Eurogravure, stasera scatta lo sciopero
Il Gruppo Pozzoni ha comunicato la disdetta degli accordi economici aziendali, sindacati sul piede di guerra.
Eurogravure, da stasera scatta lo sciopero alla maxi tipografia di Treviglio che si trova al Pip1. I sindacati e le Rsu lo hanno indetto dopo che la proprietà, il Gruppo Pozzoni, proprio stamattina ha comunicato di aver disdetto gli accordi di secondo livello.
Eurogravure
Le turnazioni di sciopero proseguiranno anche nella giornata di domani e, dalle 10 alle 13 è stato programmato anche un presidio di fronte allo stabilimento di Bergamo della "Niiag" (che insieme alla Eurogravure fanno parte del Gruppo Pozzoni), cui sono invitati a partecipare tutti i 500 lavoratori del gruppo che fa capo allo “stampatore”. E' inoltre già previsto per il 9 novembre un incontro di gruppo delle Rsu per “valutare il proseguo della mobilitazione e le considerazioni complessive sulla situazione aziendale”.
Sindacati sul piede di guerra
“Da sempre abbiamo manifestato la nostra assoluta contrarietà alla riduzione del costo del lavoro e all'eliminazione della contrattazione di secondo livello così come prospettato dalla direzione aziendale – dicono Luca Legramanti, Paolo Turani e Bruno Locatelli, rispettivamente segretari di Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil di Bergamo - Le assemblee hanno dato mandato alle segreterie e alle Rsu di Niiag ed Eurogravure di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per salvaguardare la contrattazione di secondo livello".
"No tagli ai salari, sì agli investimenti"
"Gli stabilimenti inoltre necessitano di urgenti interventi industriali e strutturali per tornare ad essere competitivi - proseguono i sindacati - Gli investimenti mancano da troppo tempo nelle due aziende e sono l'unico modo che la nuova proprietà ha a disposizione per un rilancio industriale di Niiag ed Eurogravure. Gli oltre 500 dipendenti del gruppo hanno già pagato di tasca propria gli errori e le speculazioni delle precedenti proprietà e vogliono tornare a parlare di lavoro e investimenti”.
Accordi disdetti
Il Gruppo Pozzoni ha acquistato la Eurogravure lo scorso maggio. Il rapporto con sindacati ed Rsu non è mai stato idilliaco. A settembre sono state presentate le linee guida per la riorganizzazione aziendale. Ma, mentre i lavoratori si attendevano investimenti ed eventuali modifiche nell'organizzazione del lavoro in azienda, stamattina hanno scoperto che l'azienda ha disdetto gli accordi aziendali economici. Il motivo? "La gravità della situazione economica attraversata dalla società, con il fatturato che, negli ultimi cinque anni, è passato da 47 a 31 milioni di euro.
Preoccupazione a Treviglio
"Questo vuol dire - hanno fatto notare Antonino Campisi (Uil), Davide Anelli (Cgil) e Costantino Savoia (Cisl), Rsu della Eurogravure - che su uno stipendio medio attuale di 1.500 euro ci sarebbe un taglio dai 300 ai 400 euro. Se consideriamo che la maggior parte dei dipendenti arriva da Milano (la ditta aveva traslocato a Treviglio nel 2005, ndr), bisogna aggiungere le spese di trasporto e a conti fatti porterebbe a casa 1.000 euro o poco più. Un salario che prevede lavoro su quattro turni e lavoro domenicale".
"Noi non ci stiamo"
Le Rsu della Eurogravure promettono battaglia e non intendono firmare l'accordo. "Noi abbiamo dato piena disponibilità per la riorganizzazione del lavoro, ma avevamo detto chiaro che non avremmo accettato tagli ai salri - ha sottolineato i sindacalisti - La disdetta degli accordi aziendali avrà efficacia a partire dal 31 gennaio. Ma noi non firmeremo mai, perché vorrebbe dire bloccare ogni tipo di vertenza. Dall'1 febbraio saremo quindi liberi di intraprendere il nostro percorso per far valere i nostri diritti. Noi non siamo disponibili a questo provvedimento unilaterale, perché abbiamo già subito cinque piani di risanamento".
Dispiace sentire queste porcate, questi imprenditori per strappare alla concorrenza qualsiasi tipo di lavoro ABBASSANO il preventivo sulle spalle dei dipendenti, prendono x il collo , in senso economico, i fornitori camionisti e indotto, tutto perchè non riescono a mettersi d'accordo tra loro grossi stampatori per un'equo compenso sul prodotto finito. Accordo che sembra abbiano fatto i produttori di carta i quali vendono il proprio materiale a chi lo PAGA e a un prezzo giusto (mercato dell'est). Lavoratori spero che trovate la soluzione e buon lavoro
Non bastavano i tagli e le ristrutturazioni già effettuate anni or sono. Ancora sempre i lavoratori a pagare. Perché non si dice che circa un anno fa la stessa azienda ha goduto di un'uscita in prepensionamento di decine di operai. Qui si vuole fare gli imprenditori sulla pelle de lavoratori e dello Stato. Questo non è fare impresa. Così son buoni tutti a fare gli imprenditori. Gli operai hanno già pagato. E questo avviene da molti molti anni già con le altre proprietà. Ma nel frattempo nessun aumento dell'occupazione ne di salario. Solo tagli e sacrifici per riempire la pancia dei padroni. Adesso basta! Fanno bene a protestare gli ex colleghi di Eg e di NIIAG. Che si tagliassero gli stipendi i padroni che ne hanno già troppi di soldi. Vergogna, vergogna. Avanti così colleghi. Senza paura!
Come al solito... Vogliono farti lavorare ma non vogliono pagarti...