Paura e incredulità a Calcio per una donna che martedì scorso è stata travolta da un’auto pirata, rimasta ferita e sola in strada.
La serata che si è trasformata in incubo
Una passeggiata serale per pochi acquisti si è trasformata in un’esperienza drammatica per Katiuscia Ribolla, residente a Calcio. Martedì sera, mentre si dirigeva da via Toscanini verso via Aldo Moro per comprare sigarette e qualche dolcetto, Katiuscia è stata improvvisamente investita da un’auto.
“Ero arrivata all’altezza di via Matteotti, vicino alla caserma dei Carabinieri – racconta –. Ho visto una macchina dei Carabinieri che stava girando, ho abbassato lo sguardo sul cellulare e in un attimo mi sono ritrovata a terra. Il telefono mi è volato via di mano”.
Confusa e dolorante, ha cercato di rialzarsi subito, rischiando di essere colpita da un secondo veicolo. “Ero in mezzo alla strada, stordita, senza capire bene cosa fosse successo”, spiega Katiuscia, ancora scossa per la drammatica esperienza.
Nessuno si è fermato
L’automobilista che l’ha investita ha proseguito la sua corsa senza fermarsi. L’unico segno di attenzione è arrivato da una donna al volante di un’auto di colore arancione scuro o rosso, che si è preoccupata per le condizioni della vittima, fermandosi brevemente a chiedere se stesse bene. “Mi ha vista lì, scombussolata, e si è preoccupata. È stata l’unica a fermarsi”, racconta Katiuscia. L’episodio lascia un senso di incredulità e amarezza: la sensazione di essere abbandonati in strada dopo un trauma così improvviso è forte e persistente.
Le conseguenze e la speranza
Su indicazione dei Carabinieri, Katiuscia si è recata il giorno seguente al pronto soccorso, dove le è stato diagnosticato un trauma cranico. Dovrà indossare il collarino e seguire una terapia, con prognosi di sette giorni. Oltre alle ferite fisiche, Katiuscia ha perso anche il telefono, danneggiato irreparabilmente nell’impatto. L’episodio rappresenta un monito sulla sicurezza stradale e sull’importanza di prestare soccorso in caso di incidenti: un gesto semplice che può fare la differenza tra paura e tragedia.
“Mi dispiace davvero perché era un regalo fatto da mio figlio col suo primo stipendio. È stato tutto così veloce che faccio ancora fatica a rendermene conto – dice –. Mi resta solo la paura e la speranza che a nessun altro capiti di trovarsi, come me, a terra in mezzo alla strada e vedere chi ti ha colpito andare via”.