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“Casa delle Donne” dà il via al progetto “Punto Donna”

L'iniziativa di prevenzione contro la violenza di genere, partita il 25 novembre, durerà tutto l'anno

“Casa delle Donne” dà il via al progetto “Punto Donna”

Non solo il 25 novembre, ma tutto l’anno. Potrebbe riassumersi così il progetto “Punto Donna”, ideato a Treviglio dall’associazione “Casa delle Donne” nel desiderio di rendere concreta l’attività di prevenzione e sensibilizzazione sulla violenza di genere.

Il “Punto Donna”, non solo un giorno all’anno

Nata circa nove mesi fa, l’iniziativa ha l’obiettivo di portare ascolto, informazioni e orientamento nei luoghi della quotidianità che i cittadini frequentano ogni giorno, come negozi e spazi della comunità, garantendo in essi un presidio fisso che intercetta i bisogni, rompe il silenzio e orienta le donne verso i percorsi di protezione.

“Abbiamo voluto trasformare il territorio in un’antenna diffusa, capace di riconoscere e accogliere – ha riferito la presidente Milva Facchetti durante la conferenza stampa tenuta lunedì 24 novembre presso il negozio “It sportswear” – La violenza si annida spesso nel silenzio e il silenzio si rompe solo se intorno c’è una comunità attenta. Questo progetto non vuole combattere il maltrattamento soltanto quando esplode, ma si propone di farlo molto prima, e a esso il nostro territorio ha risposto con forza”.

“Punto Donna” infatti, ha già visto l’adesione di 23 negozi trevigliesi, due ditte, due istituti di credito, il Servizio Sociale del Comune di Treviglio, la polizia locale, quattro negozi del Comune di Cassano e un negozio del Comune di Rivolta, a cui si è aggiunta la classe 5C dell’istituto trevigliese “Zenale e Butinone” che ha curato l’intero allestimento grafico del progetto.

“Queste realtà non hanno solo aderito – ha proseguito Facchetti – Hanno deciso di metterci la faccia. Hanno scelto di esporsi e di dire pubblicamente “Qui ci siamo, qui puoi trovare ascolto, qui la violenza non passa inosservata”. È un gesto coraggioso, per niente scontato. E quando un territorio si espone, manda un messaggio potente, ovvero la sicurezza delle donne non è affare privato, è responsabilità collettiva e attivare questa rete significa fare prevenzione”.

Commercianti in prima linea

Per riconoscere le attività aderenti, basterà volgere lo sguardo alle loro vetrine, dove sarà affissa una vetrofania apposita realizzata da Beatrice Fanzaga.

“Noi commercianti ci impegneremo affinché “Punto Donna” diventi un valore aggiunto per la nostra città – ha spiegato la portavoce Francesca Ciocca, titolare del negozio “It sportswear” e volontaria di “Casa delle Donne” – Nei negozi che esporranno la vetrofania troverete persone formate e pronte per accogliere e fornire informazioni a chiunque le richieda. I negozi saranno forniti del materiale informativo e il personale potrà indirizzare la donna garantendo il totale anonimato. Ora uno strumento in più esiste: non si potranno più accampare scuse e chiudere gli occhi facendo finta di nulla”.

La vetrofania esposta

L’immagine riportata sulla vetrofania racchiude in sé diversi significati.

“Al centro c’è una persona che indossa delle scarpe da ginnastica – ha raccontato la volontaria Anna – Esse solitamente vengono indossate per camminare a piedi e per questo possono simboleggiare il percorso, spesso lungo, da compiere passo dopo passo per uscire dalla spirale del maltrattamento. Dobbiamo soffermarci poi sul vestiario, che è quello tipico di casa, dove ci si mette comodi se si è accolti. La testa infine, non è un viso, neppure maltrattato, perché al suo posto ci sono fiori di diversa natura che sono simbolo di rinascita e ripartenza. Dietro al loro profumo ognuno di noi si può ritrovare e identificare”.

Per un’azione di prevenzione

Nel suo insieme quindi, la vetrofania vuole suggerire un progetto di speranza e di ricostruzione, ma anche di aiuto per tutti coloro che vorranno partecipare.

“Dietro alla vetrofania – ha aggiunto il vicesindaco Pinuccia Prandina – c’è un lavoro di cura, informazioni e valori. Quando la vedrà esposta, la donna potrà decidere se entrare nel negozio o se telefonare al numero riportato su di essa, certa che se lo farà troverà di sicuro le risposte che cerca. Negli ultimi 14 anni in cui ho avuto la delega alle Politiche per la persona, di strada sull’argomento ne abbiamo fatta, ma c’è ancora tanto da fare. E questo progetto può aiutarci in questo senso, perché è l’unico a lungo termine e va a compensare la rete interistituzionale “Non sei sola” che si pre-occupa del problema facendo prevenzione sul territorio. Anelo che fra un anno, quando ci ritroveremo per una rendicontazione su “Punto Donna”, i dati riportino principalmente un’azione di prevenzione e non di cura, nel senso che mi auguro non ci siano donne da mettere al riparo in case rifugio perché non possono più tornare a casa dove potrebbero ucciderle”.

Le aziende coinvolte

Oltre che nei negozi aderenti, “Punto Donna” sarà accolto anche da “Sai Autolinee” come implementazione del “Progetto Marta”: infatti, sugli autobus dell’azienda di trasporti verrà fatto apposito volantinaggio per far comprendere che la lotta contro la violenza di genere esiste anche una volta che si scende dal mezzo.

“Nella nostra azienda metalmeccanica c’è una prevalenza di uomini – ha concluso la referente per le aziende Cristina Ronchi, senior manager della ditta “Vitart srl” – ma ci sono anche tanti giovani attenti al benessere delle loro amiche. Tempo fa, la figlia di un nostro operaio trovò in me la persona cui confidare episodi di violenza che aveva subito e io stessa poi l’ho indirizzata a rivolgersi al Centro Anti-Violenza Sirio. Ciò che importa quindi è proprio il fare rete tra di noi”.