Caritas di Treviglio, aumentano le famiglie italiane in povertà
Sono stati pubblicati i dati relativi al report dell’attività svolta nel 2023
Cala il numero di famiglie che si rivolgono al centro di ascolto della Caritas di Treviglio, ma aumentano le richieste degli italiani.
Il report della Caritas
E’ quanto emerge dai numeri contenuti nel Report 2023 sulla povertà in città, pubblicato dalla Caritas in vista della Giornata Mondiale del Povero che si celebra il 17 novembre. Dati che da un lato sembrerebbero testimoniare un calo delle situazioni di disagio, ma che dall’altro dipingono un quadro poco roseo per gli italiani, che hanno aumentato le richieste di aiuto. I nuovi nuclei famigliari che nel 2023 si sono rivolti alla Caritas sono sì passati dai 101 del 2021 e dai 103 del 2020, ai "soli" 61 del 2023 (su un totale di 332), ma nel contempo le famiglie italiane sono passate dalle 118 di tre anni fa alle 142 dello scorso anno, rappresentando il 42,8% del totale (erano il 38,6% nel 2021). C’è invece stata un’inversione di tendenza per le famiglie straniere, che erano 209 nel 2021 e sono calate a 190 nel 2023. Per queste ultime la maggioranza delle richieste arriva dalle famiglie marocchine (19,6%), seguite da quelle egiziane (11,1%), ucraine e albanesi (5,4%), senegalesi (4,2%). L’insieme delle altre nazionalità ammonta infine all’11,5%.
Le famiglie "storiche"
Uno dei dati che maggiormente preoccupa è quello relativo al numero di anni in cui una famiglia si rivolge alla Caritas per ottenere la borsa alimentare (sono 312 quelle che nel 2023 l’hanno ottenuta almeno una volta, ovvero il 3,15% dei residenti trevigliesi). Mediamente, infatti, la richiesta è per 6 anni. Ed è significativo che il 31,4% dei nuclei richiedono la borsa da più di 6 anni. Questo pone un interrogativo sulla capacità dell’aiuto, l’accompagnamento dato a risollevare la Persona/Famiglia dalla situazione di bisogno, ma anche sulle cause e sulle fragilità che portano alla ricerca di un assistenzialismo cronico. Se il 47% delle famiglie chiede la borsa alimentare per un periodo compreso tra 0 e 3 anni, c’è addirittura il 16% che viene sostenuto da oltre dodici anni. Proprio la borsa alimentare rappresenta di gran lunga l’aiuto più richiesto. Ed è in costante crescita, essendo passato dai 235 del 2021 ai 334 del 2023.
I sussidi vari
Sono poi da annoverare le richieste di sussidi alla Caritas per il pagamento di affitto, bollette e Cre estivo, spese condominiali, spesa alimentare, etc... (94), consulenze e orientamento al lavoro (89), ascolto (87), e accompagnamento in collaborazione con i servizi sociali per situazioni di fragilità (45). Per quanto riguarda i sussidi, il totale elargito dalla Caritas ammonta a poco più di 25 mila euro e sono stati assegnati a 47 nuclei famigliari (di cui 18 italiani). Si rileva comunque una diminuzione di sussidi elargiti sia per affitti, utenze e spese condominiali sia per il Cre estivo. Minore risulta il numero dei nuclei familiari che sono stati sostenuti economicamente (nel 2022 erano stati 99, più del doppio).
Chi chiede la borsa alimentare
Ma qual è la carta di identità delle persone che chiedono la borsa alimentare alla Caritas? Dai dati si può osservare che è considerevole la percentuale dei nuclei familiari che si rivolgono a Caritas composti da una sola persona (28,5% del totale). Il monoreddito risulta quindi essere una delle cause di difficoltà economiche e di povertà in particolare se viene associato ai bassi salari. I nuclei composti fino a quattro persone rappresentano il 73,2% di quelli che ricevano l’aiuto alimentare. Anche i dati relativi al reddito Isee dei richiedenti pongono diversi interrogativi. Il 43,67% dei nuclei ha infatti un Isee inferiore ai 4.500 euro e addirittura l’8% ce l’ha pari a zero, ovvero persone che vivono solo di sussidi per invalidità o altro. La presentazione di valori molto bassi dell’Isee in presenza di persone in età lavorativa porta quindi a pensare al problema del monoreddito ma anche al lavoro non regolamentato.
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