Il maestro Massimo Grechi riscopre il genio di Giovanni Giacomo Gastoldi
Venerdì 5 dicembre una conferenza e poi un concerto sabato 7 in cui, per la prima volta, verranno eseguite alcune opere trascritte secondo la partitura moderna
Alla scoperta di Giovanni Giacomo Gastoldi, un genio della musica rinascimentale di Caravaggio caduto nell’oblio che il maestro Massimo Grechi ha deciso di riportare all’attenzione del grande pubblico: prima con una conferenza e poi con uno straordinario concerto in cui, per la prima volta, verranno eseguite alcune sue opere trascritte secondo la partitura moderna.
Una conferenza e un concerto con brani mai eseguiti prima
Tra i tanti illustri artisti a cui la città ha dato i natali c’è infatti anche un grande compositore, cantante e maestro di cappella vissuto tra la metà del ‘500 e gli inizi del ‘600, Gastoldi appunto. Chi si intende di musica come Grechi, direttore di “Magnificat Choir & Consort”, in realtà lo conosce bene, ma i “profani” non sanno che ancora oggi i suoi balletti sono presenti in cartellone in qualsiasi sala da concerto europea. Ecco perché stasera, venerdì 5, alle 20.45, all’auditorium “Massimiliano Merisio” della “Bcc Caravaggio e Cremasco”, è stata organizzata una conferenza il cui titolo dice già molto sull’importanza dell’artista: “G. Gastoldi: un caravaggino alla corte dei Gonzaga”. Una serata nella quale verranno illustrati anche alcuni suoi brani che saranno eseguiti da “Magnificat Choir & Consort” al concerto per la festa dell’Immacolata Concezione, che si terrà nella chiesa di San Bernardino sabato 7, alle 21. L’ingresso è libero.
Un musicista di fama mondiale dimenticato
“Durante la conferenza faremo un excursus storico-culturale sulla figura di Gastoldi, un grandissimo compositore che alla fine del 1500 era conosciuto in tutto il mondo – ha raccontato Grechi – talmente importante che in vita è riuscito a far stampare le sue musiche, all’epoca non era facile. Famosissimo per i suoi balletti, compose però anche musica sacra e lavorò alla corte dei Gonzaga con musicisti del calibro di Claudio Giovanni Antonio Monteverdi. Del resto a Mantova il duca voleva un entourage di artisti di un certo livello”.
Giovanni Giacomo Gastoldi
La trascrizione di antichi spartiti
“Nella seconda parte della serata presenterò tre antifone mariane che saranno eseguite per la prima volta al concerto: rispetto all’epoca in cui sono state composte infatti, la musica si scriveva in maniera diversa – ha chiarito Grechi – È quindi stata prima necessaria un’opera di trascrittura degli spartiti da parte mia”.
Un lavoro che permetterà d’ora in poi a tutti i musicisti di poterli leggere.
Per ‘tradurli’ ho conseguito una seconda laurea in studi avanzati sull’esecuzione della polifonia rinascimentale – ha spiegato Grechi che nella vita è architetto di professione – seguendo i corsi di Diego Fratelli, anche lui un caravaggino, di Masano, poco noto in città ma che è il maggior conoscitore di questo genere di musica in tutta Europa. Insegna al conservatorio di Lugano e tiene conferenze ovunque nel mondo”.
Nemo profeta in patria dunque, sia per Gastoldi (a cui è dedicata una via con il cognome sbagliato, Castoldi ndr.) che per Fratelli.
“Nella conferenza spiegherò cos’è la polifonia e mostrerò il processo di trascrizione degli spartiti – ha concluso il maestro – la musica rinascimentale è molto più ricca della nostra, noi abbiamo semplificato: nella trascrizione si perdono almeno il 30% delle informazioni, è necessario studiare specifici metodi per comunicarle nell’annotazione moderna. Un campo davvero affascinante… Il 90% delle composizioni originali di Gastoldi sono state digitalizzate dal conservatorio di Milano, c’è qualcosa anche a Bologna, Roma e in Polonia: il mio obiettivo, negli anni, è quello di trascriverle tutte e poi eseguirle, in modo che ne resti anche la registrazione”.
È fondamentale recuperare questo importante patrimonio.
“La speranza è che enti pubblici e istituti di credito ci sostengano – ha concluso – Queste iniziative hanno lo scopo di far conoscere la figura di Gastoldi e fare in modo che Caravaggio la valorizzi”.