“Specchi e Radici”, l’installazione del farese Emanuele Grazioli commissionata dal “Salone di Bellezza” di Maria Tibaldi ha trovato spazio nella Città dei Mille, lungo il viale Vittorio Emanuele.
Un’opera per ricordare il valore della bellezza
La presentazione ufficiale è in programma per questo pomeriggio, venerdì, alle 17.30, anche se l’opera è di fatto ammirabile già da martedì, quando l’artista e i titolari del salone di Fara d’Adda ne hanno completato l’allestimento. “Si tratta di un progetto presentato per la “Christmas Design” promossa da Confartigianato in città” hanno spiegato. Un ente di cui fa parte anche il “Salone di Bellezza” farese, attività storica con alle spalle oltre sessant’anni di tradizione nel settore, e che ha deciso quest’anno di aderire all’iniziativa commissionando un’opera a Grazioli secondo la tematica proposta dal bando, quella del “Palcoscenico a cielo aperto”.
“Il messaggio fondante è quello della ricerca della bellezza nelle cose semplici – ha spiegato l’artista – Non si parla dell’apparenza, ma del radicamento del bello nell’arte e nella genuinità. Un messaggio apprezzabile dai passanti proprio grazie alle caratteristiche peculiari dell’opera”.
Poltrone da salone e una testa tridimensionale in legno
Impegnati nell’installazione, insieme a Emanuele e Maria, anche i di lei figli, Francesco e Andrea Farina.
“L’opera si compone di poltrone da salone di bellezza sulle quali sono state fissate mantelle artistiche, superfici che diventano tele collettive – hanno spiegato insieme a Grazioli, durante l’installazione – Al centro è collocata una grande testa tridimensionale in legno di recupero, che accoglie contributi e pensieri stratificati costruendo un racconto comune. Gli specchi, poi, non riflettono immagini reali, ma parole e visioni dedicate alla memoria, alle radici e all’identità: questo perché “Specchi e Radici” invita all’introspezione e alla connessione. A riconoscere le proprie radici interiori e culturali, non a riflettere l’apparenza”.
Così, posizionata a lato del viale, l’opera di Grazioli commissionata da Tibaldi invita il pubblico a sedersi, riflettere e lasciare un pensiero. Le domande stimolano una riflessione sulla cura di sé, degli altri e dell’ambiente, oltre che sulla bellezza che connette persone e territorio. Intrecciando tradizione e innovazione, l’installazione trasforma così la città in un luogo dove l’immaginazione prende forma concreta attraverso il coinvolgimento diretto dei passanti. Un punto dove ognuno, per un attimo, è lasciato libero di immaginare chi vuol diventare.
