Antegnate

Chiusura Fenatica, anche Antegnate prende le distanze da padre Antonio

Attraverso una lettera ai cittadini il sindaco Mariangela Riva ha espresso la contrarietà ai metodi d’integrazione adottati dalle comunità di Oasi 7.

Chiusura Fenatica, anche Antegnate prende le distanze da padre Antonio
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Attraverso una lettera ai cittadini il sindaco Mariangela Riva ha espresso la contrarietà ai metodi d’integrazione adottati dalle comunità di Oasi 7.

La chiusura della Fenatica

Sono passate poco più di due settimane dalla chiusura del centro di accoglienza della Cascina Fenatica in capo ad una comunità della galassia di Oasi/, fondata da Padre Antonio Zanotti, che è stato condannato in via definitiva a quattro anni di carcere per truffa aggravata ai danni dello Stato. Oggi, il sindaco di Antegnate, Mariangela Riva è tornata sulla vicenda, attraverso una lettera ai suoi cittadini. “Nei giorni scorsi il responsabile della Comunità Oasi 7 presente sul nostro territorio mi ha informato ufficialmente del trasferimento dei migranti richiedenti asilo presenti nella loro struttura. _ ha scritto - la Prefettura di Bergamo ha revocato alla Comunità Oasi 7 di Antegnate l'autorizzazione all'accoglienza dei migranti, a causa della difficoltà economica in cui versava la stessa per via del congelamento dei beni, conseguenza dell'illecito amministrativo ereditato dalla precedente gestione. I migranti che hanno accettato il trasferimento, sono ospitati presso un'altra struttura della provincia, per questo è stato predisposto il cambio di residenza, mentre quelli che non hanno aderito si sono allontanati volontariamente la Comunità Oasi 7”.

L'accoglienza subita

“La permanenza dei migranti sul nostro territorio negli ultimi anni, era divenuta significativa poiché oltre a quelli assegnati alla Comunità Oasi 7, Antegnate era diventato in qualche modo, il punto di passaggio per i nuovi arrivati in attesa di destinazione, con un numero di ore /presenza mensili che si era fatto decisamente elevato.- recita la lettera del sindaco - Lo scopo iniziale del progetto, era l'integrazione a livello sociale e lavorativo dei migranti, un obiettivo chiaramente mancato, visto gli interessi economici che orbitano su queste persone e che si sono palesati con la scoperta dei fatti che tutti conosciamo”.

 

Modello d’integrazione sbagliato

Nell'ultimo passaggio della lettera, il sindaco di Antegnate ha preso le distanze da Padre Antonio criticando  apertamente i metodi, applicati nelle comunità da lui fondate. “Una struttura ( quella di di Oasi 7, ndr) da cui i migranti potevano uscire il mattino e farvi ritorno la sera, con solo obbligo di firma, non credo fosse un progetto educativo o di integrazione. - continua il sindaco - Un progetto di integrazione dei migranti, era ed è sicuramente necessario, ma non con queste modalità. Mi auguro che venga presto realizzato un nuovo programma di integrazione che possa risolvere i problemi e le difficoltà di inserimento dei migranti sul nostro territorio. E che questo( le vicende giudiziarie di Padre Antonio, ndr) sia di ispirazione ed esempio per altre realtà operative. Con il trasferimento dei migranti da Oasi 7, si dimostra ancora una volta che questi centri di accoglienza o buona parte di loro non sono idonei e soprattutto non svolgono le mansioni loro affidate dallo Stato”.

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