Bullismo in oratorio, a Canonica un papà si scaglia contro chi guarda e tace
A Canonica alcuni bulli avrebbero malmenato altri ragazzi. Bullismo in oratorio, ma gli stessi genitori, è la denuncia di un papà, non vogliono parlarne.
Accade un po’ ovunque, come raccontano i media nazionali. E purtroppo accade anche a Canonica che dei bulli malmenino altri ragazzi: non tutti però gradiscono che si parli di bullismo. A denunciare il clima di omertà è un padre, che ha scoperto che il figlio che frequenta la terza elementare ha subito percosse sia all’oratorio che a scuola. Ma se nell’ambiente scolastico ha ricevuto pieno appoggio, quando ha reso noto che anche in oratorio erano accaduti fatti spiacevoli, la reazione di alcuni genitori è stata di fastidio, ed è arrivato il suggerimento a lasciar cadere l’argomento. Un atteggiamento che lo ha fatto infuriare.
Omertà sul bullismo?
"Premetto che non sono un genitore che per ogni schermaglia tra ragazzi crea un caso, anzi" ha affermato il padre, che preferisce restare anonimo. "A tutti capitano battibecchi e mio figlio sa che deve imparare a difendersi, ma finisce lì. Poi ci sono gli educatori che vigilano, devono avere il massimo rispetto e l’autorevolezza che gli compete, altrimenti se si mettono in discussione è finita. Ma le situazioni di questo tipo vanno risolte e quando mi sono sentito chiedere di non parlare di bullismo, scoprendo che si erano verificati diversi episodi a danno di altri bambini senza che nessuno facesse nulla per impedirlo, ho reso pubblico l’accaduto anche su Facebook".
Episodi in oratorio
Il padre ha prima scoperto che il figlioletto e i suoi amici erano stati maltrattati da quattro ragazzi di prima media in oratorio, circa un mese fa, e poi che da Pasqua a scuola era bersaglio di due compagni, insieme a molti altri come lui, che si rifiutavano di partecipare a un gioco.
"Insieme al suo gruppo di amici, molto affiatati, con lui sin dall’asilo, aveva deciso di andare a giocare all’oratorio nel pomeriggio, dopo le 16" ha raccontato il papà "di solito infatti si fermavano davanti alla scuola. Ma, stranamente, ha cominciato a rincasare prima del solito, alle 16.45, era già qui. La nostra è una famiglia unita, c’è molto dialogo, e così io e mia moglie gli abbiamo chiesto se qualcosa non andava: dopo tre giorni di rifiuto, il quarto ha ammesso di essere stato schiaffeggiato da quattro ragazzi, più grandi".
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