Antonia (Gina) Caldara taglia il traguardo dei 101 anni e la Rsa Vaglietti-Corsini di Cologno al Serio organizza una bella festa.
Gina ultracentenaria, festa alla Rsa
Lo scorso 7 ottobre la casa di riposo colognese ha celebrato un altro compleanno di quelli che non tutti hanno la fortuna di festeggiare, una degli ospiti, Antonia ma per tutti semplicemente Gina, ha compiuto 101 anni. Per lei una simpatica festa, a cui hanno partecipato il presidente Maurizio Cansone, lo staff, gli ospiti del reparto e i familiari.
“Purtroppo la mamma non vede più e mi manca non sentirla più parlare con me – ha raccontato la figlia Giuditta Gustinelli – è entrata alla casa di riposo 11 anni fa, con un leggero Alzheimer, adesso purtroppo non mi riconosce e reagisce poco agli stimoli. Si muove in carrozzina ma il suo fisico è forte. Anche se non ha partecipato attivamente alla festa percepiva che eravamo lì per lei, siamo orgogliosi. Lo staff ha organizzato tutto in maniera perfetta, mettendole anche una bella collana di perle al collo. In regalo dal presiente il certificato di longevità, che si aggiunge a quello ricevuto per i 100 anni, e un vaso di orchidee”.
Una vita di fatiche e la perdita di un figlio
Gina, vedova da nove anni, non ha avuto una vita facile ma è sempre andata avanti con una forza incredibile.
“Colognese doc, prima di dieci figli, si è occupata dei fratelli per anni perché la madre lavorava alla filanda del paese – ha spiegato ancora Giuditta – il padre tagliava la legna per poi venderla, non aveva un’occupazione stabile, erano poveri e appena ha potuto ha cominciato a lavorare sul lago di Como, in un manicomio, come infermiera. Ci è rimasta per quasi tre anni e di quell’esperienza ricordava episodi pesanti, non era facile stare tutti i giorni a contatto con persone con problemi psichici. Poi è stata trasferita in un ospedale, nel reparto di Pediatria, ci raccontava sempre di un bimbo, Fulvio, a cui si era molto affezionata e infatti a uno dei miei fratelli ha dato quel nome”.
Gina ha incontrato l’uomo della sua vita durante una delle volte in cui è tornata a casa dalla famiglia e dal matrimonio sono nati tre figli: oltre a Giuditta, Natale e Fulvio, appunto.
“A mio padre, Angelo Gustinelli, piaceva la mamma e aveva conosciuto mio nonno al bar – ha ricordato la figlia – lei scherzava dicendo che aveva avuto la sua mano offrendo a lui calici di vino. I nonni infatti avevano caldeggiato il fidanzamento perché papà era orfano dalla tenera età di 11 anni. Con noi figli la mamma è sempre stata molto aperta e moderna. Oltre ad accudirci e a mandare avanti la casa, sapendo cucire a macchina, riparava gli abiti che i residenti del suo cortile le portavano”.
Una vita di lavoro e sacrifici, funestata dalla morte prematura di uno dei figli.
“Mio fratello Fulvio è mancato a 19 anni, a causa di un incidente – ha affermato Giuditta – per la mamma è stato un duro colpo, ha sofferto molto. Non aveva desiderato la terza gravidanza e quando Fulvio è morto ha vissuto il lutto come fosse una punizione del Signore… Era una donna allegra, che amava cantare, ma da allora non l’ha più fatto…”.
Prima di entrare nella casa di riposo Gina ha vissuto con la famiglia di Giuditta.
“Una nonna e bisnonna buona ma severa, in tutto quattro nipoti e otto pronipoti – ha concluso la figlia – Per farla contenta bisognava mangiare… Del resto lei ha vissuto la fame e la miseria della guerra, la paura dei bombardamenti, con mio padre che era rimasto sotto le armi due anni e fatto prigioniero. Però non si è mai abbuffata e amava cucinare in maniera sana: pochi condimenti, idem per i dolci”.