Circolo Pd Treviglio punta sulla salvaguardia del territorio
Assemblea per il coordinamento cittadino: "Il benessere dei cittadini non può essere misurato solo con rotonde, strade e centri commerciali".
Circolo Pd Treviglio punta sulla salvaguardia del territorio. Questo e la pari dignità delle persone sono i punti fondamentali su cui si vuole basare l'azione del Circolo del Partito democratico trevigliese. E' emerso durante l'assemblea che si è tenuta il 16 dicembre.
La salvaguardia del territorio
"Due fondamentali elementi devono costituire l’ossatura del lavoro del Circolo cittadino del Partito Democratico: la salvaguardia del territorio e la pari dignità delle persone senza alcuna distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", si legge in una nota firmata da Mariagrazia Morini del Coordinamento Pd Treviglio.
I temi che riguardano strade e piazze sono più facilmente presenti sui giornali. In posizione defilata sono invece i temi che riguardano le persone, le loro fatiche e le disuguaglianze che non sembrano arretrare. "È questo lo spazio che deve abitare la politica, guardando in faccia le situazioni e provando ad imbastire i rimedi".
Ostacoli e difficoltà: come possiamo superarle?
Questo è lo spunto su cui è stata convocata l’assemblea degli iscritti del Pd cittadino: un punto di partenza nel quale prendere nota di quanto c’è sul nostro territorio. "Per confrontarci con le persone che vivono direttamente, o seguono, situazioni critiche (un figlio con disabilità, ragazzi con difficoltà scolastiche, la necessità di un pasto, …) ai quali è stato chiesto quali ostacoli incontrate nel vivere quotidiano, chi porta il peso nell’affrontare le difficoltà, quali sono gli aiuti che vengono dall’esterno e come una diversa organizzazione della città aiuterebbe".
Interventi e testimonianze
Durante la serata c'è stata l’opportunità di ascoltare i contributi di Alberto Aprile (Disabilità), Renzo Perazza (Quercia di Mamre), Ariella Borghi (Casa Famiglia), Donatella Finardi (Scuola), Paolo Radaelli (Doposcuola) e Bruno Goisis (Cooperativa Ruah).
"Al di là della ricchezza di esperienze, l’incontro ci ha permesso di raccogliere gli elementi di criticità che oggi le realtà di volontariato vivono al fine di elaborare una proposta circa il contributo/ruolo che l’Amministrazione comunale dovrebbe avere - ha proseguito Morini - Il primo elemento di criticità è rappresentato dall’invecchiamento dei volontari e la quasi assenza di giovani tra i volontari. Il confronto circa le modalità di coinvolgimento dei più giovani ha portato ad individuare come canale la scuola, sia per informare/sensibilizzare gli studenti sulle iniziative presenti sul territorio, sia come possibilità di finalizzare le attività di Alternanza Scuola-Lavoro anche al volontariato e non solo ai contesti aziendali".
Un secondo spunto di riflessione è dato dalla difficoltà da parte degli utenti dei servizi – soggetti disabili, soggetti in difficoltà e relative famiglie – nel ricevere informazioni circa i servizi disponibili. "In tal senso la risposta può essere la creazione di uno “sportello informazioni” che coinvolga Treviglio e i 18 Comuni dell’ambito", ha sottolineato.
La paura del "diverso"
"Il terzo elemento trasversale a tutte le esperienze è quello legato alla diffidenza, se non paura, rispetto alla diversità. Questo porta quasi sempre ad un profondo isolamento delle persone in difficoltà (migranti, senza tetto), isolamento che non può essere superato solo dall’azione delle associazioni di volontariato - ha spiegato - Ma se questi tre aspetti possono essere affrontati partendo da un approccio diverso, il tema veramente cruciale è quello legato ai finanziamenti. Queste attività sono oggi sostenute quasi esclusivamente dalle donazioni di benefattori privati, che nel prossimo periodo non saranno però sufficienti a far fronte all’incremento dei costi legati all’aumento del numero degli utenti e alla necessità di interventi sempre più mirati e specifici".
No ai finanziamenti "a pioggia"
"L'Amministrazione comunale non si può sottrarre al ruolo di partnership e di coordinamento delle diverse iniziative ed al relativo finanziamento (anche se parziale) attraverso il riconoscimento del lavoro svolto dalle singole associazioni con la stipula di Convenzioni. È necessario superare la logica dei finanziamenti “a pioggia” (oltre che scarsi) ma scollegati dall’effettivo valore degli interventi messi in campo. Non è sufficiente una politica del “Fare” ma che dobbiamo avviare una politica dell’ “Essere”: essere Comunità, essere accoglienti, essere solidali, perché il benessere dei cittadini non può essere misurato solo a rotonde, parcheggi e centri commerciali".