggio. Le tappe successive sono state la Finlandia, sino a Rovaniemi, poi la Norvegia e, infine, l’approdo a Capo Nord. All’arrivo non c’è stato nessun vincitore, se ce la facevi a coprire il percorso in meno di 21 giorni ricevevi un attestato".
Gli unici momenti di riposo per i triatleti Giada e Luca sono stati la sera, quando in giro per l’Europa sono andati alla ricerca di un ostello, un bed & breakfast o una stanza per "ricaricale le batterie" in vista della giornata successiva.
"Alcuni partecipanti a questa ultra-race hanno optato per portarsi la tenda, noi non l’abbiamo fatto anche per questioni di peso in bicicletta - ha aggiunto Giada Cananzi -. Sia io che Luca sentivamo la necessità, dopo una giornata in bicicletta, di trovare un alloggio per farci una doccia e riposare nel miglior modo possibile. E’ capitato di pedalare anche 60 chilometri in più rispetto al programma giornaliero perché ci siamo trovati in mezzo al nulla e siamo dovuti andare alla ricerca di un ostello o di un bed & breakfast per trascorrere la nottata. Il mattino successivo eravamo distrutti, ma c’era sempre qualche concorrente che ci dava la carica per non mollare e ripartire a pedalare. Fa nulla se facevi 200 chilometri al buio, in mezzo ai boschi... E’ stata una bellissima esperienza".
Giada il 22 settembre sarà a Nizza per l'Ironman World Championship
Il viaggio di ritorno in Italia per Giada Cananzi e Luca Papetti è stato certamente più "comodo" a bordo di un aereo. "Lì sì che ci siamo riposati", ha concluso Giada che durante l’estate non ha mai smesso di allenarsi. Il prossimo 22 settembre, infatti, la 29enne portacolori del Triathlon Treviglio parteciperà al "Vinfast Ironman World Championship" a Nizza, in Francia. L’aspetta la prova più impegnativa nel triathlon: nuotare per 3,8 chilometri nella Baie des Anges, per poi salire in sella alla bicicletta da corsa per affrontare i 180 chilometri di un percorso nell’entroterra di Nizza che prevede salite sino ai 2.400 metri; poi, dulcis in fundo, giù dalla bici e indossate le scarpette da running una corsa da 42,2 chilometri lungo un circuito tracciato sulla Promenade des Anglais. Forza Giada, faremo il tifo per te.
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