Arriva un fratellino: che cambiamento!

Spesso è una novità che destabilizza i primogeniti e crea qualche piccolo disagio: ecco come affrontarli serenamente.

Arriva un fratellino: che cambiamento!
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Arriva un fratellino (o una sorellina): che cambiamento! La nostra rubrica "Il filo di Arianna", dedicata al mondo dell'infanzia, oggi affronterà un argomento che solleva sempre dubbi e domande... Arriva un bimbo, la famiglia trova il suo equilibrio (non senza fatica) e ora arriva il fratellino: come fare? Ecco qualche consiglio della nostra educatrice Roberta Ciocca.

In famiglia arriva un altro bebè: come gestire il cambiamento?

L'arrivo di un fratellino/sorellina è un evento di grande portata per i genitori e sopratutto per il bambino che c'è già: si tratta di un grande cambiamento da rielaborare e affrontare, non prescinde da difficoltà e ostacoli, ma con qualche piccolo accorgimento può essere vissuto nella maniera più serena possibile.

Presentarsi con un regalo

Fin dalla nascita, un nuovo piccolo membro della famiglia richiede attenzioni. La mamma sta lontana da casa per qualche giorno e il bambino più grande se la vede "portare via" da uno "sconosciuto". È bene anticipargli che la mamma si assenterà per il parto, prima che avvenga, e fare in modo che il primogenito possa vivere giornate speciali con i nonni o con il papà, durante l'assenza della mamma, facendo qualcosa che particolarmente gli piace. Tornare dall'ospedale con il nuovo fratellino/sorellina e con un regalo che il nuovo arrivato ha portato apposta per il suo fratellone, addolcirà l'inizio della convivenza tra i due fratelli e il più grande capirà che non si tratta di un nemico che è venuto a portargli via qualcosa, ma di un amico che gli porta un dono.

Non cambiare le abitudini del primogenito

È cosa importante che il fratello/sorella maggiore non veda stravolte le sue abitudini e possa trascorrere del tempo con entrambi i genitori. Togliere attenzioni al più grande per dedicarsi al più piccolo, potrebbe farlo sentire "messo da parte". È infatti in un momento come questo, spiega la psicologa e psicoterapeuta Manuela Arenella, che si concretizza l'angoscia di abbandono descritta da Winnicott, di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli in merito al distacco. Dedicare tempo e attenzioni al figlio maggiore, coinvolgerlo nella cura del più piccolo, renderlo partecipe e farlo sentire importante è indispensabile per mamma e papà, sono modi per rassicurarlo e aiutarlo così a gestire e superare questa angoscia.

Qualche piccola regressione

Può succedere che il bambino più grande abbia una regressione con l'arrivo del piccolo. Percependo che il fratellino/sorellina richiede attenzioni ed è la "novità" del momento, potrebbe voler tornare ad "essere piccolo" a sua volta, riprendendo atteggiamenti che magari aveva abbandonato, come il farsi la pipì addosso, cercare il ciuccio, faticare a dormire da solo. La dottoressa Arenella consiglia di assecondare questi atteggiamenti solo nella forma di un gioco, per esempio cullando in braccio il primogenito come quando era piccolo o permettendogli di utilizzare il ciuccio come un gioco o di fingere di poppare al seno. È importante non sgridare il bambino che ripropone questi atteggiamenti regressivi, ma correggerlo dolcemente con le parole e dargli il tempo necessario per interiorizzare e rielaborare il cambiamento, cosicché questi possano passare in maniera naturale.

Che bello essere grandi!

Per aiutare il fratello/sorella maggiore a vivere con serenità il fatto di non essere più "il più piccolo", è importante porre l'accento positivo su quando sia bello essere grandi e quante cose divertenti possono fare i grandi, cose che ai piccoli vengono negate. Un bambino grande può per esempio andare a pesca con il nonno, oppure salire su un treno, può lavare i piatti insieme al papà e aiutare la mamma a preparare una torta. Coinvolgere il primogenito in esperienze come queste lo farà sentire amato, al centro dell'attenzione, capace di fare e importante. Gli farà apprezzare il fatto di essere grande, e poter vivere queste esperienze che il piccolo non può ancora fare. Si sentirà orgoglioso di poter in giorno insegnare tutto questo al suo fratellino/sorellina inesperto/a.

Non reprimere la rabbia

È frequente e fisiologico che il fratello/sorella maggiore provi un sentimento di rabbia nei confronti del piccolo arrivato. Non bisogna rimproverarlo per questo. Deve anzi sentirsi capito. È bene ripetergli che non deve amare per forza il fratellino, però non può fargli del male. È bene aiutarlo a dare un nome e a riconoscere i sentimenti di rabbia e gelosia che può provare, così che li veda come legittimi e assolutamente normali, e non si senta in colpa o giudicato per provarli. È sempre utile a questo scopo la lettura di qualche libro a tema.

Verbalizzare sempre

È molto importante, qualsiasi sia la situazione che ci si trova a vivere, parlarne. Verbalizzare le proprie sensazioni, stati d'animo, aiutare il bambino a fare lo stesso, sono i presupposti per una conoscenza di sé che aiuta la definizione della propria identità e fornisce al bambino gli strumenti per fronteggiare cambiamenti ed ostacoli. Spiegare al bambino che l'amore è magico e non si divide mai, ma si moltiplica, lo rassicurerà sul fatto che il piccolo arrivato non è lì per portargli via nulla, ma potrà diventare ogni giorno di più un compagno di avventure, giochi, coccole e amore.

Un fratello è una ricchezza!

Nei momenti di sconforto, crisi e fatica che un genitore può trovarsi a vivere, dovendo gestire la nuova famiglia che si è allargata, è importante che tenga ben presente il fatto che un fratello è una ricchezza per il bambino, sempre. L'arrivo di un nuovo componente è infatti, per il primogenito, un’opportunità per la crescita e lo sviluppo di competenze sociali già da subito: prendersi cura dell’altro, imparare regole di convivenza, sapersi mettere nei panni dell’altro sviluppando il senso dell'empatia. Qualità ed esperienze che sono motivo di arricchimento e crescita personale.

Il filo di Arianna

Una rubrica che si pone come obiettivo quello di fornire suggerimenti, confronti, riferimenti teorici e spunti che, come il filo donato nel mito a Teseo, possano essere d’aiuto a chi si trova ad attraversare il meraviglioso labirinto dell’educare. Ecco il terzo appuntamento con la nostra educatrice Roberta Ciocca.

 

 

 

 

Roberta Ciocca, nata a Treviglio il 9 Febbraio 1986, diplomata presso il Liceo Classico dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Treviglio, dottoressa in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Bergamo. Dal 2008 lavora come educatrice di Asilo Nido a Treviglio. Nel 2011 riceve diversi riconoscimenti letterari con un racconto ed un romanzo inediti.

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