Dentro Santa Maria la Rossa: prende forma il nuovo museo archeologico di Treviglio
L'ex chiesa dei Cappuccini, in disuso da tanti anni, torna a vivere nel cuore della zona Nord
Il cantiere di Santa Maria La Rossa, a Treviglio, entra nel vivo e il futuro Museo Archeologico inizia a prendere forma. Lo ha raccontato l’Amministrazione comunale attraverso un convegno tenuto mercoledì mattina all’oratorio San Pietro e incentrato sugli sviluppi del progetto e sullo stato di avanzamento dei lavori. Alla tavola rotonda, che è stata patrocinata dall’Ordine degli Architetti di Bergamo e che ha preceduto il sopralluogo al cantiere, hanno partecipato l’architetto Domenico Egizi, progettista e direttore dei lavori, l’architetto Luca Rinaldi, Soprintendente dei Beni archeologici, Belle Arti e Paesaggio delle province di Bergamo e Brescia, gli ingegneri Davide Arrigoni e Giuseppe Cortesi del team di progettazione, l’archeologa funzionario della Soprintendenza Stefania De Francesco e la direttrice di TreviglioMusei Elisabetta Ciciliot.
Santa Maria la Rossa diventerà il nuovo Museo archeologico di Treviglio
«Oltre ai relatori – ha esordito il sindaco Juri Imeri – ringrazio l’Ufficio Tecnico e l’architetto Silvio Cerea, il dirigente dei Servizi culturali Giovanni Vinciguerra, l’Ufficio Patrimonio, la “Società Archeologica Archeosfera”, l’impresa “Vecchierelli srl”, Franco Riz e Jacopo Riganti di “Fondazione BCC”, la Parrocchia, “MatExplora”, Same, Teresa Medici della Direzione Generale Cultura di Regione Lombardia, nonché le classi 5A e 5B dell’Istituto Superiore Zenale e Butinone con la dirigente Paola Pellegrini. Da tanti anni si parlava di recuperare Santa Maria Rossa. Alla fine, il Governo ci ha concesso 4,5 milioni di euro di fondi Pnrr da spalmare tra questo progetto e quello del Centro Civico Culturale».
Da qui dunque, è partita la sfida ambiziosa di convertire Santa Maria Rossa nella sede del nuovo Museo Archeologico.
«Esso si svilupperà su tre livelli su una superficie di 600 metri quadrati – ha spiegato Egizi – L’articolazione al primo piano sarà su varie quote, con la parte finale che affaccerà sulla grande volta a ogiva che contrassegna la zona dell’ex sagrestia. Quest’ultima, l’unica con un solo livello, sarà riservata a sculture di una certa altezza, che potranno arrivare anche a tre-quattro metri. L’ingresso principale sarà su via Pontirolo, che darà accesso a una grande hall per poi smistare gli ospiti verso i tre locali. Con la Soprintendenza poi, stiamo valutando di fare degli squarci centrali per far sì che dal piano terra e dal secondo piano si veda l’evoluzione delle volte dell’edificio».
Quest’ultimo è stato indagato a fondo dagli ingegneri Arrigoni e Cortesi: «Il nostro compito è stato quello di capire se la struttura potesse reggere. In seguito ai nostri studi, siamo riusciti a non mettere mano alle murature già resistenti se non per opere di ripristino, a rinforzare travi e solai in legno con profili metallici, a rinforzare le volte con materiali compositi, ad allargare le fondazioni con mattoni e calcestruzzo, e a migliorare l’edificio da un punto di vista sismico».
Gli studi preliminari inoltre, hanno concesso di riportare alla luce alcuni importanti reperti archeologici.