Fara

Nessun ripensamento dalla dirigenza: "A Badalasco non ci sarà la prima"

Con i 48 iscritti per il prossimo anno verranno formato due sezioni entrambe nel plesso principale di Fara. Infuriato il Comitato genitori

Nessun ripensamento dalla dirigenza: "A Badalasco non ci sarà la prima"
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La Dirigenza Scolastica non torna sui propri passi: le due future classi Prime saranno entrambe nel plesso di via Dante, a Fara. La scuola di Badalasco, per il secondo anno consecutivo, non vedrà l’ingresso di nuove classi.

Badalasco di nuovo senza prima

Ci han provato fino all’ultimo, sia il Comitato Genitori di Badalasco che l’Amministrazione comunale, che dopo l’incontro con il provveditorato ha cercato un dialogo anche con il Dirigente Scolastico Daniela Grazioli. Colloquio avvenuto giovedì della scorsa settimana, ma senza risultato, perché la decisione dell’Istituto Comprensivo di collocare entrambe le classi Prime a Fara è rimasta tale.

«Teniamo ad informare che, nonostante i 14 bambini iscritti nell'anno scolastico ‘24/’25, la classe non si è formata – ha annunciato con rammarico la Giunta Assanelli – Questa situazione è stata determinata dalla distribuzione complessiva degli iscritti presso il plesso di Fara Gera d'Adda, che funge da sede principale, dove complessivamente i bambini previsti alla classe Prima sono 48. Di conseguenza, l'Ufficio Scolastico Provinciale ha deciso di assegnare due sezioni a Fara, creando classi con 24 alunni ciascuna; tale decisione è stata presa considerando e determinando anche la distribuzione dell'organico. Non essendo stato possibile creare una terza sezione per mancanza di iscritti sufficienti, sono state assegnate due sezioni, entrambe allocate a Fara. Riconosciamo che questa soluzione non ha potuto soddisfare le aspettative di tutte le famiglie e anche della stessa Amministrazione comunale: va chiarito perciò che la responsabilità di tali decisioni non ricade sul Comune, bensì sugli organi scolastici. L'Amministrazione, pur avendo cercato di proporre soluzioni alternative che potessero salvaguardare l’allocazione di almeno una classe alla Primaria di Badalasco, non ha ottenuto risposta affermativa dagli organi scolastici per ragioni di carattere amministrativo. In ogni caso, l’Amministrazione rimane disponibile a ricercare sempre le soluzioni condivise possibili, nell'interesse primario del benessere e della formazione dei nostri giovani concittadini, delle loro famiglie e del territorio stesso».

Toni ben più duri sono stati usati, invece, dal Comitato Genitori di Badalasco, nato lo scorso anno proprio per salvaguardare il plesso.

«Se pensavamo di aver superato le epoche in cui imperatori e papi regnavano e decidevano le sorti delle vite di ognuno di noi, ci sbagliavamo – ha esordito lo stesso comitato, presieduto da Emanuele Spoldi, in un lungo comunicato – Non avevamo calcolato che un giorno sarebbe arrivata l'era dei Dirigenti Scolastici. Se ci si pensa, questo è un ruolo sì amministrativo, ma che oltre al principio economico dovrebbe vedere ogni scelta di un Dirigente Scolastico spinta dal benessere dei bambini della propria comunità. Purtroppo, non è così. Tanti, ma non tutti i Dirigenti Scolastici, si limitano a rispettare normative e burocrazia, ad incastrare numeri di iscrizioni per creare classi spesso sovraffollate, dove la didattica diventa difficile e l'educazione emotiva ancora di più. Ma fare meno classi fa risparmiare e allora poco importa della didattica, l'importante è che il dirigente burocrate abbia fatto bene il suo compitino.  E questo può arrivare anche a spaccare una comunità in due, come succede qui a Fara, dove tra i genitori del paese e quelli della località di Badalasco si è aperta una diatriba degna di un romanzo. Le scuole sono due: una in paese, su una strada provinciale ad alto traffico, con difficoltà di parcheggio e uno stabile datato e che necessita di molte manutenzioni e ristrutturazioni, con una palestra piccola e lo spazio mensa non adatto, utilizzato a colpi di deroghe perché non può contenere tutti i bambini che devono utilizzare il servizio e dove le classi hanno numeri medi intorno ai 24 alunni (anche con presenza di uno o più diversamente abili per classe).

E poi c'è la scuola di Badalasco, nel verde, completamente ristrutturata e con uno spazio mensa luminoso e pieno di vetrate, una palestra nuova e con classi con una media di 15 alunni. E cosa succede se c'è un calo delle nascite? I bambini sono sempre meno, le iscrizioni ne risentono e la scuola di Badalasco ancora di più. L'anno scorso la classe prima non è partita per pochi iscritti, ma quest'anno Amministrazione Comunale e Comitato Genitori hanno messo in campo iniziative per attirare le iscrizioni e i risultati sono arrivati: gli iscritti ci sono, sono 14, ma… La classe non si fa. Non si fa perché sul territorio di Fara sono state assegnate due classi per 48 iscritti e l'autonomia della Dirigente Scolastica permette di crearle esattamente dove desidera. E quindi una classe a Fara e una a Badalasco? No, tutte e due a Fara. Il Sindaco non ci sta, i genitori che hanno iscritto i propri figli a Badalasco non ci stanno. Si va in Provveditorato, che risponde "Dovete dialogare con Dirigente Scolastico e Amministrazione Comunale", ma niente, la Dirigente è irremovibile. A niente sono servite le proteste dei genitori, gli articoli dei giornali e gli striscioni di protesta. Anzi, un numero irragionevole di riunioni online e non, solo per sentirsi dare motivazioni numeriche e gestionali. La Dirigente chiede supporto ai genitori di Fara per la sua scelta che ovviamente appoggiano, e questi si sentono offesi dalle proteste e dagli striscioni degli altri genitori. E alla fine? Alla fine chi ci rimette sono i bambini, che finiscono in classi numerose e poco funzionali, dove non c'è la giusta attenzione per ogni studente. E soprattutto ci si interroga sul fatto che se una scuola su un territorio chiude, non è forse una sconfitta per tutti? Per l'Amministrazione comunale, per i genitori, per i bambini e anche per la Dirigente Scolastica? Non c’è stato da parte di quest’ultima nessun confronto: nelle riunioni, telecamere spente e microfoni silenziati a chi dissente dalle sue scelte, nessuna apertura e confronto tra Comune e genitori coinvolti se non con informazioni ben pilotate. Ognuno si faccia la propria idea, ma a prescindere da come la si pensi, una comunità spaccata e una scuola che rischia di chiudere, hanno tanto il sapore di una società senza futuro. Ed è un sapore terribilmente amaro».

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