Addio a don Giovanni Battista Perego, una vita per la Società San Paolo
Novantunenne, fu uno dei dirigenti più importanti della Congregazione specializzata nella diffusione del messaggio cristiano mediante i mass-media
A Bariano l'estremo saluto a don Giovanni Battista Perego: una vita, la sua, spesa al servizio della Società San Paolo, nella quale ha trascorso 77 anni.
Il sacerdote barianese, nato in paese il 31 agosto 1931, si è spento a Roma giovedì 8 giugno, all'età di 91 anni. È stato, nella sua lunga vita, uno dei dirigenti più importanti, in Italia, per la congregazione fondata nel 1914, e specializzata nella diffusione del messaggio cristiano mediante i mezzi di comunicazione di massa: case editrici (come la celebre Edizioni San Paolo), ma anche centri di produzione e stazioni radio-televisive, librerie e negozi di audiovisivi.
Don Giovanni Battista Perego, da Bariano
Una vita intensa, quella di don Giovanni Battista, cominciata in una Bariano poverissima e in una famiglia sfortunata. All’età di 17 anni si trovò infatti a perdere, in meno di un mese, sia il padre che la madre, incinta dell'undicesimo fratello. Da un momento all’altro si trovò responsabile di una famiglia di nove figli, di cui era il primogenito.
A quel tempo era già in Congregazione da quattro anni: vie era entrato il 2 ottobre del 1945, nella casa madre dei Paolini che si trova, oggi come allora, ad Alba (Cuneo). Fu Don Alberione (il fondatore della Congragazione Paolina) a dargli una mano nell'assistenza "da lontano" alla numerosa famiglia, due fratelli dei quali entrarono poi a loro volta nella stessa congregazione.
Come racconta un lungo articolo dedicato alla vita di don Giovanni Battista Perego il sito della Società Paolina, il barianese aveva emesso la prima professione l’8 settembre 1952 e la professione perpetua 5 anni dopo. "Era l’inizio di un cammino di paternità che lo mise di fronte alle sfide della vita e alla necessità di implorare tanta sapienza per fare le scelte migliori - continua l'articolo - Ritroviamo i frutti di tutto questo nella “paternità” con cui ha vissuto i diversi incarichi a lui affidati dai Superiori, dopo l’ordinazione presbiterale, che avvenne a Roma il 3 luglio 1960".
Comunicazione e paternità al centro di una vita
Nella sua lunga vita da sacerdote, nella congregazione votata alla comunicazione, fu direttore de “La Domenica” (1960-66), formatore dei giovani a Roma e ad Alba (negli anni 1960-66; 1968-69; 1977-82), animatore vocazionale a Modena (dal 1975 al 1977). Fu anche superiore di diverse comunità (Vicenza 1966-68; Alba 1969-75; Roma 1994-1997) e direttore e parroco della Parrocchia-Santuario Regina Apostolorum di Roma, dal 1983 al 1994. Negli anni Novanta fu anche delegato dell’Istituto Gesù Sacerdote e vice-delegato dell’Istituto Santa Famiglia, nonché Superiore provinciale (per la provincia paolina d'Italia) dal 1998 al 2006. "Ai Consigli provinciali si presentava con ordini del giorno corposi e abbondante documentazione. Anche sugli aspetti più strettamente apostolici, verso i quali molti lo credevano meno ferrato e incisivo, come Superiore provinciale ha saputo creare un clima collaborativo e senza rotture" continua il ricordo della Casa Paolina.
La malattia e la morte
Don Giovanni Battista viveva da alcuni anni a Roma: dal 2015 aveva cominciato ad avere disturbi della memoria che, lentamente, l'hanno costretto a ritirarsi dall'attività e a farsi ricoverare presso l’infermeria romana della congregazione. Il colpo di grazia glielo diede il Covid, per il quale subì una lunga permanenza in ospedale: tornò dal ricovero "totalmente disorientato", ricorda la Società. E da allora, ha vissuto accudito dai confratelli nell'infermeria della Congregazione. "In questo itinerario, durato ben otto anni, lo ha sempre accompagnato con tanta premura e affetto fratel Martino, il cui nome, nella malattia, ripeteva all’infinito, quasi a confermare la forza rassicurante della sua preziosa presenza".
"Don Giovanni era un uomo pieno di umanità, un sacerdote che sapeva essere padre, maestro e guida. Un uomo senza vanagloria, senza arroganza, senza supponenza: umile, serio, amico di tutti. Si faceva ben volere da tutti. È stato un Paolino eccellente, ha svolto tanti servizi nella Congregazione soprattutto nel campo della formazione, del servizio dell’autorità e nella pastorale parrocchiale. Un religioso esemplare, con una profonda spiritualità, una dedizione totale, una fedeltà fortemente radicata nel suo amore al Fondatore, al carisma paolino, alla Congregazione, alla Famiglia Paolina, alla Chiesa" concludono i confratelli.
Il funerale è stato celebrato sabato pomeriggio, a Roma, nella parrocchiale Regina Apostolorum, mentre lunedì la salma è tornata a Bariano dove è stata tumulata.