Caccia ai cinghiali con arco e frecce, Codacons "Una barbarie"
Via libera ieri pomeriggio dal Pirellone al piano speciale di controllo e caccia di selezione dei cinghiali. Potranno essere cacciati con l'arco, ma il Codacons non ci sta.
Via libera dal Pirellone alla caccia ai cinghiali con arco e frecce. Un provvedimento che sta facendo molto discutere e contro il quale si è scagliato duramente anche il Codacons.
Caccia ai cinghiali con arco e frecce
Il Consiglio regionale ha approvato ieri pomeriggio le mozioni presentate da Franco Lucente (Fratelli d’Italia) e Francesco Paolo Ghiroldi (Lega) per il piano speciale di controllo e caccia di selezione dei cinghiali. Sotto la lente, il problema cinghiali che stanno proliferando in modo preoccupante in Lombardia. L’Aula ha approvato anche una mozione presentata dal Carroccio e dal consigliere Ghiroldi. Il documento impegna la Giunta “a valutare anche l’utilizzo dell’arco come strumento massimamente ecologico per attuare le selezione dei cinghiali, nell’ambito dei metodi da considerare per il controllo delle popolazioni”.
Situazione pericolosa
Il documento presentato da Lucente chiede l’attivazione di un piano speciale. Nella fattispecie, la mozione illustrata da Fdi prevede “piani di controllo e caccia di selezione ai cinghiali, anche al di fuori degli orari e dei periodi di caccia previsti dalla legge”. Il rappresentante della maggioranza ha motivato la sua richiesta a fronte degli ultimi accadimenti sul territorio. “Oggi come oggi – ha osservato Lucente – i cinghiali sono nocivi, pericolosi e fuori controllo. Le denunce di danni provocati all’agricoltura dai branchi non si contano più in particolar modo nella zona a sud di Milano, nel Lodigiano e nel Pavese. In quelle zone la situazione è critica. Gli animali si spingono ormai anche nelle città ed è purtroppo noto il drammatico incidente sulla A1, provocato da cinghiali che hanno invaso la carreggiata, un incidente che è costato la vita a un uomo".
La mozione
Il documento approvato dal Consiglio prevede il coinvolgimento delle guardie provinciali e i proprietari dei terreni interessati dalle invasioni. Saranno così previste apposite autorizzazioni e permessi di caccia, quindi abilitati e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa venatoria, ad attivare gli abbattimenti. La Regione dovrà poi impegnarsi a fornire indicazioni per il recupero e lo smaltimento delle carcasse “nonché la loro destinazione finale secondo quanto previsto dalle norme vigenti”.
Il dibattito in Aula
Qualche polemica in Aula con il Pd che ha cercato fino all’ultimo di far ritirare la mozione leghista che prevede l’uso dell’arco (e affrontare l’argomento in commissione con una rivisitazione del regolamento venatorio) e con l’opposizione che più in generale ha invitato la maggioranza “ad affrontare i problemi, ma senza necessariamente metterci ogni volta le stellette o strumentalizzare le questioni con connotazioni politiche”. Un’annotazione rispedita al mittente da Paolo Franco di Forza Italia: “Non è questione né di stellette, nè di politicizzare le questioni. Semplicemente qui eravamo di fronte a un problema grave, quello dei cinghiali, e ci siamo mossi tempestivamente per risolverlo”.
L'attacco del Codacons "Si torna indietro di secoli"
"Legalizzate le barbarie, si torna indietro di secoli - ha scritto questa mattina il Codacons in un comunicato stampa -. Ci schieriamo con il M5S lombardo che ha fortemente criticato la mozione, la quale promuove un pieno ritorno alle barbarie, consentendo la presenza di cacciatori-arcieri che si aggirano per abbattere gli animali. Non sono queste le soluzioni che la politica può adottare per far fronte all'emergenza cinghiali, necessario si limitare il numero crescente di animali, ma di certo abbatterli senza limiti ed in modo barbaro non è la soluzione. Adottare mezzi di contenimento solidi, e rinforzare le barriere che impediscano agli animali di creare danni, queste devono essere le soluzioni. Presenteremo una diffida a Regione Lombardia".