“Quando una persona anziana muore bisogna ricordarla mangiando, bevendo, ridendo e ascoltando musica”.
Lo aveva detto tante volte e di certo lo avrebbe desiderato anche per il suo ultimo saluto. Ne è sicura la figlia Antonella che oggi lo ricorda tratteggiando il ritratto di uomo che credeva nell’istruzione e nel rispetto. Rocco Pignatiello si è spento alla veneranda età di 97 anni, circondato dall’amore delle figlie e della moglie Nunzia e di una grande famiglia che era sempre riuscito a tenere unita.
L’amore per il rispetto
Campano d’origine, ultimo di 9 figli e cresciuto in una famiglia di contadini, Rocco era stato l’unico a studiare spinto proprio dai genitori che, nonostante i tempi, sapevano sia leggere che scrivere.
“Papà è sempre stato goliardico – ha ricordato la figlia Antonella, anche lei insegnante – Era un uomo molto legato alla vita, rispettoso di tutto e di tutti, dalle cose, agli animali, all’ambiente e alle persone e si arrabbiava tantissimo quando vedeva venire meno il rispetto delle regole. Sosteneva l’integrazione, ma non accettava il degrado che stava infettando Zingonia con l’immigrazione selvaggia”.
Il primo maestro di Zingonia
“Quando avevo 5 anni, papà era stato chiamato a insegnare a Dossena – ha continuato la figlia – Non aveva una cattedra stabile e noi lo seguivamo. Io, che ho iniziato prima la scuola perché sapevo già leggere e scrivere, andavano insieme a lui”.
Nel 1968 la famiglia si trasferisce a Zingonia (Verdellino) in un appartamento delle “Quattro Torri”. Fu affidato proprio a Pignatiello, poi l’avvio della scuola elementare di Zingonia dove insegnò a intere generazioni con un approccio spesso laboratoriale.
“Non era né un insegnante né un padre punitivo – ha raccontato Antonella – Dopo una caduta mi ripeteva sempre che l’avrei fatta. Quando avevo 18 anni mi avevano proposto di inserirmi a scuola nella sperimentazione del tempo pieno e ho avuto la fortuna di lavorare insieme a lui. Ho imparato tantissimo, soprattutto nella gestione dei rapporti, con gli alunni e con i genitori. Sempre col sorriso, come faceva lui. Amava il suo lavoro, gli piaceva insegnare in particolare matematica e scienze. In quegli anni abbiamo piantumato, insieme, via Oleandri e Corso Asia, molti suoi ex alunni in questi giorni l’hanno ricordato proprio così”.
Un cerchio che si chiude
Pignatiello non è stato, però, sono un insegnante. Soprattutto all’inizio della sua carriera scolastica aveva affiancato anche il lavoro di amministratore condominiale e negli anni delle grandi difficoltà nelle “Quattro Torri” aveva continuato a tenere i conti, cercando di trovare un equilibrio nella delicata fase che ha preceduto la rinascita del tessuto sociale.
“Per la nostra famiglia è stato un punto di riferimento, una colonna – ha aggiunto – con la sua scomparsa si chiude un cerchio, ma non resta il vuoto: resta tutto quello che ci ha insegnato. L’essere curiosi, il senso del rispetto e la compassione verso il prossimo”.
“Per me non è stato solo un padre, ma un amico, un confidente, un complice – ha concluso Antonella – Era capace di portare sempre allegria, ovunque andasse, anche in ultimo quando è stato per qualche tempo alla Fondazione Rota dopo una brutta caduta, era riuscito in poco tempo a farsi voler bene da tutto il personale”.
In tanti mercoledì scorso lo hanno voluto accompagnare nel suo ultimo viaggio, per salutare un pezzo della storia di Zingonia, un uomo che con altri – come il compianto Vincenzo Profita – aveva voluto e saputo difenderla e credere nella sua rinascita.