Cultura

Addio alla Vedova Runc de L'albero degli Zoccoli. Ermanno Olmi le disse: "Ma dove è stata fino adesso?"

Così Maria Teresa Brescianini, scomparsa ieri a 89 anni, divenne uno dei personaggi più intensi del film di Olmi, un manifesto della Bassa contadina, dolente e bellissima

Addio alla Vedova Runc de L'albero degli Zoccoli. Ermanno Olmi le disse: "Ma dove è stata fino adesso?"
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Nel film era la vedova Runc, il ritratto della mite disperazione della Civiltà contadina della Bassa bergamasca. Uno dei personaggi più intensi nel capolavoro di Ermanno Olmi, l'Albero degli Zoccoli, che ha raccontato a tutto il mondo la spiazzante, tragica vita delle cascine della Bassa. Maria (Teresa) Brescianini, paloschese, era nata il 25 aprile 1935 e si è spenta ieri, 24 settembre 2024, all'età di 89 anni. Una vita, la sua, segnata proprio dalla partecipazione 46 anni fa, come attrice non professionista, al celebre film del regista trevigliese vincitore della Palma d'Oro a Cannes. Insieme a lei c'era anche il figlio Massimo Fratus, che intepretava invece Pierino.

 

L'Albero degli Zoccoli : un manifesto della Bassa bellissima e dolente

Intenso il racconto che la stessa Brescianini aveva tracciato di quegli anni (il film uscì nel 1978), in occasione del quarantesimo anniversario della pellicola. Olmi decise di girare l'Albero degli Zoccoli nelle vecchie cascine della Bassa tra Palosco e Martinengo, le stesse realmente vissute solo pochi decenni prima da poverissimi contadini in tutto e per tutto simili a quelli raccontati nel copione. La scelta di assumere attori non professionisti, ma selezionati proprio negli stessi territori, che parlassero lo stesso dialetto bergamasco di un tempo, è stata poi la vera e propria cifra del film. Così Brescianini raccontava il casting, al Filandone di Martinengo.

"Prima di me è stato scelto mio figlio quando era alla scuola elementare – aveva raccontato – è tornato a casa e mi ha detto 'Vado a fare il film...'. Noi ci siamo messi a ridere e non gli abbiamo dato importanza. Dopo alcuni giorni invece mi hanno convocato a Martinengo, per presentare il bambino e firmare i documenti. Io sono andata con un mio parente, perché non avevo la macchina ma solo la bicicletta. Quando sono entrata nella sala Olmi mi ha messo gli occhi addosso e io mi sentivo imbarazzata, finché mi ha detto “Mi aspetti fuori che voglio parlare con lei”. Io l’ho aspettato e quando è arrivato mi ha detto “Ma dove è stata fino adesso, era lei che cercavo”.

Brescianini in una foto recente

Fu così che Teresa Brescianini divenne la vedova Runc. Un personaggio che si sarebbe portata dietro per tutta la vita come una sorta di seconda identità, sebbene in fondo non poi così diversa da quella vera, come spiegava lei stessa.

Quando Olmi mi lesse il copione mi commossi: "Era la mia storia da bambina"

"Io in quel momento mi sono tirata indietro, spiegandogli che con i figli e il marito che lavorava a Milano non avevo il tempo per fare un film e poi non me la sentivo. Lui mi disse “Vedrà che ci metteremo d’accordo”… E il giorno dopo me lo sono trovato davanti a casa mia. Gli ho offerto un caffè e lui mi ha portato il copione. Si è messo a leggerlo e io mi sono commossa, e mi commuovo ancora oggi a raccontarlo: era proprio la mia storia. In cascina eravamo in 40, eravamo molto uniti e molto molto religiosi. Questo l’ho tramandato ai miei figli e ai miei nipoti. Alla fine ho accettato di fare il film per fare ricordare come si pregava, come ci aiutavamo l’un l’altro".

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