Cronaca

“Siamo esasperati, chi abita lungo la Provinciale Cremasca non dorme”

Un pensionato segnala un problema annoso, oggetto di più di una petizione

“Siamo esasperati, chi abita lungo la Provinciale Cremasca non dorme”

“Non ce la facciamo più, lungo la Sp 591 Cremasca non si dorme: dal 2009 segnaliamo una situazione intollerabile ma finora le petizioni sono state ignorate, solo interventi tampone inutili”. A denunciare la difficile realtà che ogni giorno i residenti del quartiere di Cologno al Serio sono costretti ad affrontare è Antonio Ghidotti, 80enne artigiano manutentore in pensione, ex guardia ecologica del Parco del Serio e della Provincia.

“Un rumore insopportabile, il fondo stradale ha ceduto”

E’ esasperato Ghidotti, il traffico negli anni è aumentato e il fondo stradale della Cremasca fatica a reggere nei pressi dell’incrocio semaforico.

“Questa era una strada già battuta poi, costruita la Brebemi, tutto il suo traffico in direzione Bergamo è stato scaricato qui – ha affermato Ghidotti – così quella che ogni giorno si riversa sulla carreggiata è una massa enorme di veicoli e il fondo stradale, nei pressi dell’incrocio semaforico con via Milano, in più punti ha ceduto: durante l’ultima ‘Festa bikers’ un motociclista è finito in un avvallamento, ha sbandato e si è schiantato contro il muretto che affaccia sul fossato: miracolosamente non si è fatto male ma poteva rimetterci la vita e ha inveito pesantemente contro le condizioni della strada… Come dargli torto? Ne succede sempre una. E quando passano i mezzi pesanti il rumore è continuo e la notte non si può più riposare. Quando transitano camion che non hanno il carico bloccato in casa pare un terremoto, si sta staccando persino lo stucco delle piastrelle e le vibrazioni sono così forti che dal tetto sono scivolati di sotto dei coppi…”.

In effetti la coda di veicoli è continua, in entrambi i sensi, e da via Milano si innesta il traffico da Treviglio.

“Basta fare due passi in via Milano e si vedono le condizioni penose in cui è ridotto l’asfalto, è un colabrodo”.

Dal lato opposto proviene invece il traffico dei mezzi in entrata e in uscita dal centro storico.

“Porta Moringhello è l’unico ingresso a doppio senso del paese – ha fatto notare – è assurdo. Abito in via Vittorio Veneto e per uscire di casa devo dare la precedenza a tutti, risalire la via, mettermi in coda al semaforo che nel frattempo è diventato rosso. Una situazione che ha costretto mio figlio a chiudere il negozio, sito proprio sotto la Porta, e a trasferirsi altrove. E il suo non è stato un caso isolato. Ovvio che il centro storico ha la sua conformazione ma qui serve uno studio viabilistico serio. Lo stesso cartello stradale posto davanti al semaforo, che ostacola la visuale degli automobilisti, dimostra come si interviene sul territorio”.

“Quattro petizioni cadute nel vuoto”

Disagi che i residenti del quartiere negli anni hanno segnalato promuovendo ben quattro petizioni, presentate sia alla Provincia che al Comune.

“Sono nato qui, ho fatto un grande investimento per palificare la mia casa che dà sul fossato e non potendo intervenire anche su Porta Moringhello l’ho donata al Comune – ha concluso – è mia la barchetta che si vede ormeggiata e ho realizzato io sia l’installazione di legno adiacente al parcheggio lungo la strada sia il ‘Museo contadino’… Io amo la mia dimora e il mio paese ma se fossi più giovane me ne andrei, non si può vivere così. Il Comune passa la palla alla Provincia, che è intervenuta a tamponare la situazione, posando del catrame nelle buche ma non è certo così che si risolve il problema… Bisogna mettere mano al fondo. Nel 2009 il compianto architetto Pasquale Raimondi che abitava qui, aveva descritto molto bene il problema in un testo che è diventato petizione nel 2010 alla quale non è giunta risposta. Allora nel 2012 ne abbiamo presentata un’altra, silenzio tombale. Nel 2019 ancora raccolta firme, e ancora una volta nessuno si è fatto vivo. Infine una l’ho fatta protocollare io nel 2024, ma ancora niente. Siamo stanchi, ci sentiamo presi in giro, anche noi siamo cittadini e meritiamo rispetto da parte delle istituzioni. Se questo è il trattamento che riceviamo poi è ovvio che alle elezioni nessuno va più a votare…”.

Cremasca
Antonio Ghidotti mostra l’ultima petizione inviata

“Paese trascurato”

È deluso Ghidotti, a suo avviso oltre ai problemi viabilistici, ci sono tante piccole cose che fanno apparire il borgo, così caratteristico, trascurato.

“Nei pressi del fossato in Porta Moringhello le erbacce proliferano e ho dovuto chiedere io di chiudere con una grata un condotto fognario di sfiato da cui passavano topi – ha affermato – Ma quella che dà più problemi è la scarsa manutenzione del filare di alberi che corre parallelamente alla Cremasca, sempre sul lato dell’ingresso del centro storico, divenuti altissimi: tre anni fa sono passati a sistemare le punte ma andavano potati… Ormai superano le case e le foglie che cadono in questa stagione finiscono per ricoprire i tetti e poi i cortili sottostanti”.

La replica della prima cittadina

Sentita in merito, la sindaca Chiara Drago ha replicato così:

“Per quanto riguarda la Cremasca, la Provincia è intervenuta solo pochi anni fa con lavori di riasfaltatura su diversi tratti, anche nel territorio di Cologno – ha spiegato – gli interventi vengono eseguiti progressivamente in base alla disponibilità di bilancio e al livello di usura delle strade provinciali. Tutte le segnalazioni dei cittadini sono state puntualmente inoltrate agli uffici competenti. Via Milano presenta effettivamente un manto stradale in condizioni peggiori, e anche in questo caso il Comune ha inoltrato la richiesta alla Provincia per un intervento di manutenzione. Quanto al traffico sulla Cremasca, l’aumento dei flussi risale a ben prima del nostro insediamento e deriva in larga parte dallo scarico veicolare generato dalla Brebemi. Purtroppo, all’epoca non furono ottenute opere compensative dal Comune di Cologno. Come emerso anche nel dibattito pubblico e sulla stampa, è oggi aperta la discussione sulla necessità della Nuova Cremasca, che potrebbe rappresentare una risposta strutturale ai volumi di traffico che interessano in modo intenso Urgnano e Cologno. In merito al fossato e alle alberature infine, è stata eseguita una potatura straordinaria tre anni fa, seguita da manutenzione annuale, con interventi di pulizia periodici e il supporto di un agronomo per il censimento e la gestione del verde”.