I treni speciali per Lourdes ai pendolari? Niente tagli, ma resta l'allarme
Condizioni di viaggio paurose, con soste infinite sotto il sole della campagna francese.
Condizioni di viaggio "paurose", con tempi di percorrenza anche di dieci ore superiori al previsto e fermate in mezzo alla campagna sotto al sole cocente. No, per una volta non si parla di pendolari, ma di pellegrini. E in particolare dei malati che utilizzano i treni speciali per Lourdes.
Un viaggio diventato inadatto ai malati più deboli
Sta facendo parecchio discutere l'allarme diffuso nei giorni scorsi dal Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani, per lo stato in cui versa il trasporto verso Lourdes: “l'unico santuario mariano dedicato ai malati e alle persone con maggiori difficoltà" che tuttavia "rischierà di morire o perdere la sua valenza" se le condizioni di trasporto non miglioreranno. Molti malati infatti, denuncia il Coordinamento, non possono sopportare trasferimenti in queste condizioni e il rischio è che le organizzazioni (Unitalsi è una delle principali) "saranno obbligate a selezionare, a scegliere il tipo di malato che si può portare a Lourdes".
La notizia, smentita, del taglio
Tutto è nato da una notizia, poi smentita, dell'ipotesi di soppressione dei treni speciali per Lourdes: una soluzione che l'Ad di Ferrovie dello Stato avrebbe prospettato parlando ad agosto con il governatore Attilio Fontana di un piano di potenziamento del servizio pendolari proprio in Lombardia. Che di treni nuovi, peraltro, avrebbe effettivamente anche bisogno. Smentita l'ipotesi, è rimasta la preoccupazione, stante la "situazione gravissima che da anni tutte le Associazioni che organizzano pellegrinaggi a Lourdes stanno subendo e devono vivere. O meglio devono vivere i più deboli, i malati”. In particolare si parla di “tempi di viaggio paurosi (anche 10 ore più del previsto), fermate per ore e ore in stazioni secondarie francesi o in piena campagna transalpina sotto il sole cocente, aumenti costanti delle tariffe, gli scioperi continui nel 2018 dei ferrovieri francesi con treni bloccati alla frontiera e rispediti indietro senza alcun rispetto delle persone che viaggiavano”.
L'unica via di accesso per molti
Il treno resta per molti malati con disabilità fisiche l'unico mezzo per raggiungere il santuario francese. Un problema che mina "la libera circolazione delle persone, sane o ammalate che siano, autentico pilastro della nostra Unione europea". Da qui l'appello "perché venga realmente rispettato e fatto rispettare a favore dei più deboli” conclude il Coordinamento.