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Albertini incanta gli studenti a TreviglioFiera: "Anche le sconfitte sono lezioni di vita"

L’ex calciatore di Milan e Barcellona ha intrattenuto oltre 600 studenti con una chiacchierata sui valori che lo hanno reso un campione nello sport e nella vita

Albertini incanta gli studenti a TreviglioFiera: "Anche le sconfitte sono lezioni di vita"
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Demetrio Albertini incanta TreviglioFiera e gli alunni delle classi quarte delle scuole superiori locali. Con il convegno "Non perdo mai, o vinco o imparo" organizzato mercoledì scorso dall’Amministrazione comunale e dalla Comunità Pastorale Scolastica, in collaborazione con il gestore del padiglione "CF Next", l’ex calciatore di Milan e Barcellona ha intrattenuto oltre 600 studenti con una lunga chiacchierata attorno ai valori che lo hanno reso un campione nello sport e nella vita.

Albertini incanta gli studenti

"Io sono stato fortunato – ha esordito l’attuale presidente del Settore tecnico della Figc, il cui palmarès annovera cinque scudetti, tre Supercoppe italiane, una Coppa Italia, tre Champions League, una Supercoppa Uefa, due Coppe Intercontinentali, una Liga spagnola e un Europeo Under 21 – Oggettivamente la mia bilancia pende più dalla parte delle cose che ho vinto piuttosto che da quella delle cose che ho perso. Eppure, quando mi fermo a pensare a queste ultime, mi viene sempre da constatare quanto avrei potuto vincere di più. Ciascuno di noi però, non nasce già consapevole di ciò che deve fare per vincere sempre. Si va a scuola proprio per imparare a rapportarci con la realtà, che però è sempre diversa da quello che si studia e la si affronta solo attraverso l’esperienza. Essa, a differenza del talento che è innato in ognuno di noi, non può essere insegnata, si impara sul campo, anche attraverso le sconfitte, che non sono fallimenti, bensì lezioni di vita".

Superare le paure per realizzare i sogni

Proprio grazie a queste lezioni, secondo Albertini, è possibile archiviare le proprie paure e, di conseguenza, realizzare i propri sogni.

"La paura di perdere una finale deve essere uno stimolo per prepararsi meglio alla sfida – ha aggiunto incalzato dalle domande di Michele Liuzzi, professore di religione all’Istituto Facchetti, e di Pierpaolo Testa, docente di Scienze motorie all’Istituto Oberdan – All’appuntamento bisogna arrivare consapevoli di non poter perdere l’occasione di raggiungere l’obiettivo che ci si è prefissati. Il mio sogno più grande, fin da bambino quando giocavo all’oratorio, è sempre stato quello di finire sulle figurine Panini e ho fatto di tutto per realizzarlo. Qualsiasi sogno, anche quello più utopistico, può diventare un traguardo tangibile se ci si impegna fino in fondo per farlo diventare realtà. In questo vostro tempo, pensate a studiare e a raccogliere tutti gli input che vi arrivano dall’esterno, per sfruttarli poi a vostro piacimento e costruire il vostro sogno".

Si vince rispettando le regole

In questo percorso di crescita, Albertini ha poi consigliato alle centinaia di ragazzi presenti di far tesoro delle regole che nel tempo verranno loro imposte.

"Nella mia carriera io ho vinto tanto, ma ho anche perso tanto. In entrambi i casi le regole erano le stesse, a cambiare era la loro interpretazione.  Non esiste infatti, una regola certa per vincere, ma esiste una regola certa per perdere, ovvero se non ci si attiene a seguire determinate regole, si perderà sicuramente. A prescindere dall’obiettivo che vi fissate, perderete se non vi applicate, se non amate ciò che state facendo, e se non fate un passo indietro mettendo il bene del gruppo davanti all’egoismo personale. Abbiate dunque disciplina, che è fondamentale per qualsiasi successo perché racchiude dentro di sé il lavoro, la dedizione, la pazienza, la costanza, la perseveranza e la fede. E sognate di creare qualcosa di unico attraverso la vostra disciplina".

Il campione e il ragazzo dell'oratorio

Un insegnamento prezioso, che il sindaco Juri Imeri e il monsignor Norberto Donghi hanno voluto sottolineare durante i loro saluti.

"È bello ascoltare chi è stato protagonista nello sport e, ancora minorenne, si è ritrovato sotto le luci della ribalta – ha dichiarato il primo cittadino – La testimonianza di Albertini, a cui nonostante il successo è stata riconosciuta la qualità di saper custodire l’educazione e il rispetto verso gli altri, è importante perché a Treviglio vogliamo affrontare le fragilità che affliggono i nostri giovani valorizzando le loro belle qualità e invitandoli ad apprezzare la loro vita".

"Un grazie sentito va ad Albertini – ha chiosato monsignor Donghi – Perché, nonostante sia diventato un campione, ha conservato i suoi valori e il suo animo da bravo ragazzo dell’oratorio".

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