Cultura

Un tuffo nella Urgnano del passato attraverso scatti d’epoca

Sabato 4 ottobre presentato il volume “Urgnano e Basella viaggio fotografico nel ‘900”

Un tuffo nella Urgnano del passato attraverso scatti d’epoca

Una serata amarcord, di quelle in cui si fa un tuffo dolce nel passato, si rivedono luoghi trasformati dal tempo e ognuno cerca di riconoscere i volti che emergono da vecchie foto, ripercorrendo giorni ormai lontani e atmosfere svanite. La presentazione di “Urgnano e Basella viaggio fotografico nel ‘900” è stata molto più di un’illustrazione dettagliata del lavoro di minuziosa ricerca di Alessandro Gavazzi e Vincenzo Mazzoleni per la realizzazione di un volume di storia locale, il primo fotografico sulle due comunità, ma un momento di memoria collettiva in cui i cittadini presenti – che hanno gremito la sala nella rocca – si sono sentiti una comunità, legata da una storia condivisa, da radici che affondano nel medesimo vissuto.

Da sinistra Mazzoleni, don Bonazzi, Pelucchi, Gavazzi e Gastoldi

 

“Un ponte tra la memoria del passato e la realtà contemporanea”

Sabato 4 ottobre, nella sala conferenze della rocca Albani, ad assistere alla presentazione c’era un folto pubblico e, accanto agli autori il sindaco Marco Gastoldi. Presenti il parroco don Stefano Bonazzi, l’assessore alla Cultura Alessandro Pelucchi, i consiglieri Maria Rosaria Zammataro e Giacomo Passera oltre a diversi rappresentanti del mondo dell’associazionismo cittadino.

“Questo libro crea un ponte tra la memoria del passato e la realtà contemporanea – ha esordito Gastoldi – Ogni immagine diventa occasione per evocare ricordi personali e collettivi: la storia di una comunità, Urgnano e Basella. In un mondo in cui la tecnologia ricostruisce il passato a ritmi velocissimi, rischiando di renderlo effimero, ricordare significa dare profondità al tempo e costruire il futuro. Inserire questo libro nel panorama attuale, così affollato di immagini e messaggi, restituisce dignità a quelle fotografie che, senza pretese, raccontavano momenti vissuti insieme, immagini che oggi tornano ad avere peso, valore, significato. Un sentito ringraziamento agli autori e a tutti coloro che hanno contribuito con il loro impegno e il loro materiale”.

“Una scatola della memoria che l’Amministrazione ha patrocinato, nella speranza che i posteri possano apprezzare come noi quelle immagini in bianco e nero che ci danno la possibilità di entrare in dialogo con un’epoca passata – ha aggiunto – sarebbe opportuno, e questa è una speranza che abbiamo, mettere in campo un progetto per recuperare patrimoni di memorie che potrebbero andare dispersi nel cambio generale in corso in tante famiglie”.

Un lavoro di ricerca minuzioso

E dopo i saluti del sacerdote, che ha invitato tutti a recuperare le foto di famiglia e a datarle, la parola è passata agli autori, che hanno spiegato le tappe della loro “fatica” e proiettato immagini suggestive del tempo che fu e ringraziato tutti coloro che hanno contribuito, anche economicamente, all’impresa: cittadini, Comune, Pro loco, l’azienda “Miti Spa” e la “Bcc Bergamasca e orobica”.

“Le fonti da cui abbiamo attinto sono state la parrocchia, il convento dei padri passionisti di Basella, il Comitato di Basella e l’associazione Basella viva, la Pro loco, il GS Ciclismo e la Polisportiva Urgnano, oltre ai privati cittadini – ha spiegato Mazzoleni – in particolare il Liber Chronicus 1947-1984, l’opera di Maria Benedetti Urgnano e Basella nel 1953 e il reportage del 1979 Urgnano che scompare di don Domenico Locatelli, Gianni Amighetti e Tancredi Ondei“.

Un libro composto da otto capitoli monografici e 240 fotografie.

Poi Gavazzi ha fatto un focus sul periodo dal 1966 al 1968, tra personaggi, luoghi, aneddoti e numeri che descrivono la comunità di quegli anni. La serata è stata resa ancora più suggestiva dall’intervento di un attore di Covo, Martino Pinelli, che ha letto un brano tratto dal libro di Emanuela Serughetti “La fiaba umana”, su uno spaccato di vita del 1948, la rivalità a colpi di film e sconti sul biglietto tra il cinema parrocchiale e quello privato, che ha fatto sorridere ed emozionare tutti.

“Questa è la cosiddetta Storia minore ma importante – ha concluso – persone, fatti e avvenimenti che hanno segnato e segnano il nostro territorio e il nostro tempo, ricordi di un passato che ha reso sempre viva la nostra comunità”.

A chiudere la serata un piacevole rinfresco.