Cronaca

Sibling: tra sfide e opportunità un incontro che lascia una nuova consapevolezza

Riflessione, ascolto e condivisione attorno a un tema ancora troppo poco esplorato: il vissuto dei fratelli e delle sorelle di persone con disabilità.

Sibling: tra sfide e opportunità un incontro che lascia una nuova consapevolezza

Riflessione, ascolto e condivisione al centro del convegno di Cividate dedicato ai fratelli e alle sorelle di persone con disabilità.

Dare voce a chi spesso resta in silenzio

Si è concluso domenica a Cividate il convegno “Sibling: tra sfide e opportunità”, un appuntamento che ha intrecciato riflessione, ascolto e condivisione attorno a un tema ancora troppo poco esplorato: il vissuto dei fratelli e delle sorelle di persone con disabilità. L’iniziativa ha coinvolto professionisti, famiglie, educatori e cittadini, offrendo un’occasione preziosa per portare alla luce una prospettiva spesso silenziosa, ma fondamentale per comprendere la complessità delle dinamiche familiari. Dalle parole delle relatrici: Mariella Meli, presidente dell’Associazione Famiglie Disabili Lombarde, Giulia Franco, psicologa e psicoterapeuta ed Elena Fieni, presente in qualità di sibling, è emersa con chiarezza l’urgenza di dare voce ai fratelli e alle sorelle, riconoscendo il loro ruolo prezioso all’interno della famiglia e della comunità. Attraverso i loro contributi, il pubblico ha potuto avvicinarsi a un mondo fatto di responsabilità precoci, affetto profondo, domande inesprimibili, crescita emotiva accelerata, ma anche solitudine e preoccupazione per il futuro. Per troppo tempo il ruolo dei siblings è rimasto ai margini, considerato quasi un’estensione di quello genitoriale. Solo dagli anni ’90 la ricerca ha iniziato a riconoscere che la loro esperienza è specifica e distinta, segnata da una prospettiva temporale e affettiva unica.

Un’identità che cresce insieme alla disabilità

Le testimonianze ascoltate durante l’incontro hanno messo in luce questa unicità: un percorso che si intreccia con la disabilità sin dall’infanzia e che incide profondamente sulla costruzione dell’identità, delle relazioni e della visione del mondo. Essere sibling significa crescere in un contesto in cui la cura e l’attenzione spesso si concentrano su un solo membro della famiglia, imparando presto a gestire emozioni complesse e a trovare un equilibrio tra amore, protezione e autonomia. Un tema emerso con particolare forza è stato quello del tempo: il tempo dedicato ai siblings. Un tempo che sia di qualità, un tempo che sia esclusivo, un tempo per sé. Proprio in questa direzione si muove il Progetto Charlie, presentato nel corso del convegno. Il progetto, promosso a livello territoriale, ha un obiettivo tanto semplice quanto profondo: offrire sollievo alle famiglie e un tempo dedicato ai fratelli e alle sorelle. Attraverso un servizio domiciliare di assistenza al bambino con disabilità e, parallelamente, una giornata di svago e condivisione per genitori e siblings, l’iniziativa vuole ricordare quanto sia essenziale dare spazio e riconoscimento alle emozioni di chi vive accanto alla disabilità.

Una nuova consapevolezza: il valore del riconoscimento

L’evento si è concluso in un clima di sincera riconoscenza: verso chi ha avuto il coraggio di raccontarsi, verso chi ha ascoltato con rispetto, e verso chi ha contribuito a costruire uno spazio di confronto autentico e partecipato. Da questo incontro nasce un impegno collettivo a proseguire il dialogo, a dare continuità alla riflessione e a promuovere una cultura più attenta ai siblings, alle loro storie e alle loro esigenze. Una cultura della vicinanza, dell’ascolto e del riconoscimento reciproco, che sappia valorizzare ogni voce — soprattutto quelle che parlano più piano. Come ha sottolineato Monia Provenzi, organizzatrice dell’iniziativa:

“Abbiamo ascoltato riflessioni, storie e testimonianze che ci hanno permesso di allargare lo sguardo sulla disabilità: non più soltanto come una condizione individuale, ma come un’esperienza che attraversa le relazioni, la crescita e la vita delle famiglie. Dalle parole delle nostre relatrici è emersa con chiarezza l’importanza di dare voce ai fratelli e alle sorelle, una voce spesso silenziosa, ma preziosa e fondamentale. Riconoscerne il vissuto significa riconoscere il valore del loro ruolo, all’interno della famiglia e della comunità. Un ringraziamento sincero va a chi ha partecipato, ascoltato, condiviso un pensiero o un’emozione, riuscendo a toccare corde profonde e generando un senso autentico di vicinanza. Personalmente porto con me il desiderio e l’impegno di continuare questo dialogo: promuovere una cultura che riconosca, accolga e valorizzi ogni storia. Perché ogni voce merita di essere ascoltata”.

Monia Provenzi sul palco domenica a Cividate.