Autotrapianto isole del pancreas a un 19enne. Intervento storico tra San Raffaele e Brescia

Un successo di ospedale di Brescia e San Raffaele.

Autotrapianto isole del pancreas a un 19enne. Intervento storico tra San Raffaele e Brescia
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È stato eseguito con successo un autotrapianto isole del pancreas all’interno del fegato di un giovane che aveva subito l’asportazione del corpo e della coda del pancreas, a seguito di un grave incidente motociclistico. Si tratta del primo caso in Italia di autotrapianto di isole con isolamento in remoto a seguito di un trauma violento con lacerazione del pancreas.

Autotrapianto isole del pancreas, intervento storico

Il risultato è frutto della collaborazione tra l’équipe della III Divisione di chirurgia degli Spedali Civili di Brescia, guidata da Guido Alberto Massimo Tiberio, professore ordinario di Chirurgia generale dell’Università degli Studi di Brescia, e l’équipe dell’Unità di Processazione delle isole pancreatiche dell’Irccs Ospedale San Raffaele, guidata dal professor Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute (DRI) del San Raffaele.

Sotto i ferri un diciannovenne

Un diciannovenne, in un incidente in moto, ha riportato una lacerazione del pancreas che ha reso necessaria l’asportazione per via laparoscopica del corpo e della coda dell’organo, dove si trova buona parte delle cellule deputate alla produzione di insulina. In un caso come questo il rischio di sviluppare il diabete poco tempo dopo l’intervento è pari al 10-20%. Nel lungo termine, però, la percentuale si alza fino al 50%, influenzando radicalmente la qualità di vita del paziente.

Rischio scongiurato grazie alla collaborazione tra ospedali

Per scongiurare questo rischio l’équipe guidata dal professor Tiberio si è messa in contatto con lo staff del DRI del San Raffaele: in poche ore la parte dell’organo asportata è arrivata al San Raffaele, dove i ricercatori del DRI hanno lavorato l’intera notte per isolare e purificare le beta cellule, deputate alla produzione di insulina. Il giorno successivo il professor Piemonti ha trasferito le cellule a Brescia per reinfonderle nel fegato del paziente, in collaborazione con il dottor Marco Di Terlizzi, radiologo interventista degli Spedali Civili.

 

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