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Il Barista del cuore: conosciamo Giulia, il sorriso del “Let it be”

Per votarla e farle scalare la classifica basta ritagliare e compilare il tagliando che trovate sul Giornale di Treviglio e Romanoweek e consegnarlo al vostro barista del cuore

Il Barista del cuore: conosciamo Giulia, il sorriso del “Let it be”

Determinazione e passione guidano Giulia Greco, 27 anni, titolare del “Bar Let It Be” di Caravaggio (si trova in via Polidoro Caldara, al 27). C’è anche lei tra i baristi che partecipano al gioco del nostro giornale per scoprire chi è il “Barista del cuore”. Per votarla e farle scalare la classifica basta ritagliare e compilare il tagliando che trovate sul Giornale di Treviglio e Romanoweek e consegnarlo al vostro barista del cuore (oppure da noi, in redazione, ci trovate in via viale Vittorio Veneto, 1 a Treviglio).

Il Barista del cuore: Giulia e il suo “Let it be”

Dopo anni di esperienza dietro il bancone, ha realizzato il sogno di aprire un locale tutto suo, trasformandolo in un punto di ritrovo accogliente e familiare.

Raccontaci un po’ di te…

“Subito dopo il liceo, ormai quasi dieci anni fa, ho iniziato a lavorare nei bar. È nato tutto un po’ per caso, ma con il tempo si è trasformato in una vera e propria passione, che è cresciuta anno dopo anno. Ho imparato tanto, osservando, sperimentando, conoscendo persone e scoprendo quanto possa essere gratificante creare un ambiente dove la gente si sente bene”.

E poi sei riuscita a realizzare il tuo sogno, giusto?

“Sì, esatto. A febbraio del 2024 ho acquistato il mio bar, che oggi si chiama Let It Be. È stato un traguardo importantissimo, qualcosa che sognavo da tempo. Ricordo perfettamente quel momento: dopo anni di sacrifici, finalmente avevo la possibilità di dare vita a un locale tutto mio, costruito secondo la mia visione”.

Com’è stato l’inizio da titolare?

“All’inizio non è stato facile, soprattutto perché, essendo una donna, spesso la gente tende a pensare che tu non ce la possa fare, che non sia “abbastanza forte” per gestire un’attività del genere. Ma la realtà è che, con esperienza, determinazione e passione, si può fare tutto. E io ho voluto dimostrarlo ogni giorno, con il sorriso e la professionalità”.

Il Bar Let It Be è una gestione familiare, vero?

“Sì, lo gestiamo io, mia sorella e mio padre. Lavorare in famiglia non è sempre facile — ci sono momenti di confronto e di tensione, come è naturale — ma allo stesso tempo è una delle nostre maggiori forze. L’atmosfera che si crea nel locale riflette molto questo: chi entra nel nostro bar sente subito un’aria di casa, di accoglienza autentica. È proprio ciò che voglio trasmettere ogni giorno”.

Qual è il tuo obiettivo principale oggi come imprenditrice?

“Il mio obiettivo è far crescere e far conoscere sempre di più il mio bar. Anche se siamo una realtà piccola, credo che ci sia sempre margine per migliorare, per farsi conoscere da nuove persone, per far parlare di sé in modo positivo. Vorrei che chiunque venga a trovarci si portasse a casa un bel ricordo, non solo di un buon caffè o di un cocktail ben fatto, ma anche dell’atmosfera che abbiamo creato”.

Che tipo di locale è il Let It Be?

“È un bar completo, una caffetteria e cockteleria insieme. Al mattino accogliamo chi si ferma per colazione o per un caffè al volo — anche perché siamo vicini alle scuole, quindi c’è sempre tanto movimento — mentre la sera diventiamo un punto di riferimento per aperitivi e dopocena. Da quando ho rilevato l’attività, sono riuscita a movimentare molto anche la fascia serale, creando un ambiente unico, dove ci si diverte, si chiacchiera, e si sta bene a qualsiasi ora del giorno”.

Com’è il rapporto con i clienti?

“Il rapporto con i clienti è una delle cose più belle del mio lavoro. Mi piace coccolarli, farli sentire importanti, perché senza di loro il bar non esisterebbe. Cerchiamo di fidelizzarli con piccole attenzioni: ad esempio abbiamo creato le tessere per il caffè, organizziamo eventi e serate a tema, e ci teniamo ad avere sempre un clima familiare e sereno. Vedere che tornano con piacere è la soddisfazione più grande”.

Un ricordo “dal bar”?

“Se devo sceglierne uno, direi l’inaugurazione, il 4 febbraio 2024. È stato un giorno pieno di emozioni, di felicità, di persone che mi hanno sostenuta fin dall’inizio. Anche le prime feste organizzate nel locale mi sono rimaste nel cuore. Impagabile”.

Perché dovrebbero votarti come “Barista del cuore”?

“Mi piacerebbe che mi votassero perché chi entra nel mio locale si sente a casa e si diverte. È questo il mio punto di forza come barista: creare un ambiente accogliente, sincero, dove le persone si rilassano e stanno bene. Non si tratta solo di servire da bere, ma di trasmettere passione, cura e autenticità”.