Da Farinate dalla "Grande mela", l’avventura di Nora Martellosio alla Maratona di New York
"La sera si esce con la medaglia al collo e tutti ti chiedono di battere il cinque, non so nemmeno io quanti ne ho battuti, una gioia incredibile"
di Sara Barbieri
In tanti cremaschi, quest’anno, si sono lanciati nella loro prima esperienza alla maratona di New York, la più famosa e la più prestigiosa in assoluto. Un’esperienza fantastica, che ha visto diversi protagonisti del territorio, tra cui il runner Lorenzo Degani, celebre per le sue precedenti performance sportive e il presidente del "Camisano Running" Gian Pietro Salvitti, a capo di un gruppo di 26 podisti, che hanno gareggiato la maratona competitiva e la non competitiva, condividendo un grande sogno con decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.
L'avventura di Nora Martellosio alla Maratona di New York
E poi, tra i cremaschi, c’era anche una capralbese, Nora Martellosio, che ha raccontato, emozionatissima, il suo sogno da Farinate a New York.
Perché hai deciso di partecipare alla Maratona di New York?
"È una vita che corro, ho sempre partecipato a corse e mezze maratone, ma mai ad una maratona vera e propria. A 46 anni, anzi, avevo quasi deciso di appendere le scarpe al chiodo e invece...grazie all’appello di alcuni amici ho detto ancora “Ci provo!”. È stata durissima anche perché io non ho una società sportiva che mi ha sostenuto. Ho fatto la preparazione da sola e il viaggio da sola. Funziona così: le agenzie dei vari Stati procurano il pettorale, che non si può scaricare online come accade per altre maratone qui in Italia. Questo perché è una maratona molto ambita e molto amata. Così ho trovato, per fortuna, un’agenzia italiana, “Effetto Sport” di Roma, e ho prenotato l’intero pacchetto (pettorina e viaggio). Il pettorale costa molto, 600 dollari, quindi è un costo impegnativo ma era un sogno a cui tenevo moltissimo. La mia preparazione non è stata solo muscolare, ma anche sotto altri aspetti, tra cui soprattutto la cura dell’alimentazione (tante vitamine e potassio e meno acidi) ed è stato faticoso anche considerando il caldo afoso di quest’estate".
Come è stata questa esperienza?
"Meravigliosa, unica, incredibile, senza paragoni. Gli americani chiamano questa maratona “la loro festa”, “la loro maratona”: tutta la città viene bloccata ed è dedicata a questa competizione, non circola neppure un’automobile. La sicurezza nel campus era altissima e quest’anno ancora di più, partendo dal Ponte di Verrazzano. E, durante tutto il tragitto (42 km e 195 metri), mi hanno dato una forza enorme. Ovvio che la maratona si corre con le tue gambe e con i tuoi muscoli ma migliaia di volontari e cittadini cercano di aiutarti e sostenerti. È incredibile la cura che hanno nei particolari. Non c’è un centimetro quadrato dei cinque distretti di New York in cui non abbia trovato qualcuno che non mi abbia sostenuto e incitato in qualche modo e con qualche gesto. Io avevo scritto il mio nome, Nora, anche sul cappello e mi chiamavano tutti. I bambini, di qualsiasi etnia, mi allungavano la mano per darmi le caramelle di Halloween e le mamme - e persino le nonne - uscivano dalle case per offrirmi i biscotti appena sfornati. Alla fine della maratona, nonostante la stanchezza, si esce la sera con la medaglia al collo e tutti ancora ti fanno i complimenti. Persino Polizia e Vigili del fuoco ti chiedono di “battere cinque” e non so neppure quanti ne ho battuti! Ho perso il conto".
E cosa ti sei portata a casa dopo questa avventura?
"Mi ha lasciato l’amore nel cuore perché correre è anche questo. E soprattutto l’emozione di vedere la mia famiglia, che mi aveva seguito con tanta pazienza nella mia preparazione, alla fine del tragitto. E poi ho “raccolto” tutta l’emozione di tutte le persone incontrate, che mi hanno dato una mano dandomi forza. Un’ultima curiosità: quando finisce la maratona e si esce da Central Park passano più di 15 minuti, in cui tutti ti abbracciano e diventano parte di te. È un’esperienza ineguagliabile. Al termine ero felicissima, ho abbracciato i miei familiari, con cui poi ho trascorso una settimana qui a New York".
Alla farinatese Nora Martellosio sono giunti i complimenti anche da parte del sindaco Damiano Cattaneo, per aver rincorso il suo grande sogno.
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