“E’ sempre possibile sostituire i denti mancanti con le tecniche di implantologia dentale?”
Risponde l'esperto - Informazione pubblicitaria.
L'ottava puntata di una rubrica mensile a cura del dottor Fabio Colombelli, dentista di Treviglio. Ogni mese, un quesito sanitario sulla salute della bocca e dei denti, cui risponde l’esperto e titolare degli studi dentistici di Peschiera Borromeo e di Casirate.
“E’ sempre possibile sostituire i denti mancanti con le tecniche di implantologia dentale?”
Domanda posta da A.A. (42 anni)
In passato la mancanza di denti poteva essere risolta con una protesi fissa “a ponte” che sfruttava l’appoggio sui denti presenti o una protesi mobile meno stabile che sfruttava invece l’appoggio alla mucosa gengivale.
Oggi, con la possibilità di poter inserire impianti osteointegrati in titanio che vanno a sostituire i denti persi, il ricorso a protesi mobili è relegato ai pochi casi in cui, per problemi di salute generale o di ridotta quantità/qualità dell’osso alveolare mandibolare (arcata inferiore) o mascellare (arcata superiore), può divenire complesso o impossibile l’inserimento di impianti.
La stabilità dell’impianto dentale, infatti, dipende completamente dalla corretta formazione di osso alveolare intorno all’impianto stesso nella fase di guarigione (integrazione dell’impianto) e richiede quindi una adeguata quantità di osso nel quale poterlo inserire, oltre ad una corretta funzionalità dei meccanismi di guarigione, soprattutto in merito alla fisiologia del metabolismo osseo. Il rischio di “rigetto” dell’impianto corrisponde in realtà ad una non corretta integrazione di tale dispositivo con l’osso del paziente durante la guarigione. Spesso poi è lo stesso paziente che non si rivolge all’implantologia per motivi extra-clinici: la paura del dolore durante l’intervento o nei giorni successivi; i tempi lunghi (mesi) della osteo-integrazione impianto-osso; i costi della terapia, che su grosse riabilitazioni diventanocertamente “importanti”.
L’implantologia dentale osteointegrata oggi è una pratica quotidiana in un ambulatorio odontoiatrico e non intervento eccezionale. L’intervento è completamente indolore ed i postumi sono minimi se si seguono le indicazioni dell’odontoiatra in termini di alimentazione, igiene orale, uso corretto di farmaci.
L’evoluzione e lo studio di tecniche sempre più valide e prevedibili ha portato un miglioramento della prognosi e un accorciamento dei tempi clinici che possono essere accorciati fino, indeterminati casi, alla cosiddetta “implantologia a carico immediato” (si entra in studio senza denti e si esce già con i denti artificiali fissi!).
Resta inteso che solo la valutazione di un odontoiatra può attestare la fattibilità di un intervento implantare, valutando anche la richiesta di esami strumentali di approfondimento che vanno dalla semplice radiografia panoramica fino alla TAC 3D-ConeBeam, oltre ad esami ematochimici o altri consulti in caso di patologie che alterando lo stato di salute generale del paziente rendono più complessa la guarigione e quindi l’osteintegrazione di un impianto dentale.
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