"Farai la fine di Sana", picchia la figlia che rifiuta matrimonio combinato
Insulti e percosse. Succede a Brescia: un incubo fermato dalla Polizia di Stato.
L’ha minacciata dicendole “Farai la fine di Sana“, evocando la triste vicenda di un’altra ragazza bresciana riportata nel paese d’origine, il Pakistan, e uccisa perché non aveva voluto piegarsi ai voleri dei famigliari. La “colpa” della figlia? Aver detto continui “no” a un matrimonio combinato. Rifiuti inaccettabili per il padre che li ha puniti con insulti e percosse. Succede a Brescia: un incubo fermato dalla Polizia di Stato.
Rifiuta matrimonio combinato
Come racconta BresciaSettegiorni.it, l’intervento della Polizia di Stato, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, è avvenuto nei confronti dei genitori e del fratello maggiore di quattro ragazze pakistane, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del Tribunale di Brescia.
Le confessioni al pronto soccorso
Le giovani (due maggiorenni e due ancora minorenni) nelle scorse settimane, dopo le ennesime percosse, si erano recate al Pronto soccorso, dove, grazie anche all’aiuto degli addetti alla rete antiviolenza, avevano raccontato le loro vicissitudini familiari.
“Tu ti sposi con chi dico io”
Ad indurre le giovani a raccontare la loro drammatica situazione sono state le pressanti richieste rivolte alla maggiore delle sorelle di recarsi in patria per contrarre un matrimonio combinato con un connazionale che sarebbe stato scelto dagli stessi genitori.
Il parallelo con la vicenda di Sana
Al rifiuto della figlia, il padre, in più occasioni, ha evocato la vicenda di Sana Cheema, che si ipotizza possa essere stata uccisa proprio perché aveva rifiutato un matrimonio combinato. Il punto è che un tribunale pachistano alla fine ha assolto “per mancanza di prove certe” il padre, lo zio e il fratello della 25enne, che era stata portata via da Brescia nell’aprile del 2018, per costringerla a nozze combinate. La giovane venne poi uccisa, secondo l’autopsia fu strangolata. Durante le indagini, i tre familiari confessarono di aver ucciso Sana perché aveva “disonorato” la famiglia, la confessione fu però ritrattata successivamente.
LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA: Omicidio Sana, tutti assolti i familiari
Un altro caso a Verona, prima ancora Hina
Un mese dopo l’omicidio di Sana, a Verona un’altra ragazza pakistana era stata riportata in patria e costretta ad abortire, dopo esser rimasta incinta. Per fortuna era sopravvissuta.
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Impossibile infine ricordare la vicenda di Hina Saleem, la ragazza pakistana che, sempre a Brescia, ormai dodici anni fa, a soli 20 anni, fu uccisa a coltellate dal padre, con l’aiuto di altri familiari, perché «troppo occidentale».
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