Martinengo

Aree inquinate, Olivari: "A che punto sta la bonifica?"

In Consiglio comunale si torna a discutere dello stato della vecchia discarica Roccolo Poloni e di quella conosciuta come ex cave nord

Aree inquinate, Olivari: "A che punto sta la bonifica?"
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A che punto stanno le bonifiche delle due aree inquinate sul territorio martinenghese?

Aree inquinate: ancora tutto fermo?

Stiamo parlando della vecchia discarica «Roccolo Poloni» di via Trento (inserita nell’elenco dei siti censiti nel territorio di Martinengo al 31 dicembre 2022 nel programma regionale di bonifica delle aree inquinate ndr.) e quella conosciuta come ex cave nord in via Vallere, sotto sequestro penale? A porre la domanda in Aula è stato il capogruppo della lista civica «Adriana Belotti per Martinengo» Sauro Olivari che, durante l’approvazione della variazione al Documento unico di programmazione (Dup) nella seduta consiliare di giovedì 30 novembre, ha fatto riferimento al programma di mandato della maggioranza rispetto al tema dell’ambiente e della qualità della vita.

Discarica «Roccolo Poloni»

"Circa le due aree contaminate che restano da bonificare si è fatto qualcosa? - ha chiesto - Mi ha fatto specie non trovare nulla su questo aspetto, so che la questione non è solo di competenza del Comune ma voglio capire come vengono monitorate e cosa si può fare visto che si va avanti da anni".

A replicare è stato il sindaco Mario Seghezzi.

"Per quanto concerne la vecchia discarica “Roccolo Poloni” è previsto un intervento di bonifica da parte di Regione Lombardia - ha ricordato - ultimamente so che sono stati effettuati sopralluoghi e controlli. Cosa può fare il Comune? Guardare, aspettare e vigilare che non succeda nulla".

A fornire informazioni più dettagliate è stato l’assessore all’Ambiente Silvia Fumagalli.

"La discarica è stata inserita nei siti a rischio, si competenza regionale, per cui è stato stanziato un contributo per la bonifica pari a circa due milioni di euro - ha spiegato - Di recente sono stati effettuati sopralluoghi congiunti con tecnici comunali e regionali per definire qual è l’intervento più idoneo da mettere in atto e definire l’area di interesse che dovrà essere picchettata. Sono passaggi di natura tecnica, il progetto c’è. Sono state inoltre effettuate verifiche sul territorio per appurare lo stato di conservazione delle acque con il piazzamento di piezometri. La chiusura della pratica di bonifica si presume possa essere fissata entro metà 2024, secondo le tempistiche dettate dalla Regione, ma tra possibili ritardi o altro oggi non posso dare una data precisa di quando verrà effettuato l’intervento".

A questo punto Olivari e il collega Riccardo Ronzoni hanno chiesto più dettagli in merito alle sostanze abbandonate nel sito.

"Si tratta di fanghi composti da materiali inquinanti, sono concentrati nella zona più a nord - ha affermato - Si è circoscritta l’area contaminata e i piezometri posizionati in diversi punti servono a stabilire lo stato di permeazione di questi fanghi, monitorati nel tempo, e proprio a seguito di questo monitoraggio è stata definita la linea di intervento migliore per poter bonificare l’area. Ma in altre zone della discarica sono presenti anche materiali di risulta, di scarto di lavorazioni dei tempi: si era consolidato l’uso di conferire lì un po’ di tutto".

Aree inquinate
Discarica Roccolo Poloni

Ex Cave nord

Poi il sindaco ha fornito informazioni anche in merito al secondo «bubbone» del territorio.

"In merito alle ex cave nord, come ribadito più volte in Consiglio comunale, il sito è sotto sequestro penale - ha chiarito - Abbiamo messo in atto una sinergia con il Comune di Mornico, visto che riguarda anche il suo territorio, per riattivare i piezometri ma l’ingresso è vietato".

La proprietà attuale è di un privato?» ha chiesto Olivari e in Aula è emerso il nome Locatelli.

"Qual è la valutazione dell’impatto di queste sostanze sulle falde?" ha incalzato ancora il consigliere di minoranza.

"Le rispondo con la stessa risposta che ho ricevuto anch’io, chieda a chi sta seguendo il procedimento penale - ha tagliato corto - perché lì non si può entrare». «Proprio perché l’ingresso è interdetto sono stati installati piezometri sul perimetro esterno, in modo da mantenere il monitoraggio delle falde - è intervenuta Fumagalli - Il materiale all’interno delle cave non può essere movimentato o spostato per via di perdite tramite permeazione che possono giungere nelle falde: analizzandole a monte e valle si controlla quello che potrebbe essere un impatto ambientale".

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Ex cave nord
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