La discussione sulla possibilità di esporre le salme nei luoghi di culto arriva in Regione. Ieri, 13 ottobre 2025, se n’è parlato nel corso dell’audizione in Commissione III sanità dove sono emerse ancora una volta sensibilità diverse: da una parte i sindaci che hanno portato in Regione la voce di molti cittadini contrari al divieto dell’esposizione delle salme nelle chiese nei giorni prima dei funerali, dall’altra i rappresentanti delle realtà imprenditoriali che hanno fatto importanti investimenti nelle Case del Commiato a seguito della legge regionale per garantire il rispetto delle normative igienico sanitarie fissate.
Salme nelle chiese: lo scontro nella Bassa
Un tema che nella Bassa aveva scaldato gli animi con il titolare dell’impresa funebre “La Bergamasca” con sede a Verdello, Antonio Servidio, che aveva richiamato le Amministrazioni del territorio al rispetto delle norme previste da Ats. Non tutti, però, si sono adeguati al cambiamento, in particolare il sindaco di Arcene Roberto Ravanelli che ha, invece, difeso una tradizione che per anni ha consentito l’utilizzo delle chiesette per allestire le camere ardenti dei defunti del paese, bollando l’iniziativa come una “questione di business”.
La discussione arriva in Regione
In Commissione, tuttavia, il sentimento comune è stato quello di cercare una “sintesi”, un punto di incontro e soluzioni praticabili, che tengano conto del rispetto dei criteri igienico-sanitari già stabiliti a livello nazionale, prevedendo al contempo la possibilità di ospitare le salme sia per i luoghi di culto (che oggi sono esclusi dalla normativa regionale dal 2009) che per i Comuni, adeguando i proprio locali.
“Proprio in virtù di questo, occorre che i criteri siano rigorosi ma applicando sempre il buon senso, e per questo crediamo sia doveroso entrare nel merito di quanto emerso oggi per valutare modifiche della normativa vigente, affinché possa includere anche i luoghi di culto o i luoghi pubblici individuati dai Comuni e opportunamente adeguati nel rispetto delle normative nazionali come spazi idonei alla esposizione della salma i giorni prima del funerale”, hanno commentato Davide Casati e Jacopo Scandella, consiglieri regionali PD.
Chiesta una deroga per le piccole comunità
Il problema si presenta per quei piccoli Comuni – in particolare nelle valli bergamasche – che non sono dotati di Case del commiato.
“Condividiamo le preoccupazioni dei sindaci e dei presidenti delle Comunità montane che sono intervenuti oggi in Regione – ha dichiarato il consigliere regionale e presidente delle V Commissione Territorio, infrastrutture e mobilità Jonathan Lobati -Crediamo che si possa trovare una soluzione puntuale per risolvere il problema nei paesi molto distanti dai grandi centri, dove il servizio di casa del commiato non sempre è garantito. Da un lato sosterremo quindi una deroga per queste situazioni, con una serie di attenzioni nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, e dall’altro chiederemo alla Giunta regionale di stanziare contributi ai piccoli Comuni di montagna affinché possano adeguare agli attuali standard di riferimento le camere mortuarie già presenti nei cimiteri comunali”.