Una delegazione romanese dell’Anpi a Cornalba per ricordare il sacrificio del partigiano romanese caduto nel 1944
Il viaggio della memoria: 75 romanesi a Cornalba
Una delegazione di 75 cittadini romanesi, accompagnata dai membri della sezione Anpi di Romano, domenica ha raggiunto Cornalba per rendere omaggio alla memoria del concittadino partigiano Giuseppe Maffi, caduto durante uno dei più sanguinosi combattimenti della Resistenza bergamasca. Ogni anno Romano rinnova questo pellegrinaggio civile, un momento di ricordo e di testimonianza che attraversa le generazioni. La partecipazione numerosa di quest’anno testimonia come la figura di Maffi, giovane romanese che scelse la lotta partigiana aderendo alla Brigata Giustizia e Libertà «24 Maggio» , continui a rappresentare un simbolo di coraggio e di difesa dei valori democratici.Presente anche l’assessore alla cultura Diego Giudici.
25 novembre 1944: il rastrellamento e la violenza
Erano le 7.30 del mattino di sabato 25 novembre 1944 quando un reparto della compagnia «OP» di Bergamo, agli ordini del capitano Aldo Resmini, noto per i suoi crimini di guerra, avviò un massiccio rastrellamento in Val Serina. La colonna fascista risalì lentamente la valle e, poco prima della frazione di Rosolo, intercettò la corriera di linea Zambla-Bergamo. Durante la perquisizione, sopraggiunse una seconda corriera: fu allora che vennero individuati, riconosciuti e uccisi sul posto i partigiani Giuseppe Biava, Barnaba Chiesa e Antonio Ferrari. La colonna si divise poi in due tronconi: il primo, diretto verso Serina, tentò un rastrellamento nel centro del paese; il secondo puntò su Cornalba, dove si trovava il comando della formazione partigiana. Era poco prima delle otto.
Cornalba sotto assedio e il sacrificio dei partigiani
I partigiani presenti a Cornalba tentarono di fuggire verso le pendici dell’Alben per ricongiungersi al resto della brigata, ma si trovarono immediatamente sotto il fuoco incrociato delle mitragliatrici fasciste: una piazzata in un prato, l’altra addirittura sul campanile della chiesa. Almeno due mortai, posizionati poco fuori dall’abitato, completarono l’accerchiamento. Per due ore il paese fu scosso da raffiche di mitraglia e colpi di mortaio. Solo alle 10 il fuoco cessò, lasciando spazio a un rastrellamento che durò altre due ore nei boschi e nelle cascine circostanti. A Cornalba iniziò così la tragica raccolta dei cadaveri. Tra i caduti: Giacomo “Tiragallo” Ratti, comandante della Brigata Giustizia e Libertà «24 Maggio», i fratelli Gino e Piero Cornetti, Franco Cortinovis, Callisto Sguazzi, detto “Peter”, Battista Mancuso e il romanese Giuseppe Maffi, ricordato oggi dalla sua città con commozione e orgoglio. L’eccidio di Cornalba rimane una delle pagine più dolorose della Resistenza sulle montagne orobiche. Le commemorazioni annuali non sono semplici rievocazioni storiche: rappresentano un impegno collettivo a mantenere vivi i valori per cui quei giovani partigiani diedero la vita. Romano , ancora una volta, ha risposto con presenza e partecipazione.