Medicina Democratica contro la sanità a due velocità che privilegia chi ha maggiori disponibilità economiche. La sezione trevigliese dell’associazione esprime forte preoccupazione per le recenti decisioni della Giunta regionale della Lombardia, che modificano l’assetto del sistema sanitario regionale e l’accesso alle cure dei cittadini.
Medicina Democratica lancia l’allarme
Lo scorso 15 settembre 2025, con la Delibera 4986, l’Esecutivo guidato dal governatore Attilio Fontana ha approvato una misura che consente a mutue, fondi sanitari integrativi, assicurazioni private e welfare aziendale di acquistare prestazioni all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e accreditate. Il 29 settembre 2025, con la successiva Delibera 5057, sono state invece destinate risorse aggiuntive al settore privato accreditato, anche quando non pienamente contrattualizzato per il servizio sanitario pubblico.
“Queste delibere aprono la strada a una sanità a due velocità – hanno sottolineato i referenti di Medicina Democratica Erik Molteni e Francesco Steffanoni – Chi dispone di coperture integrative potrà accedere prima e più facilmente alle visite e agli esami, mentre chi non può permettersi queste forme di tutela sarà costretto a tempi più lunghi o a rinunciare alle cure. Si passa così da un modello universale, dove le cure sono garantite a tutte e tutti, a un sistema in cui l’accesso dipende dalle possibilità economiche o dal tipo di contratto di lavoro”.
Rischi per la sanità del territorio
Secondo l’associazione, le conseguenze per il sistema sanitario del territorio saranno pessime, sia per Treviglio che per la bergamasca.
“Il nostro territorio – sottolineano Molteni e Steffanoni – è già segnato da liste d’attesa lunghe, carenza di medici di base, difficoltà di accesso ai servizi territoriali e pressione sui pronto soccorso. Questa scelta rischia quindi di aggravare le disuguaglianze, in particolare per anziani, persone con redditi bassi, pazienti cronici famiglie che già affrontano difficoltà socio-sanitarie”.
L’appello dell’associazione
Da qui le richieste di Medicina Democratica per tutelare il diritto costituzionale alla salute: in primis la sospensione dell’applicazione delle Delibere 4986 e 5057 e, a seguire, un piano straordinario di assunzioni nel servizio sanitario pubblico, includendo medici di base, personale ospedaliero e territoriale. Inoltre, viene chiesta la riduzione effettiva e trasparente delle liste d’attesa, con pubblicazione periodica dei dati. Infine, il rafforzamento della sanità territoriale e dei servizi di prossimità, a beneficio delle persone fragili e delle famiglie.
“La sanità pubblica è un bene comune – è l’appello di Medicina Democratica – Se perde universalità, perdiamo tutti. Chiediamo a cittadini, amministrazioni comunali, rappresentanti istituzionali e professionisti sanitari, di prendere posizione chiara contro scelte che mettono in disparte chi ha meno risorse. Non si tratta di discutere astrattamente, ma di assumere un impegno reale: difendere il principio che la salute non deve diventare un privilegio, ma restare un diritto garantito a ogni persona, senza distinzioni economiche o sociali”.