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Il “Barista del cuore”, conosciamo Enrica Marchetti, la “signora” dei parchi

Anche lei è tra gli iscritti al nostro gioco e attende i voti dei suoi fedeli clienti per scalare la classifica. Per votarla basta ritagliare il coupon sul Giornale

Il “Barista del cuore”, conosciamo Enrica Marchetti, la “signora” dei parchi

di Sharon Vassallo

Eccoci, anche questa settimana, con il consueto appuntamento con il nostro “Barista de cuore”. Siamo andati a conoscere Enrica Marchetti, del bar nel parco “Da Chicca” di Boltiere. Anche lei è tra gli iscritti al nostro gioco e attende i voti dei suoi fedeli clienti per scalare la classifica. Per votarla e farle scalare la classifica basta ritagliare e compilare il tagliando che trovate sul Giornale di Treviglio e Romanoweek e consegnarlo al vostro barista del cuore (oppure da noi, in redazione, ci trovate in via viale Vittorio Veneto, 1 a Treviglio).

“Barista del cuore”, conosciamo Enrica

Tra i vialetti alberati del “Parco da Chicca”, c’è un luogo che profuma di casa: il bar di Enrica Marchetti, una donna piena di idee che da vent’anni ridà vita ai locali destinati a spegnersi. Per tutti è “la signora dei parchi”, capace di trasformare semplici chioschi in spazi di incontro e convivialità.

Enrica, ci racconta com’è nato il suo bar a Boltiere?

“In realtà tutto nasce da una sfida che mi pongo sin dalle origini. Vent’anni fa ho rilevato il mio primo bar, uno di quei locali destinati alla chiusura, e gli ho dato una seconda vita, una nuova luce. È un po’ quello che ho fatto anche qui a Boltiere: da gennaio sono in questo parco, e devo dire che mi piace molto”.

Che cosa la appassiona di più di questo lavoro?

“Mi piace perché mi dà la possibilità di divertirmi, di creare eventi e di mettermi in gioco. Mi sono appassionata al mondo dei bar attraverso la scuola dei miei figli e da lì ho iniziato a dilettarmi”.

Che tipo di ambiente si respira nel suo locale?

“L’ambiente è familiare. Voglio che, quando i clienti entrano, si sentano come a casa loro, e che siano a proprio agio”.

Organizzate spesso eventi nel parco?

“Sì, moltissimi. Il parco si presta a tante iniziative: eventi musicali, raduni di auto, giornate sportive e di ginnastica. Ci sono anche tornei di carte, partite di calcetto per i bambini e persino la caccia all’uovo a Pasqua! Adesso stiamo organizzando giornate dedicate agli scacchi; con l’arrivo dell’inverno, naturalmente, ci sposteremo all’interno per continuare gli eventi”.

Quante persone collaborano con lei?

“Ho quattro o cinque collaboratori. È un ambiente molto bello, siamo una grande famiglia”.

Come riesce a conciliare la vita privata con il lavoro?

“Non è semplice, perché il bar occupa gran parte del mio tempo. Sono praticamente sempre lì. Può diventare motivo di discussione in casa, ma a me piace così”.

Un evento o un momento che le ha fatto sorridere il cuore in questi quindici anni di contatto con la gente?

“Ce ne sono tanti, davvero. Ogni volta che vedo bambini, adulti e anziani condividere lo stesso spazio e divertirsi insieme, mi sento felice. È proprio questo il bello dei parchi: riescono a unire le persone. Forse anche per questo ormai mi chiamano “la signora dei parchi”! Sono quindici anni che gestisco bar all’interno dei parchi, tra Ciserano, Verdello e Boltiere. È stata una mia scelta personale: i parchi mi permettono di spaziare e di coinvolgere diverse generazioni”.

Come si svolge la gestione dei suoi locali?

“In genere mi occupo di tutto personalmente: l’intera organizzazione pesa sulle mie spalle, ma è qualcosa che mi gratifica molto. Di solito, una volta ridata vita ai bar, li rivendo per dedicarmi a nuove sfide. A Boltiere però sarà diverso: ho vinto un bando e per i prossimi cinque anni resterò piacevolmente legata a questo posto”.

Che rapporto ha con i clienti?

“In una sola parola: amichevole. Siamo come una grande famiglia”.

Perché, secondo lei, dovrebbero votarla come “Barista del cuore”?

“Perché sono la signora del parco! Scherzi a parte, credo che non sia importante vincere, ma partecipare e divertirsi nel farlo. La mia soddisfazione più grande è sapere di aver creato qui, a Boltiere, un bel gruppo e una piccola comunità solidale”.