Brignano Gera d'Adda recluta i medici in pensione per garantire un servizio ai settecento cittadini rimasti orfani del loro dottore: al via un nuovo ambulatorio pubblico alla Casa di Riposo Don Pietro Aresi.
Brignano richiama i medici in pensione
Se in tutto l' ambito territoriale di Treviglio ancora circa 25mila cittadini
sono senza assistenza sanitaria di base, a Brignano Gera d'Adda, uno dei paesi più colpiti dalla ormai atavica mancanza di professionisti, la casa di riposo Don Pietro Aresi , il Comune e la Asst BG Ovest si sono organizzati per una sperimentazione che punta a mettere un tassello al complicato mosaico di una soluzione. Si tratta di un ambulatorio pubblico, all'interno della struttura della Rsa di via Facchinetti, tenuto aperto da medici in pensione, che si sono resi disponibili a tornare al lavoro. Chi in paese non ha più un medico di base vi si potrà rivolgere per visite e prescrizioni, per ora ogni martedì dalle 8.30 alle 11.30 e il giovedì dalle 16 alle 19. Si comincia martedì prossimo
Ad aprire il servizio anche l'ex sindaco Di Landro
Entrambi i medici che lavoreranno nel nuovo ambulatorio sono medici di fatto in pensione, contrattualizzati grazie ad un accordo con Asst Bergamo Ovest come medici in quiescenza.
"A chiamata rispondo - ha commentato il dottore, che inaugurerà operativamente il servizio dividendosi in seguito con il collega Walter Redigonda, a sua volta in quiescenza - Non mi sono mai negato, e vista la proposta mi sembrava doveroso accettare, perché la problematica e le difficoltà sono grandi e tutti i giorni in paese la percepisco. Sicuramente andava fatto, ed è chiaro che ci metti una piccola pezza, ma le problematiche grosse di assistenza all'individuo rimangono scoperte, quindi facciamo il possibile e direi anche con una certa soddisfazione".
Una sperimentazione per rilanciare la medicina di territorio
Alla presentazione del servizio, venerdì, hanno partecipato il sindaco di Brignano Marco Bonardi, il presidente della Rsa Augusto Baruffi, il direttore generale dell'Asst Bergamo Ovest Giovanni Palazzo, l'assessore ai servizi sociali Clelia Sabbadini, e Pietro Tronconi , direttore sociosanitario dell'Asst, oltre ovviamente al dottor Di Landro.
Così Augusto Baruffi, già per anni alla guida della casa di riposo Anni Sereni di Treviglio.
"Semplicemente abbiamo voluto, come fondazione, non essere fuori da bisogni dei cittadini brignanesi. Avendo spazio vuoto, ci siamo chiesti perché non collaborare facendo sì che questo posto non diventasse di nuovo un presidio medico sul territorio, per i cittadini".
Soddisfatto anche il sindaco Bonardi.
"Come amministrazione a giugno abbiamo subito puntato molto sul problema dell'assistenza sociosanitaria territoriale, carente ormai in tutta Italia, e ci siamo messi all'opera per cercare soluzioni. L'aiuto arrivato da Baruffi è stato molto importante e ci ha dato modo di conoscere le persone con cui ci siamo relazionati e incontrati. Abbiamo organizzato una mattinata per dar modo ai cittadini senza medico di prendere posto con la dottoressa Colpani aiutando così una settantina di persone. Ma ciò non era sufficiente: abbiamo in paese 700 persone senza medico. Grazie alla Rsa e ai medici, abbiamo quindi oggi un servizio importante. La sanità pubblica in questi anni sta vivendo momenti di difficoltà a livello nazionale, ma noi come Comune ci siamo mossi in anticipo per cercare di andare incontro e dare il servizio".
"E' un inizio, ma vista la disponibilità dell'azienda ospedaliera cercheremo di continuare su questa linea - ha concluso l'assessore Sabbadini - Penso che solo facendo rete e tirando queste fila riusciremo a fare comunità e sostenere le esigenze dei cittadini brignanesi, e non solo, lavorando sui bisogni".
Palazzo: "Progetti come questo siano da stimolo per altri territori"
"Mi associo ai ringraziamenti del Comune e della Rsa - aggiunge il dg dell'Asst bergamo Ovest Palazzo - Sappiamo che il problema dei medici di base c'è e ci sarà nei prossimi anni, basti pensare che all'ultimo concorso si è presentato soltanto il 50% dei medici necessari. Quindi occorre trovare soluzioni operative. La collaborazione con le istituzioni locali appresenta un arricchimento importante per raggiungere il cittadino sul territorio e con medicina di prossimità. Questi progetti saranno poi da stimolo per altri territori che in questo momento soffrono".
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