A Calcio si è celebrato il “Diritto alla Speranza” con i bambini protagonisti di un percorso tra inclusione, pace e disabilità.
Un progetto, due ricorrenze: nascita di un diritto nuovo
Mercoledì, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, la Fondazione Vescovi di Calcio ha presentato un progetto educativo che intreccia due ricorrenze vicine nel calendario ma profondamente unite nel significato: la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e quella dedicata alla disabilità. A raccontarne obiettivi e visione sono Giulia Grazioli, referente per l’inclusione della scuola primaria e dell’infanzia, Manuela Lamera, membro della commissione dedicata al progetto sulla disabilità, insieme a Simona Bariselli e Paola Ranghetti, vicari rispettivamente della primaria e dell’infanzia. L’avvio del percorso è stato affidato al video “Guerra, lasciaci in pace”, in cui la protagonista porta un nome carico di valore: Speranza. Da questa storia i bambini — dai più piccoli dell’infanzia ai più grandi della primaria — hanno riflettuto sui diritti spesso negati ai loro coetanei in zone di conflitto. È così che è nato un nuovo diritto, formulato dalle loro stesse voci: il diritto alla speranza. Per i piccoli dell’infanzia, il concetto è stato trasformato in un’immagine più semplice e immediata: “un pensiero che ci fa stare bene”. Disegni e parole hanno dato forma ai loro desideri: la colazione al bar con mamma e papà, il mare, i castelli di sabbia. Momenti ordinari per molti, ma non per chi vive la guerra. Tutti gli elaborati sono stati raccolti in un libro donato al Comune come simbolo di una comunità che cresce insieme.
Scrivere alla “signora Guerra”: la forza delle parole dei bambini
Nelle classi della primaria, soprattutto tra gli alunni di quinta, la riflessione ha assunto un tono più maturo. I ragazzi hanno scritto una lettera dedicata al diritto alla speranza, tradotta poi in inglese e nelle lingue delle famiglie presenti a scuola, grazie al contributo delle mamme del corso di alfabetizzazione. Un lavoro corale che ha trasformato la scuola in un laboratorio di dialogo interculturale. Ricalcando il messaggio del video, i giovani autori hanno immaginato di rivolgersi direttamente alla “signora Guerra”, invitandola a cambiare sguardo sul mondo. Le loro parole, semplici ma potenti, riflettono il desiderio di costruire un futuro pacifico in cui ogni bambino, ovunque, possa esercitare il proprio diritto a sperare. Il progetto ha trovato poi un nesso naturale con la Giornata della disabilità. La riflessione si è allargata al tema delle barriere — fisiche, sociali, culturali — che ancora oggi limitano la vita delle persone più fragili. Ciò che per molti è normale, come percorrere un marciapiede libero da ostacoli, per altri può rappresentare una sfida quotidiana. Anche per loro, hanno ricordato i bambini, la speranza è un diritto inalienabile.
Una camminata che unisce: speranza, pace e inclusione
Il percorso si è concluso con un gesto simbolico ma profondamente significativo: una camminata inclusiva che ha coinvolto i bambini dell’infanzia e della primaria. Lungo il tragitto, i piccoli partecipanti hanno portato con sé cartoncini colorati con parole gentili e termini legati all’inclusione, donandoli infine alla cooperativa sociale Itaca, realtà con cui la scuola collabora da anni. Gli ospiti della cooperativa, infatti, partecipano settimanalmente alla vita scolastica, condividendo attività e momenti quotidiani con gli alunni. La camminata è diventata così un ponte simbolico tra scuola e territorio, tra fragilità e comunità, tra bambini e adulti. Il progetto della Fondazione Vescovi ha dimostrato che educare alla pace e all’inclusione non è un esercizio teorico, ma un percorso concreto e condiviso. Attraverso disegni, lettere e semplici passi camminati insieme, i bambini hanno trasformato la speranza da parola astratta a diritto reale. E lo hanno fatto ricordando a tutti che una comunità si costruisce così: camminando fianco a fianco, senza lasciare indietro nessuno.