Sicurezza stradale

Codice della strada: sette mesi dopo, è davvero cambiato qualcosa?

Valerio Bettoni (Aci Bergamo) lancia l’allarme: “Smartphone, distrazioni e alta velocità continuano a mietere vittime. Le multe? Solo la punta dell’iceberg”.

Codice della strada: sette mesi dopo, è davvero cambiato qualcosa?
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Valerio Bettoni (Aci Bergamo) lancia l’allarme: “Smartphone, distrazioni e alta velocità continuano a mietere vittime. Le multe? Solo la punta dell’iceberg”.

Una riforma necessaria, ma è bastata?

Il 14 dicembre 2024, come raccontano i colleghi di Prima Bergamo, entrava in vigore il nuovo Codice della strada, frutto di un’attesa lunga trent’anni. Tolleranza zero per alcol e droghe alla guida, nuove regole per i neopatentati, maggiore tutela per ciclisti e sanzioni più severe per chi usa lo smartphone al volante: un pacchetto di norme pensato per rendere le strade italiane più sicure e moderne. Eppure, sette mesi e mezzo dopo, la domanda che si pone Valerio Bettoni, presidente dell’Aci di Bergamo, è semplice e diretta: “Qualcuno ha constatato un netto miglioramento?”. Secondo Bettoni, la nuova normativa ha avuto l’effetto di una pioggia d’estate: attesa, rumorosa, ma incapace di lasciare segni profondi sul terreno.

“La guida è migliorata? La disciplina si è consapevolizzata di fronte ai numeri drammatici delle vittime della strada? O siamo ancora prigionieri delle stesse vecchie abitudini, solo più sanzionate?”-si chiede- "La stretta legislativa, insomma, non avrebbe ancora prodotto un cambiamento culturale, quello più necessario".

Lo smartphone, compagno di viaggio (letale)

Tra le principali cause di distrazione – e di incidenti – resta lo smartphone. Il nuovo Codice ha inasprito le pene per chi lo utilizza alla guida, ma i comportamenti sembrano tutt’altro che corretti. “Si dimentica che a 50 km/h un secondo di distrazione equivale a percorrere 13 metri alla cieca”, ammonisce Bettoni, citando dati inquietanti sull’uso compulsivo dei dispositivi: da trenta a oltre ottanta consultazioni all’ora. Una vera e propria dipendenza che si consuma anche al volante, in barba a qualsiasi normativa. E i numeri lo dimostrano: nell’ultimo weekend di luglio, sulle strade italiane hanno perso la vita 37 persone – tra cui dodici motociclisti, tre ciclisti e quattro pedoni. Una strage silenziosa, spesso evitabile, figlia della disattenzione e dell’eccessiva velocità.

Incidenti, velocità e (in)disciplina: il nodo irrisolto

Anche in provincia di Bergamo la cronaca recente ha registrato un’ondata di incidenti, alcuni gravissimi: dall’auto fuori strada a Bariano al tamponamento sull’Asse interurbano, dalla carambola in galleria a Lovere fino allo schianto di Endine Gaiano, con quattro giovani feriti. “Le multe? Sono solo la punta dell’iceberg”, denuncia Bettoni. “Il vero problema è tutto quello che resta sommerso, impunito e pericolosamente ignorato”. Il presidente dell’Aci pone una domanda provocatoria, ma necessaria: “Qualcuno ha davvero la sensazione che la velocità sulle strade sia diminuita? Che ci sia maggiore attenzione ai segnali?”. E conclude con un monito: “Abbiamo parlato solo di due fattori – velocità e distrazioni – ma ce ne sarebbero molti altri. Serve un cambio di mentalità, non solo di norme. Le regole da sole non bastano, se non c’è la volontà di rispettarle”.